Credere n.26 - 29/09/2013
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Assunta Steccanella
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Igor Cassina
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«Più si pensa che Dio sia assente, più lo si scopre vicino: mi sentivo come Giobbe». Domenico Quirico, inviato della…
Catechisti di oggi
Assunta Steccanella
Mentre a Roma si svolge la giornata dei catechisti raccontiamo la storia di Assunta, che con impegno e gioia cerca di trasmettere la fede ad adulti e bambini: «Non sono catechista perché ho studiato teologia, ma ho studiato teologia perché sono una catechista»
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 Ti accoglie sul suo blog (www.asteccanella.altervista.org) con un sorriso simpatico. E subito ti senti a casa con Assunta Steccanella, 53 anni, di Rossano Veneto, nel Vicentino. Così pensi alle catechiste di una volta, dure, piene di precetti e che alle volte ci mettevano poco cuore. Assunta, invece, mentre dialoga trasmette passione. Nei giorni in cui a Roma si svolge la giornata dei catechisti (28-29 settembre), organizzata dal Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione per l’Anno della fede, la sua esperienza ci dimostra che catechismo, teologia e vita di ogni giorno stanno proprio bene assieme.
Come nasce la tua passione per lo studio della teologia?
«Io non sono diventata catechista perché avevo studiato teologia, ma ho studiato teologia perché sono una catechista. Per descrivere lo sviluppo della mia vocazione mi aiuta sempre un versetto del profeta Amos: “Non ero profeta né figlio di profeti, ero pastore e tagliatore di sicomori. Il Signore mi ha preso da dietro il mio gregge e mi ha detto: Va’...†(Amos 7,14-15). Ecco: quando ho iniziato questo cammino non sapevo neppure chiaramente che cosa fosse la teologia, né che si trattasse di un percorso di studi aperto ai laici. Sono moglie e mamma: avevo appena concluso una difficile esperienza lavorativa e volevo dedicarmi serenamente alla mia famiglia, quando un giorno mi sono trovata coinvolta nella catechesi».
Come è cambiato il tuo impegno nella catechesi e, successivamente, nella formazione, una volta che hai iniziato questo percorso di approfondimento della teologia?
«È stato il confronto con i bambini, con le loro domande e i loro bisogni, a suscitare il desiderio di formarmi, di approfondire ciò che credevo fin da piccola, ma che sentivo di non riuscire a trasmettere in modo adeguato: mi pareva di non comunicare la vitalità , la forza, la bellezza del cristianesimo. Appena i miei figli sono cresciuti un poco, la piccola aveva tre anni, ho cominciato a frequentare la Scuola diocesana di formazione teologica di Bassano del Grappa. Lì ho scoperto la passione per la teologia: attraverso questo studio ho sentito che si realizzava la sintesi di mente e cuore, di ragione e fede. Potevo e posso pensare le verità che credo e che il mio cuore ama, e questo ancora mi riempie di gioia, accende il desiderio di condividere ogni mia scoperta. Una volta terminati i corsi di formazione ho voluto dare maggior spessore allo studio, iscrivendomi alla facoltà teologica. Nel frattempo il parroco mi ha affidato la responsabilità del gruppo catechisti della nostra comunità ».
Come vivi il sovrapporsi tra questi impegni di catechista e la vita di famiglia?
«Non mi sarebbe stato possibile raggiungere il dottorato in teologia se non fossi stata appoggiata dalla mia famiglia, che ha sostenuto dei sacrifici, dovendo necessariamente fare i conti con una moglie e mamma molto impegnata; nonostante questo mi hanno sempre incoraggiato, mentre io cercavo di fare del mio meglio per non far mancare loro nulla di essenziale. Ho fatto molte acrobazie, devo riconoscerlo, ma sono stata sempre aiutata dalla Provvidenza».
Da qualche anno hai aperto un blog e sei anche una delle autrici del blog collettivo www.vinonuovo.it. Come mai hai deciso di usare il web nel tuo impegno formativo?
«Si è trattato di una necessità . Da tempo mi occupo di formazione dei catechisti anche fuori parrocchia. Il web, oltre a facilitare il lavoro attraverso la condivisione di appuntamenti e materiale, è una forma di presenza, consente di non interrompere il dialogo, di comunicare non solo contenuti ma uno stile di apertura e disponibilità al confronto».
Cosa vuole dire occuparsi di catechismo in un contesto come quello veneto? Quali sono le sfide da affrontare?
«Nella zona in cui vivo la tradizione religiosa è ancora abbastanza radicata, anche se stiamo attraversando una fase di forte mutamento. In particolare, si profila un distacco tra le generazioni più giovani e l’appartenenza ecclesiale. Tuttavia la grande maggioranza dei bambini in età scolare frequenta il catechismo, i genitori rispondono numerosi agli inviti per incontri formativi».
Qual è lo “zaino†del buon catechista oggi? Cosa metterci dentro? Chi può provare a impegnarsi come catechista?
«Tutti possono provare a diventare catechisti, uomini e donne, giovani e meno giovani. Non è importante avere chissà quale preparazione previa: ciò che conta è essere persone di fede che vivono pienamente nel proprio tempo, in apertura amorevole a “questa†gente, a “questo†mondo che è stato tanto amato da Dio da dare suo figlio. Vanno bandite le nostalgie del passato e le rigidità , insieme agli atteggiamenti autoreferenziali: il catechista deve mettere nello zaino la disponibilità a lavorare in gruppo».
Testo di Francesca Lozito
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APPROFONDIMENTI E TESTI SUL BLOG
«Sono una pastoralista impegnata in vari modi nella catechesi degli adulti e nella formazione dei catechisti».
Così dice di sé Assunta sul suo blog www.asteccanella.altervista.org. Vi consigliamo di visitarlo e di non dimenticare gli amici di www.vinonuovo.it!
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