Credere n. 25 - 14/06/2015
L’Enciclica del Papa ci invita a un serio esame di coscienza
Cari amici lettori, è arrivata la tanto attesa enciclica di papa Francesco sul rispetto del Creato
La conversione ecologica di Francesco
Il teologo Simone Morandini ci guida alla scoperta dei grandi temi affrontati nell’enciclica Laudato si’: dal rispetto del…
Un milione di fedeli e ora arriva il Papa
Viaggio tra i volontari e i pellegrini in fila per contemplare la Sindone. Domenica, poi, giunge il pellegrino più atteso:…
Sono tornata a camminare grazie all’aiuto di Dio
La cantante torna in scena dopo il grave incidente di due anni fa nel quale era rimasta parzialmente paralizzata. Dopo l’adozione…
Meglio poche parole
Ite, missa est | Emanuele Fant
Meglio poche parole
Illustrazione di Emanuele Fucecchi
Secondo il sentire comune, la vacanza estiva al lago è un’attrazione per tedeschi con le calze sotto i sandali, o per connazionali così anziani da non riuscire più a raggiungere le vere mete di villeggiatura. Il pregiudizio che questo tipo di ambiente sia una versione piccola di mare fatta con meno orizzonte e neanche un pizzico di sale, tiene molti a distanza dai suoi lidi ciottolosi. Il lago non è rimestato dai cavalloni e l’insistenza nel presentarsi sempre uguale può generare beatitudine o, per alcuni, assordante monotonia. Povero lago, trascurata terza via per le ferie degli italiani. Guardatelo a suo agio nel silenzio della sera, senza più ansie da prestazione: ogni livido specchio d’acqua, conclusa la cena, fa affiorare la sua parte migliore. Esiste un posto più adatto alla riflessione?
Anche io di recente ho esplorato un pontile in cerca dell’ispirazione, ricavando un raffronto tra la mia condizione e quella dell’alborella. Mi rendo conto che la mia capacità di trasferire riflessioni complesse in metafore poetiche ha conosciuto pagine migliori, ma questa l’ho sentita così vera: Emanuele è una alborella, che intuisce il cielo sopra i litri di lago nero, non ci può andare perché non ha i polmoni. Arriva il pescatore, lui non vede le sue intenzioni, ma solo il bocconcino che lascia cadere. Ha la precisa sensazione che contenga qualcosa di male, eppure è incantato dal sapore che si sparge. Pensa che non ci dovrebbe andare, ma intanto batte la coda, è comandato dall’attrazione. Alcuni amici, abboccando al cordino, hanno lasciato in un balzo le acque scure. Morde l’insetto grassotello ed è sconvolto dal sapore, mai sentito niente di così buono prima. Poi viene il bello, o almeno così spera. Sente il palato tirare e si trova in un sopra che fa appena in tempo a vedere perché è bruciato dall’aria che le sue branchie non sanno come affrontare. Signore, quando sono alborella, dammi la pazienza di accordarmi al mio stadio evolutivo. E magari una dieta migliore.
di Emanuel Fant