N. 26 - 2018 1 luglio 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

La novità cristiana più grande è il perdono, che cambia il male in bene

Pellegrino ecumenico a Ginevra, Papa Francesco ha sottolineato la centralità del comando dato a noi dal Signore, non solo…

Francesco a Ginevra

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

La novità cristiana più grande è il perdono, che cambia il male in bene

Pellegrino ecumenico a Ginevra, Papa Francesco ha sottolineato la centralità del comando dato a noi dal Signore, non solo nel cammino verso l’unità, ma anche per il mondo bisognoso di pace

 

Cari amici lettori, anche questo numero è all’insegna dell’ecumenismo, poiché racconta il pellegrinaggio di papa Francesco a Ginevra, in Svizzera, in occasione del 70° anno di fondazione del Consiglio ecumenico delle Chiese, e anticipa il prossimo incontro ecumenico che si terrà a Bari il 7 luglio.

Il tema dell’unità dei cristiani non è sentito da tutti. A volte sembra più una questione teologica da risolvere tra gli studiosi. Francesco, invece, ci vuol far capire che riguarda tutti noi. Non si tratta di nascondere o sottovalutare le differenze tra le confessioni cristiane. Tuttavia, come ha detto il Papa a Ginevra, troppo facilmente il passo ecumenico «si arresta davanti alle divergenze che persistono; troppo spesso si blocca in partenza, logorato di pessimismo». Le distanze, ha sottolineato, «non siano scuse, è possibile già ora camminare secondo lo Spirito: pregare, evangelizzare, servire insieme, questo è possibile e gradito a Dio!».

Ma come si fa a camminare insieme? Nella giornata di Ginevra Francesco ha suggerito diverse modalità. Ce n’è però una che è tornata più volte e che vale per la nostra vita di tutti i giorni, anche se non abbiamo contatti con fratelli di altre confessioni. Ci riguarda tutti in quanto cristiani, è uno dei distintivi che fa di noi dei veri discepoli di Cristo, testimoni del Vangelo. Si tratta del perdono. È grazie a questa capacità, a questa scelta, che è stato possibile lo stesso cammino ecumenico. «Se siamo qui», ha detto Francesco al Consiglio ecumenico delle Chiese, «è anche grazie a quanti ci hanno preceduto nel cammino, scegliendo la via del perdono e spendendosi per rispondere alla volontà del Signore: che “tutti siano una sola cosa” (Gv 17,21)». Costoro, ha proseguito, «spinti dall’accorato desiderio di Gesù, non si sono lasciati imbrigliare dagli intricati nodi delle controversie, ma hanno trovato l’audacia di guardare oltre e di credere nell’unità, superando gli steccati dei sospetti e della paura».

Quanto è importante questo anche nelle nostre diocesi, nelle parrocchie, nelle comunità religiose, nelle famiglie! Il Papa lo ha ribadito nella Messa con la comunità cattolica: «Il perdono rinnova, il perdono fa miracoli. Pietro sperimentò il perdono di Gesù e diventò pastore del suo gregge; Saulo diventò Paolo dopo il perdono ricevuto da Stefano; ciascuno di noi rinasce creatura nuova quando, perdonato dal Padre, ama i fratelli. Solo allora immettiamo nel mondo novità vere, perché non c’è novità più grande del perdono, questo perdono che cambia il male in bene».

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