N. 26 - 2018 1 luglio 2018
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Sedilo (Oristano)

L’ardia di Santu Antinu

Davanti all’antico santuario dedicato a san Costantino ogni anno va in scena la corsa con i cavalli che ricorda la vittoria del santo imperatore a Ponte Milvio e il “segno” della croce apparsa in cielo

Intorno al santuario.

«La modesta immagine di san Costantino è tuttora comunque la calamita che attrae i pellegrini a questa desolata collina. In verità il pellegrino è anche un po’ gaudente, ma prima di tutto egli ha il dovere di rendere omaggio al santo». Con queste parole, scritte cento anni fa, l’avvocato inglese John Ernest Crawford, autore di grandi narrazioni di viaggio in Sardegna, descriveva la festa di Sedilo, nell’Oristanese, attorno al santuario dedicato a Santu Antinu (san Costantino), il santo imperatore romano, venerato «po essere de sa santa rughe pubblicadore e aumentu, de santa gloria istrumentu» (per esser stato divulgatore della croce e strumento di tanta gloria).

NEL SEGNO DELLA CROCE
Un secolo dopo è ancora intorno a san Costantino che ogni anno tra il 6 e 7 luglio a Sedilo si anima la festa caratterizzata dall’Ardia, una sfrenata corsa a cavallo che rievoca la vittoriosa battaglia romana di san Costantino contro Massenzio a Ponte Milvio nell’anno 312, episodio che portò poi all’editto di Milano nel 313, pietra miliare nella storia della libertà religiosa. Con l’editto, infatti, si poneva fine alle persecuzioni dei cristiani permettendo a tutti di venerare liberamente il proprio Dio.

La battaglia di Ponte Milvio è collegata alla celebre visione della croce di cui parlano gli scritti di Lattanzio ed Eusebio di Cesarea: il primo afferma che nel sonno Costantino fu esortato a contrassegnare gli scudi dei suoi soldati col segno della croce visto in cielo, Eusebio racconta invece di un pomeriggio, alla vigilia della battaglia del Ponte Milvio, durante il quale il futuro imperatore vide nel cielo una croce di luce con intorno la scritta «In hoc signo vinces» (con questo segno vincerai). La notte seguente, sempre in sogno, Cristo gli ordinò di unire quel segno alle insegne del suo esercito.

Il culto di san Costantino fu portato a Sedilo dai monaci bizantini nel VII secolo e si innestò sulle tradizioni nuragiche già presenti. L’altopiano di Monte Isei, dove sorge l’attuale santuario, è il luogo dove anticamente fu edificata un’antica chiesa bizantina, con dei piccoli monasteri attigui. La struttura di culto fu però abbandonata in seguito all’invasione dei vandali in Sardegna e fu ricostruita solo nel XVI secolo a opera di un benefattore di Scano di Montiferro che, rapito dai Mori, chiese e ottenne la grazia della libertà per l’intercessione di san Costantino, al quale promise la costruzione di una chiesa a lui dedicata.

LA CORSA DEI CAVALLI
La corsa dei cavalli inizia nel pomeriggio del 6 luglio di fronte alla canonica, dove il parroco benedice e consegna le bandiere (pandelas) al capocorsa, sa prima pandela, e al secondo e terzo cavaliere. A questo punto, i tre portabandiera accompagnati dalle scorte, dal sindaco e dal parroco, tutti montati a cavallo, si dirigono verso il santuario fino al punto di partenza dell’Ardia, su Frontigheddu.

È quindi sa prima pandela che, senza un segnale definito, fa partire la corsa dei cavalli che prevede dai cinque ai sette giri intorno alla chiesa di San Costantino e massimo tre intorno a Sa Muredda, un muretto circolare al centro del quale si trova una croce, in un senso e poi nell’altro. Durante la corsa il compito de sa segunda e sa terza pandela, ma anche delle scorte, è quello di evitare il superamento de sa prima pandela, rappresentante il primato e il trionfo del cristianesimo contro il mondo pagano, che invece è impersonificato da tutti gli altri cavalieri.

L’Ardia si conclude quando il gruppo dei cavalieri, dopo aver ripercorso il tratto di terreno che separa sa Muredda dal santuario, partecipano alla Santa Messa e poi quando, nella canonica, le tre bandiere vengono riconsegnate al parroco. L’intero rituale dell’Ardia viene ripetuto l’indomani mattina.

UNA FESTA DELLA FEDE
«La devozione per san Costantino e il senso religioso della festa è tuttora molto forte. Ne è prova», spiega il parroco di Sedilo, don Battista Mongili, «la presenza degli oltre 7 mila fedeli alle celebrazioni eucaristiche che si susseguono nei due giorni della festa, ma anche gli ex voto che adornano le pareti del santuario. Ex voto che vengono offerti al santo imperatore tutti gli anni, soprattutto per miracoli e guarigioni ottenuti chiedendo la sua intercessione. È bello», afferma don Battista, «vedere come i circa 30 mila visitatori che da ogni angolo della Sardegna vengono a vedere l’Ardia non tornino nelle loro case senza entrare prima nella chiesa per una preghiera o un semplice segno di croce».

L’ATTESA DI UNA VITA
Quest’anno il ruolo di capo corsa, sa prima pandela, sarà affidato al cinquantenne Luciano Putzulu. «Sono sicuro che vivrò un’emozione fortissima», ci dice, «perché è da quando ero ragazzo che attendo questo momento. Ci si prenota giovanissimi un po’ per euforia, un po’ per contagio, e possono passare decine di anni prima che arrivi il proprio turno. Ora le motivazioni sono diverse e si sente sia la responsabilità del buon andamento della corsa, sia dei cavalieri che, per fede e tradizione, ti accompagnano in questo secolare rituale».

SEI SECOLI DI STORIA
Le parti più antiche del santuario di Santu Antine, secondo lo storico monsignor Francesco Antonio Spada, sono la sacrestia e il presbiterio, risalenti al XV secolo e le notizie dei primi interventi strutturali sono datate al 1675 e riguardano la facciata e la navata centrale. L’opera di rinnovamento più consistente risale invece al XVIII secolo, conclusasi nel 1789, con l’ampliamento delle navate, la ricostruzione delle volte, la realizzazione della facciata e l’abbassamento di circa un metro della quota di pavimentazione. Altri interventi interessarono nei due secoli successivi alcune porzioni della chiesa originaria, sino al 1990 quando ci fu un rifacimento totale della copertura del santuario. L’interno della chiesa presenta tre navate con volta a botte, mentre il presbiterio è voltato a crociera e completato da costoloni. Un ruolo particolare hanno sempre avuto i muristenes, casette edificate nella corte del santuario, inizialmente adibite a stanze per i monaci e poi utilizzate come punti di ritrovo e riparo per i pellegrini, ma anche come spazi per i mercanti.

ORGANIZZARE LA VISITA
Il santuario di San Costantino a Sedilo (Oristano) dista dal centro abitato poco più di 2 chilometri. Da Oristano si percorre la E25 e la Ss 131 Diramazione centrale nuorese, per un totale di circa 50 chilometri. Da Sassari si arriva a Sedilo tramite la strada E25 in un’ora, mentre da Nuoro basta la metà del tempo percorrendo la Ss 131 Diramazione centrale nuorese.

LA FESTA
La festa si sviluppa tra venerdì 6 e sabato 7 luglio. Il venerdì Messe alle 6, 7, 8, 9, 10, 11 (presieduta dal vescovo di Lanusei, monsignor Antonello Mura), 16, 17 e 18. Seguirà l’Ardia e al suo termine la Messa. Il sabato le Messe saranno alle 6, 6.45, 7.30, seguirà l’Ardia e al suo termine la Messa. Alle 18.30 nella parrocchiale di San Giovanni Battista, dopo i vespri, processione per le vie di Sedilo, alla presenza del vescovo di Alghero-Bosa, monsignor Mauro Maria Morfino. Per informazioni e per prenotare visite guidate: Associazione Santu Antinu, tel. 371/11.31.713 (Giuseppe Spada). www.santuantinu.it.

Testo di Giuseppe Manunta

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