N. 27 - 2017 2 luglio 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Cristiani autentici sulle orme di don Mazzolari e di don Milani

Preghiamo per i nostri parroci, perché con il loro servizio al Signore e al popolo di Dio ci aiutino a vivere da veri discepoli…

Don Mazzolari e don Milani

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Papa Francesco, pellegrino a Bozzolo e Barbiana sulle tombe dei due grandi sacerdoti del novecento, tenuti ai margini dalle…

Michael Mellner

La mia chitarra suona il rock… in chiesa

Il musicista Michael Mellner ha “tradotto” brani classici del gregoriano in musica moderna. Mentre si prepara a diventare…

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«Le reliquie? Il segno dei santi nella storia»

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Ite, missa est di Emanuele Fant

Siamo nati per essere atleti dell’anima

Certi sportivi si sottopongono a prove estreme per testare i loro limiti. Analogamente i cristiani sono chiamati a combattere…

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Michael Mellner

La mia chitarra suona il rock… in chiesa

Il musicista Michael Mellner ha “tradotto” brani classici del gregoriano in musica moderna. Mentre si prepara a diventare diacono

Michael Mellner ritratto con la sua inseparabile chitarra

Galeotto fu l’Adeste fideles. A forza di ascoltare in chiesa quel canto natalizio, Michael Mellner si accorse che poteva rileggerlo in chiave rock. Da lì è partita la ricerca di brani liturgici, gregoriano compreso, da “tradurre” per la sua chitarra elettrica. Lui che di musica se ne intende, essendo uno dei più apprezzati chitarristi in Europa, soprattutto nel campo dell’insegnamento. Nelle sue aule sono passati migliaia di studenti, fra cui diversi futuri musicisti di fama nazionale. «Ho insegnato per tanti anni», racconta Michael, «convinto che trasmettere una musica come quella rock sia trasmettere un’arte. Ma un creativo non può stare senza creare. Avevo l’esigenza di fare, oltre che di trasmettere. È venuta fuori impellente questa esigenza. Rock e Chiesa pare un’antitesi. In realtà non lo è perché è il frutto dell’incontro fra due immense culture musicali: la musica sacra, parte integrante della liturgia della Chiesa cattolica per molti secoli, e la musica rock, che ha lasciato innegabilmente una traccia indelebile in tutti noi e continua a farlo. Io ho cercato di mettere le due culture musicali d’amore e d’accordo. Per l’accordo ce l’ho fatta: la dimostrazione è nel disco che è venuto fuori. Per l’amore giudicheranno gli ascoltatori».

ROCK IN ECCLESIA
Tra oltre quaranta brani, Mellner ne ha selezionati otto: accanto all’Adeste, il Kyrie eleison, The giver, Victimae paschali, Sanctus, We shall sing, Gloria in excelsis Deo e Christus vincit. «Attenzione, però», lo avvertì il suo direttore spirituale, dom Mauro, un monaco benedettino che vive in Toscana, nonché autore del master dell’album: «Tra la musica liturgica non può mancare un inno alla Madonna». Ecco allora un bel Salve Regina a tutto distorsore a completare il cd Rock in ecclesia.

«Ho partecipato alla Messa fin da bambino», racconta il chitarrista e compositore, «ma non ho mai avuto una buona opinione della musica che ascoltavo durante le celebrazioni. Da allora ho sempre sognato che la musica sacra moderna potesse riproporre la gloria del suo passato».Il successo dell’album deriva soprattutto dal fatto che l’autore ha cercato, per quanto possibile, di rispettare l’essenza delle melodie arcane. «Non ho usato la musica sacra per i miei scopi», spiega, «ho circondato la musica sacra con la mia musica per cui ne è rimasta l’essenza con una chiave di rilettura nuova. Organo a canne e chitarra elettrica hanno gli stessi accordi. Io ho ripreso in molti casi le melodie originali con gli accordi originali, altre volte non l’ho potuto fare. Ad esempio in Victimae paschali ho dovuto costruirci un brano sopra. Ma la bellezza è proprio quella di riuscire a prendere una melodia, farci un pezzo completamente nuovo dietro e scoprire che sembrano fatti l’uno per l’altro».

AL PRIMO POSTO LA FAMIGLIA
Michael Mellner non è un nome d’arte, che tanto si addirebbe a un chitarrista rock, bensì, come ci dice il diretto interessato, «è il nome che mi hanno dato i miei genitori, perché mio padre è tedesco e mia madre italiana». Lui è comunque nato a Firenze. «In effetti», ammette, «la mia parlata tradisce il mio essere fiorentino e questo mix fra due culture immense, quella italiana e quella tedesca (la fantasia e l’improvvisazione italiana è impareggiabile nel mondo, però la precisione tedesca...)».

VERSO IL DIACONATO
Michael vive in una campagna quasi cittadina tra Campi Bisenzio e Prato. È sposato e ha tre figlie. «Beato tra le donne!», viene da dirgli, ma lui, in questo caso da «toscanaccio», ribatte: «O dannato tra le donne?». In realtà è molto legato alla sua grande famiglia: moglie, figlie, padre, madre e fratelli, «che sempre mi hanno incitato a continuare nella composizione e produzione musicale».

Ma nella vita di Michael non ci sono solo musica e famiglia, c’è anche un impegno importante a livello ecclesiale avendo iniziato la preparazione al diaconato permanente nella Chiesa fiorentina. «Un cammino di discernimento iniziato cinque anni fa che mi ha portato alla candidatura ufficiale il 6 novembre scorso», spiega Michael, che ringrazia l’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, anche «per il supporto e l’apprezzamento per questa mia opera». L’idea è ora di invitarlo all’Hard rock cafe il prossimo 19 luglio quando da lì partirà il tour di Rock in ecclesia. «Non credo che verrà», ammette, «ma a me fa comunque piacere invitarlo».

Nel locale fiorentino, ritrovo di molti giovani certamente avvezzi al rock ma molto meno all’ecclesia, Michael non esiterà a proporre i suoi nove brani, alcuni «secondo il loro mood originale dato che questo era», spiega il chitarrista, «il mio obiettivo principale: rispettare quanto più possibile il loro significato spirituale e mistico. Spero di esserci riuscito. Alcuni sono piuttosto soft, altri decisamente movimentati». Insomma, con tutto il rispetto per il tema d’origine, ci sarà da ballare a suon di Victimae paschali, che realmente è il brano più rock dell’album.

«Sfatiamo il luogo comune che su un palco rock Cristo non ci possa stare». E lui, Michael Mellner, ce lo porta anche visivamente, perché lo ha impresso sulla cassa della sua chitarra elettrica. Tra l’altro si tratta della riproduzione di un Cristo al chiaro di luna che era dipinto sulla testata del letto di sua nonna.

Il messaggio è dunque chiaro e Michael lo riassume così: «Voglio comunicare che la Chiesa è un luogo che ha enormi forzieri con tesori secolari. Io ne ho aperto uno, quello della musica. Ma ci sono anche quelli dell’arte, della letteratura…. Sono a disposizione di tutti, ma vorrei che fossero soprattutto i giovani ad aprirli, che si arricchissero come mi sono arricchito io».

Testo di Andrea Fagioli. Foto di Marco Serri

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