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Il trekking del Cristo pensante
Nelle Dolomiti una bella camminata porta alla cima del monte Castellazzo. Qui, a 2.300 metri, una statua raffigura Gesù seduto…
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La preghiera è un’arte assolutamente fondamentale per poter vivere in pienezza ogni attimo che il Cielo ci dona
Trentino
Il trekking del Cristo pensante
Nelle Dolomiti una bella camminata porta alla cima del monte Castellazzo. Qui, a 2.300 metri, una statua raffigura Gesù seduto accanto alla croce, e invita al silenzio e alla preghiera
La mano e il ginocchio luccicano da quanto sono state sfregate. Tutti quelli che arrivano in cima, infatti, abbracciano la statua perché − per una volta − Cristo non è “lontano”, in croce, ma è lì vicino, seduto a pensare, proprio come farebbe un qualsiasi escursionista alla fine di una salita, accomodato su un sasso a tirare il fiato. Siamo sul monte Castellazzo, nello splendido contesto delle Dolomiti, in Trentino, a un’ora e mezza di camminata da Passo Rolle.
È qui che dieci anni fa Pino Dellasega fece posizionare il Cristo pensante, una statua di marmo a grandezza naturale (1 metro e 80 centimetri di altezza per un peso di 20 quintali) che raffigura, appunto, Gesù seduto accanto alla sua croce. «Per portarlo in vetta è stato necassario ingaggiare un elicottero», spiega Dellasega, 64 anni, accompagnatore di media montagna, e già maestro e allenatore di sci da fondo. «Siamo nell’area a protezione integrale del parco di Paneveggio – Pale di San Martino. Non è stato facile avere i permessi. Per questo sono convinto che sia stato Lui a voler andare là».
DALLA POLONIA AL TRENTINO
Un’impresa ardita e piena di fede, quella di Dellasega e del Cristo pensante. «Nel 1983 mi trovavo in Polonia per le gare di Coppa del Mondo di orienteering (orientamento, ndr)», racconta. «Il 15 agosto, dopo essere stato alla Madonna Nera di Czestochowa, fui incuriosito da una piccola statuina di legno in un mercatino di Varsavia: non avevo una gran fede, ma quel Cristo pensante di 25 centimetri mi attrasse come una calamita».
Comprata la statuina, il piccolo Cristo pensante rimase sulla stufa di casa per 25 anni. «Poi nel 2007, mentre stavo risalendo la Val Venegia, sempre nel gruppo delle Pale di San Martino, incontrai sei frati francescani che tornavano a valle cantando. Poco dopo mi imbattei in un uomo inginocchiato nel prato: era un musulmano e stava pregando rivolto verso La Mecca. Rimasi molto colpito: non potevano essere incontri casuali. D’un tratto mi resi conto di quanto la natura potesse essere il posto giusto per riflettere, pregare o anche solo ringraziare. Dal quel giorno la mia vita è cambiata».
La mattina dopo Dellasega sale sul monte Castellazzo, 2.333 metri di altezza, roccaforte italiana durante la Prima guerra mondiale, e decide di dar vita al trekking del Cristo pensante. «Volevo tracciare un percorso di “spiritualità della montagna”, che potesse invogliare alla preghiera. Cosa significa per me questa statua? Io ci vedo Gesù che dopo 2 mila anni riflette su come va il mondo oggi. Alcuni sacerdoti, invece, interpretano la scultura come Cristo che, prima di essere crocifisso, si chiede se ne varrà la pena. Ciascuno può pensarla un po’ come vuole, l’importante è riflettere sull’uomo e sulla croce. E aggiungo: ogni volta che salgo al Cristo pensante, porto con me pensieri diversi».
Dal 2009, quando il trekking è stato inaugurato ufficialmente, di qui sono passate 500 mila persone. «Fra i pellegrini del Cristo pensante ci sono bambini, giovani e anziani, persone in salute o provate dalla malattia. A tutti chiediamo di affrontare il percorso in silenzio, nel rispetto degli altri e della natura», spiega Dellasega. «Camminare lentamente porta a entrare dentro noi stessi, un’esperienza unica».
IL LIBRO DI VETTA
Il trekking del Cristo pensante è un itinerario facile e con una splendida vista sulle Pale di San Martino e la Marmolada. Si parte dalla Baita Segantini seguendo la segnaletica Castellazzo – Trekking del Cristo pensante, in breve la strada sterrata si trasforma in sentiero e procede attraversando pascoli e canaloni. Lungo il cammino s’incontrano anche alcune casematte della Grande guerra. «Una volta in cima tanti si commuovono», dice ancora Dellasega.
Il libro di vetta, cioè il quaderno che in cima ai monti o nei rifugi raccoglie le riflessioni degli escursionisti, viene sostituito diverse volte all’anno, tante sono le persone che lasciano un pensiero. «Vorrei restare quassù, al di là di me, al di là del mio corpo, al di là del mio dolore, dove anima e vette si fondono in un unico respiro», si legge fra le sue pagine. «Mio Dio, Ti avevo perso, Ti ho cercato, Ti ho ritrovato. Ti prego, aiutami a non perderti più». E ancora: «Arrivato prima del gruppo, ho potuto parlare davanti alla statua con Gesù. Mi sono sentito di fargli una carezza, l’ho sentito uomo come noi».
Se poi c’è un sacerdote disponibile, ogni domenica si celebra la Messa. «Il 7 luglio si terrà Dalla croce alla meraviglia. La fragilità diventa forza percorrendo sentieri diversi, la giornata annuale dedicata alle persone con disabilità», aggiunge Dellasega. «Ci saranno fra i 500 e i 700 partecipanti. Grazie alle carrozzine jolette, e all’aiuto di familiari e amici, arrivano tutti in vetta».
IL SACRO DA TUTTO IL MONDO
«Trova il tempo per pensare, trova il tempo per pregare, trova il tempo per sorridere». L’aforisma di Madre Teresa di Calcutta è inciso alla base della croce. «Da lei c’è solo da imparare», sospira Dellasega che, pur avendo dovuto affrontare qualche problema di salute, continua a salire al Cristo pensante per tenere in ordine il luogo e, soprattutto, godere della sua compagnia. «Nella teca sotto la statua ho messo alcuni ricordi dei luoghi sacri del mondo, l’acqua di Lourdes e la terra di Gerusalemme, ad esempio. Tutto il resto, nella preghiera, lo fa il cuore aperto: se manca quello, il trekking non diventa un cammino spirituale».
LA “SPIRITUALITÀ DELLA MONTAGNA”
Come sperimentato da Pino Dellasega, ideatore del Trekking del Cristo pensante, camminare fra i monti aiuta a pregare: «Salire al Cristo pensante è un’esperienza forte, un inizio di un cammino spirituale che sta facendo diventare più belle tante persone».
RIFLETTERE SULL’UOMO E SULLA CROCE
Durante il cammino si può parlare con se stessi, sedersi accanto al Cristo pensante e constatare la piccolezza dell’uomo davanti alla grandezza del Creato.
ORGANIZZARE LA VISITA
Il Cristo pensante si trova sulla cima del monte Castellazzo. Si raggiunge partendo a piedi dal Passo Rolle (Trento).
Indicazioni
Si tratta di un itinerario agevole, tempo totale andata e ritorno 2 ore e 45 minuti, dislivello 163 metri. Segnaletica: Castellazzo – Trekking del Cristo pensante. Periodo consigliato: estate e autunno. Sul sito www.trekkingdelcristopensante.it si trova la cartina del percorso.
Testo di Laura Bellomi