N. 25 - 2016 19 giugno 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

La strada della felicità è sempre una questione di amore

Il Giubileo dei malati e delle persone disabili ci mette di fronte la questione del senso della nostra vita e ci invita a…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

La strada della felicità è sempre una questione di amore

Il Giubileo dei malati e delle persone disabili ci mette di fronte la questione del senso della nostra vita e ci invita a trovare in Cristo la risposta

 

Cari amici lettori, in questo Anno santo della misericordia abbiamo vissuto un’altra giornata speciale con il Giubileo degli ammalati e delle persone disabili. Mi hanno colpito molto le parole dell’omelia del Papa. Non sono state parole di circostanza, destinate al semplice conforto di chi è in difficoltà. D’altra parte, chi di noi non è stato toccato dal dolore e dalla sofferenza nella propria famiglia? Chi di noi non ha sperimentato nel proprio corpo e nella propria anima la tristezza e l’angoscia di fronte alla malattia? Sì, anche nell’anima o nello spirito, senza necessariamente essere caduti nella patologia della depressione. Pensiamo alla solitudine che tocca tante persone, le rende tristi e abbattute, scontente e scoraggiate.

Un po’ di anni fa, quando ho curato per un periodo le lettere al padre di Famiglia Cristiana, mi ha colpito proprio la solitudine di tanti. In particolare all’interno delle famiglie: è davvero tragico che il matrimonio voluto da Dio perché «non è bene che l’uomo sia solo» diventi in certi casi una gabbia che chiude ciascuno in se stesso, nell’incomunicabilità, nell’incomprensione, nella solitudine, ancora più angosciosa proprio perché si sperimenta con chi ti potrebbe e ti dovrebbe capire davvero. Ebbene, la riflessione di Francesco ha messo in rilievo che il male che ci tocca tutti non dipende solo dalla naturale fragilità umana, ma soprattutto dall’egoismo, dal cinismo, dal mito di una società che indica la felicità solo nel piacere e nel divertimento, nel pensare a se stessi a scapito degli altri. Magari escludendoli con la scusa della crisi e del costo economico insostenibile.

C’è però una risposta al nostro male di vivere, alla sofferenza dello spirito oltre che del corpo. Francesco la esprime così: «La felicità che ognuno desidera può essere raggiunta solo se siamo capaci di amare. Questa è la strada. È sempre una questione di amore». La stessa malattia e disabilità diventano, anzi, un’opportunità per scoprire che solo l’amore è il senso della vita. «Quando si fa esperienza», ha detto Francesco, «della delusione o del tradimento nelle relazioni importanti, allora ci si scopre vulnerabili, deboli e senza difese. La tentazione di rinchiudersi in se stessi si fa molto forte, e si rischia di perdere l’occasione della vita: amare nonostante tutto». Amare è sempre l’occasione della vita. Come testimonia anche Adriana Ciciliani, affetta da disabilità mentale, che intervistiamo in questo numero: «Devo dirlo: la vita è bella perché è piena di amici e per questo voglio innanzitutto ringraziare. Il dono più grande è avere degli amici e soprattutto avere Gesù per amico».

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