N. 28 - 2016 10 luglio 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Come pecore in mezzo a lupi, rimaniamo testimoni del Vangelo dell’amore

Come reagire di fronte alla strategia del terrore che insanguina il mondo? Non lasciamoci vincere dal male, ma rispondiamo…

I nostri figli ci chiedono…

Il diluvio universale c’è stato davvero?

Quella del diluvio universale non è una storia inventata? La Bibbia non è un libro di scienza, ma vuole rispondere alle…

Mario Melazzini

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I nostri figli ci chiedono…

Il diluvio universale c’è stato davvero?

Quella del diluvio universale non è una storia inventata?
La Bibbia non è un libro di scienza, ma vuole rispondere alle nostre domande sul senso della vita
Cosa ci vuole dire la storia di Noè?
Gli uomini vivevano senza un progetto nella vita, mentre Noè rimase fedele a Dio. Il diluvio è stato una sorta di ultimo avvertimento a cambiare vita

Mareggiata suglle coste 

Il diluvio universale è una storia inventata o no?

La Bibbia non è un libro scientifico e non ci spiega le cose come farebbe SuperQuark. Chi vuole capire come si sia sviluppata la vita sulla terra, o quando siano avvenute le glaciazioni, deve guardare altrove, perché a queste cose ci pensa la scienza.

La Bibbia risponde a quelle domande sul senso della vita che l’umanità si pone da sempre: da dove veniamo? Chi ci ha creati? Perché ci ha voluto così? Perché tra maschi e femmine si fa fatica ad andare d’accordo? Perché è tanto faticoso lavorare? Perché dobbiamo soffrire? Perché esiste il male? Perché dobbiamo morire?

In particolare i primi undici capitoli della Genesi non vanno letti con l’occhio dello storico o dello scienziato, ma con quello di chi legge per trovare la risposta alle questioni fondamentali della vita. Quindi anche la storia di Noè va vista in quest’ottica.

Però non ti nascondo che il racconto del diluvio è comune a molte culture antiche. Lo troviamo nella leggenda di Gilgamesh, nei miti hawaiani e cinesi – che hanno addirittura un personaggio dal nome molto simile a Noè – nei racconti tradizionali dell’America Latina e di tante altre parti del globo.

Credi che sia successo veramente?

Credo che probabilmente sia accaduta una cosa simile, magari non con le esagerazioni dei racconti mitologici, che parlano di terra che si squassa, sole e luna che cambiano il loro corso, esplosioni di acqua e tanta pioggia da coprire anche le montagne più alte. Ma mi soffermerei più sul significato del racconto di Noè. Quello mi preme di più.

Perché, c’è anche un significato?

La Bibbia racconta che la malvagità degli uomini era grande sulla terra. Tutti mangiavano, bevevano e si accoppiavano come se non ci fosse stato nient’altro di importante a cui affidarsi. Non che ci sia qualcosa di male nel mangiare, bere e accoppiarsi, ma occorre vagliare il proprio cuore per capire che progetto di vita si sta inseguendo.

In questa umanità senza rotta, c’è un uomo che ascolta la voce di Dio e si offre di portare avanti il suo progetto. E così si mette a costruire un’arca gigantesca. È un’impresa davvero grandiosa e ci vuole molto tempo per portarla a termine. È come se Dio volesse dare all’umanità un ultimo avvertimento per abbandonare le cattive abitudini, ma non con un breve sms o un tweet di 140 caratteri, bensì con un avviso lungo, chiaro anche ai non udenti, comprensibile a tutti. E non una volta sola, ma per giorni e giorni e giorni, in modo che ci fosse un tempo sovrabbondante per rendersi conto di ciò che stava per accadere e di correre ai ripari. Eppure ai più questo avvertimento è risultato vano ed è caduto nel nulla.

Quando parli così mi metti angoscia!

Non fartela venire, perché non era nel mio intento. «Dio non vuole la morte del peccatore, bensì che si converta e viva», dice il profeta Ezechiele. Anche Gesù a volte ha usato frasi dure contro i suoi avversari, ma chi si serve delle sue parole per creare panico, interpreta le Scritture in modo errato, perché il Vangelo è sempre lieta notizia e quindi un annuncio di gioia e di speranza. Gesù “fa il duro” perché vuole che nessuno perda l’occasione di salvarsi. E con Noè è stata la stessa cosa.

Testo di Francesca Fabris Disegno di Giulio Peranzoni

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