Vivere e annunciare il Vangelo a partire dalle nostre famiglie
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INSIEME di don Antonio Rizzolo
Vivere e annunciare il Vangelo a partire dalle nostre famiglie
Dal prossimo numero inizia una serie di dossier su Amoris laetitia. per riscoprire insieme la gioia della fede, sulla scia dei santi Aquila e Priscilla e del teologo Robert Cheaib e della sua famiglia
Cari amici lettori, l’8 luglio la Chiesa commemora due santi per me molto simpatici, Aquila e Priscilla. Erano due sposi giudei, convertiti al cristianesimo, grandi amici e collaboratori di san Paolo. Per lui furono molto importanti fin dal primo incontro. Paolo, infatti, era appena arrivato a Corinto dopo il mezzo fiasco subito ad Atene. E in questa città viene aiutato proprio dai due coniugi. Ecco il racconto degli Atti degli apostoli: «Qui [a Corinto] trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei. Paolo si recò da loro e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende» (18,2-3). In seguito Aquila e Priscilla accompagnarono Paolo a Efeso ed è nella loro casa che si radunava la comunità cristiana (1Corinzi 16,19). Tornarono poi ancora a Roma, come attesta la lettera ai Romani: «Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù. Essi per salvarmi la vita hanno rischiato la loro testa, e a loro non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese del mondo pagano. Salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa» (16,3-5).
Anche noi dobbiamo essere grati per la fede di Aquila e Priscilla, per la loro tenacia e la disponibilità a favore del Vangelo. Mi è venuta in mente questa coppia di santi perché stiamo per dare il via a una nuova serie di dossier dedicati agli sposi e alla famiglia, commentando l’esortazione di papa Francesco Amoris laetitia. Lo farà per noi il teologo Robert Cheaib, di cui vi proponiamo in questo numero una bella intervista. Robert è un teologo e insegna presso diversi atenei romani, ma è anche un marito e padre di famiglia. Per questo il servizio fotografico lo ritrae assieme alla moglie e ai tre figli Nathan, Joseph e Jonathan. Robert è libanese di origine, ma parla benissimo l’italiano e scrive altrettanto bene, in modo chiaro ma profondo. La paternità per lui è stata una vera e propria scuola, che ha rivoluzionato la sua esperienza di Dio: «Quando ho ripassato alcuni versetti del Vangelo», racconta, «accanto al letto di un bimbo che dorme oppure sorridendo dell’imbranataggine di un piccolo per il quale più vedi fragilità, più sei rafforzato a dare la vita... comprendi cosa significhi che Dio sia “Padre”».
Cari amici, tutti noi possiamo vivere e testimoniare la gioia della nostra fede, la bellezza del Vangelo. Anche gli sposi, come Aquila e Priscilla, come Robert e la sua famiglia. Che sono per noi un aiuto e un esempio.