N. 26 - 2019 30 giugno 2019
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Preghiamo di avere lo stesso amore a Cristo di San Pietro e San Paolo

La solennità dei due apostoli, entrambi martiri a Roma, è un appello a mettere davvero al centro della nostra vita cristiana…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Preghiamo di avere lo stesso amore a Cristo di San Pietro e San Paolo

La solennità dei due apostoli, entrambi martiri a Roma, è un appello a mettere davvero al centro della nostra vita cristiana il Signore Gesù per essere ogni giorno suoi testimoni

 

Cari amici lettori, vi scrivo dalla casa paolina di Ariccia, intitolata a Gesù Maestro, la stessa dove papa Francesco vive gli esercizi spirituali annuali. Sono riunito insieme ad altri confratelli della Società San Paolo per il Capitolo provinciale, l’assemblea dei rappresentanti della congregazione in Italia. Vi invito a pregare per il buon esito di questo incontro e vi propongo una breve riflessione sul nostro patrono san Paolo. È una provvidenziale coincidenza che il nostro Capitolo si concluda nei giorni in cui ricordiamo i due grandi apostoli Pietro e Paolo perché, come si legge nel Martirologio romano, «entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone». Ciò che più di tutto unisce i due apostoli è la loro fede e il loro amore a Gesù Cristo. Questo vale anche oggi per noi Paolini, anzi per ogni cristiano.

Soffermandomi in particolare su san Paolo, che il nostro fondatore, il beato don Giacomo Alberione, ha scelto come patrono, anzi, ha dichiarato essere il vero «padre, maestro, esemplare, fondatore», forse noi Paolini non lo amiamo, non lo conosciamo e non lo proponiamo abbastanza agli altri cristiani. Certo, il suo pensiero non è sempre facile da comprendere, il suo stesso carattere talvolta “respingeva” anche i contemporanei. Ma una cosa è innegabile: Paolo è un innamorato di Cristo. Cristo è tutto per lui, e tutto è disposto a fare per rendergli testimonianza. «Pur essendo libero da tutti», scrive nella prima lettera ai Corinzi, «mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero... mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno» (9,19.22). Ai Filippesi confessa come abbia lasciato perdere ogni cosa, anche quello che poteva essere per lui un vantaggio, un guadagno, a motivo di Cristo. Anzi, scrive, «ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore». Non si ritiene già arrivato, ma si sforza di correre ogni giorno verso la perfezione perché, scrive, «anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù» (3,8.12).

San Paolo è un modello da imitare proprio per il suo amore a Cristo. È da qui che nasce una vita davvero cristiana e lo zelo apostolico. Perciò vi invito, cari amici, a invocare per tutta la Chiesa l’intercessione dell’apostolo. Magari con questa breve preghiera coniata da don Alberione: «O san Paolo apostolo, nostro protettore, prega per noi e per l’apostolato della comunicazione sociale».

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