N. 27 - 2015 28 giugno 2015
Sommario 27 - 2015

Credere n. 27 - 05/07/2015

Insieme di don Antonio Rizzolo

La lettura del Vangelo e la musica delle stelle

Cari amici lettori, è arrivata l’estate che per molti è anche il tempo di una vacanza, magari più breve del solito, visti…

Storia di copertina | Ennio Morricone

«Le parabole sono da premio Oscar»

Il grande compositore racconta l’intimità della sua fede, dai Rosari recitati con la mamma alla preghiera quotidiana: un’ora…

Il testimone | Padre Gabicho

«Dagli Indios ho imparato a rispettare la natura»

Nato 67 anni fa da una famiglia di campesinos, padre Gabriel condivide la sua vita con gli indios. Che aspettano la visita…

L'iniziativa | Sentieri Frassati

In cammino sui monti seguendo le orme di Pier Giorgio

Nel novantesimo dalla morte del giovane beato torinese, in tutt’Italia tante iniziative lungo i 22 sentieri alpini che gli…

Ite, missa est | Emanuele Fant

Troppa perfezione? No, grazie

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Ite, missa est | Emanuele Fant

Troppa perfezione? No, grazie

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

L’uomo a cui si esaudivano tutte le preghiere chiese un mestiere, poi di diventare dirigente, poi di ricevere soldi senza lavorare. Ma si annoiava e non sapeva cosa fare, allora fece l’iscrizione al tennis club, dove invocava le vittorie e le otteneva, rimanendo presto senza nessuno da sfidare. L’uomo a cui si esaudivano tutte le preghiere era passato, con la semplice accensione di un lumino, dal monolocale alla residenza con cintura verde di castagni secolari. Il giardino forniva canti commoventi di uccellini, ma aggiungeva una distanza con gli altri esseri umani.

L’uomo a cui si esaudivano tutte le preghiere cercò la complicità perlomeno del giardiniere, che accettò di sfidarlo a racchettoni perché era poco competitivo. Dopo un po’ di sudore insieme, trovarono il coraggio di dialogare. Il padrone di casa sfogò la frustrazione piangendo, chiese un fazzoletto e vide esaudita, ancora una volta, la sua preghiera. Raddoppiò la lacrimazione. L’altro volle regalare un consiglio buono: «Usa la tua capacità per fare del bene».

L’uomo a cui si esaudivano tutte le preghiere stilò una classifica delle cose più popolari da desiderare: tolse per primo la fame nel mondo, suscitando entusiasmo globale (e isolati cortei di ristoratori). I cargo vuoti degli aiuti umanitari rimandavano l’eco delle onde del mare; i missionari fissavano, con il biglietto in mano, gli aerei rullare senza di loro. Rivolse la sua attenzione alle malattie, ai dissesti finanziari, alla mancanza di loculi nei cimiteri.

Tutto fu risolto con le sue infallibili preghiere, però tanta perfezione levò lo scopo a chi trovava un senso nel darsi da fare. La parte buona del mondo si sedette in panchina, e la terra sembrò congelare. L’intuitivo giardiniere sentì che era di nuovo suo dovere dare una svolta alla storia: si punse con una rosa che non aveva nessuna intenzione di fargli del male. Qualcuno corse a tamponare. E il mondo, grazie a nuovo piccolo dolore, riprese, cigolando, a girare.

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