N. 24 15 settembre 2013
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NONNO GIANNI E NONNA LINDA: «INSIEME PER SEMPRE SI PUÒ»

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NONNO GIANNI E NONNA LINDA: «INSIEME PER SEMPRE SI PUÒ»

I coniugi Lucchetta di Jesolo tra poco festeggeranno cinquant’anni di matrimonio insieme a figli e nipoti, che hanno “nominato” il nonno Cavaliere al merito della Repubblica.»

cognugi lucchetta con i nipoti

 

Linda e Gianni Lucchetta sono sposi da cinquant’anni; festeggeranno l’ambito anniversario il prossimo 9 novembre. Abitano a Jesolo sulle rive del fiume Sile, a ridosso delle valli che si congiungono con la laguna veneziana. Un posto immerso nel silenzio che fa da contrappunto al vociare dei cinque nipoti quando, e succede molto spesso, si ritrovano insieme a giocare sui campi e in giardino e a gustare la cucina di nonna Linda. Sono Edoardo e Tommaso di 19 e 14 anni, figli della primogenita Cristina.

Abitano a Vicenza, ma appena possono corrono dai nonni. Poi ci sono Camilla e Sara, di 13 e 10 anni, figlie di Riccardo, il secondogenito. Ed infine Giulio, il più piccolo, un biondino di quattro anni, figlio di Margherita, la figlia più giovane, che a febbraio darà un fratellino a Giulio e il sesto nipotino a Linda e Gianni . «Mi piacerebbe averli tutti vicini – dice nonna Linda – per potermeli coccolare tutti. Quando siamo assieme mi si riempie il cuore. Gusto il sapore impagabile di una famiglia unita che si vuole bene».

Linda è una donna aperta, solare, ottimista. È un po’ il perno della famiglia. È orgogliosa del traguardo di cinquant’anni di matrimonio. «Più di tanti discorsi – spiega – i giovani hanno bisogno di testimonianze concrete, perché volersi bene per una vita intera non solo è possibile, ma è meraviglioso. I miei nipoti si divertono un mondo quando racconto come il nonno da giovane mi ha conquistato, gli appostamenti che faceva per potermi parlare.

Possono sperimentare già da bambini quanto è bello vivere in una famiglia che è unita perché ci si vuole bene. Magari dai loro amici sentono raccontare esperienze tristi, di famiglie che non ci sono, di genitori che litigano». Nonno Gianni annuisce. È stato un artista del legno. Da giovane per un lungo periodo è stato insegnante di falegnameria in una scuola professionale di Jesolo. Lui ha una prerogativa molto probabilmente unica in Italia: è stato fatto Cavaliere al merito della Repubblica dai nipoti, più precisamente da Edoardo e Tommaso.

La storia merita di essere raccontata. Con mamma e papà, Edoardo e Tommaso, allora avevano 13 e 8 anni, una domenica di aprile partecipano alla Messa durante la quale si festeggiava san Giorgio, patrono dei Cavalieri d’Italia. Sentono decantare le tante belle qualità che devono possedere i Cavalieri. «Perché il nonno Gianni non può essere anche lui Cavaliere?», chiedono alla mamma. «Da quello che ci racconta, anche il nonno, ha qualità meravigliose».

La mamma spiega a Edoardo e Tommaso che è il Presidente della Repubblica a conferire il titolo di Cavaliere. I due ragazzi prendono carta e penna e scrivono al presidente Napolitano. Raccontano la storia del nonno, delle sue paure durante la guerra, della sua esperienza di garzone di falegnameria, di come ha conquistato nonna Linda, delle fatiche e dei sacrifici fatti, ma anche dell’amore per il suo lavoro. «Quando passeggiamo lungo le vie di Jesolo – scrivono i due ragazzi – ci mostra i suoi lavori. “Vedete quel portone? L’ho fatto io. E quella grande finestra l’ho costruita negli anni Settanta”.

Quando in estate passeggiamo nei boschi in montagna, ad ogni albero si ferma e ci dice come si chiama, lo tocca, lo annusa e ci insegna a conoscerlo in tutti i suoi particolari. Qualche volta con pezzetti strani di legno ci costruiamo dei piccoli giocattoli». Insomma, Edoardo e Tommaso spiegano al presidente Napolitano che, per loro, nonno Gianni è davvero in gamba. «Chi meglio del nonno può essere nominato Cavaliere – concludono la loro lettera – visto che oggi ama ancora il suo mestiere che, oltre alla nonna, i figli e i suoi nipoti, rappresenta tutta la sua vita, una vita semplice, onesta, fatta di tanti sacrifici, tante fatiche ma anche di tanta felicità?».

Dopo pochi mesi, il 2 giugno 2008 il presidente Napolitano firma il decreto di nomina: nonno Gianni è Cavaliere al merito della Repubblica. «La firma è del presidente Napolitano – commenta nonno Gianni – ma a farmi Cavaliere sono stati i miei nipoti Edoardo e Tommaso. Ed è questo che più lo inorgoglisce. Camilla, Sara e Giulio, avendo la fortuna di abitare a Jesolo, ogni domenica pranzano dai nonni. Imparano l’arte di una cucina semplice e sapiente, ma soprattutto imparano che la porta di casa è sempre aperta e che dai nonni Linda e Gianni c’è sempre un posto a tavola.

C’è sempre qualche ospite inatteso. «Se in una famiglia ci si vuol bene davvero – sottolinea nonna Linda – le porte non possono restare chiuse, ma si aprono all’accoglienza di chiunque passi di là. L’ho imparato dai miei nonni e dai miei genitori. Spero che i miei nipoti imparino che la generosità dà gioia». Ma prima del pranzo c’è la Messa. Nonna Linda canta nel coro della parrocchia. «Cerco di insegnare la fede ai miei nipoti – conclude – con l’esempio, con una partecipazione alla Messa domenicale non annoiata ma viva e, quando è il caso, con una preghiera semplice e spontanea. Ho avuto la fortuna di avere dei bravi figli. Talvolta sono preoccupata per i tempi che corrono. Allora affido alla Madonna questi miei nipoti. Lei, da mamma, mi capisce».

A JESOLO LA FESTA DEI NONNI: L'INIZIATIVA

 

Testo di Giampaolo Rossi
Foto di Alberto Bevilacqua

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