N. 28 - 2018 15 luglio 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Diventiamo profeti di pace e di speranza nella vita di ogni giorno

Il viaggio del Papa a Bari, dove con gli altri capi cristiani ha pregato per la pace in Medio Oriente, ci lascia un esempio…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Diventiamo profeti di pace e di speranza nella vita di ogni giorno

Il viaggio del Papa a Bari, dove con gli altri capi cristiani ha pregato per la pace in Medio Oriente, ci lascia un esempio per diventare testimoni di Cristo, mettendo in pratica il Vangelo

 

Cari amici lettori, la visita di papa Francesco a Bari è stato un momento significativo per tutti noi cristiani. Insieme a lui c’erano infatti una ventina di capi delle Chiese cristiane in Medio Oriente, cattolici, ortodossi e protestanti. Per pregare e riflettere assieme sul futuro di quella regione, «crocevia di civiltà e culla delle grandi religioni monoteistiche». Su questa terra, ha detto Francesco, «si è addensata, specialmente negli ultimi anni, una fitta coltre di tenebre: guerra, violenza e distruzione, occupazioni e forme di fondamentalismo, migrazioni forzate e abbandono, il tutto nel silenzio di tanti e con la complicità di molti». Il rischio è che la stessa presenza cristiana sia cancellata.

Che cosa si può fare? Il Papa e gli altri capi cristiani si sono rivolti prima di tutto a chi detiene il potere: «Basta ai tornaconti di pochi sulla pelle di molti! Basta alle occupazioni di terre che lacerano i popoli! Basta al prevalere delle verità di parte sulle speranze della gente! Basta usare il Medio Oriente per profitti estranei al Medio Oriente!». Francesco si è appellato ai potenti anche perché cessi la piaga della guerra, specialmente in Siria. Una guerra che «si sconfigge rinunciando alle logiche di supremazia e sradicando la miseria». Senza dimenticare che «tanti conflitti sono stati fomentati anche da forme di fondamentalismo e di fanatismo che, travestite di pretesti religiosi, hanno in realtà bestemmiato il nome di Dio, che è pace, e perseguitato il fratello che da sempre vive accanto». Tuttavia, ha aggiunto, «la violenza è sempre alimentata dalle armi. Non si può alzare la voce per parlare di pace mentre di nascosto si perseguono sfrenate corse al riarmo».

E noi, cosa possiamo fare? Prima di tutto pregare per i nostri fratelli cristiani di tutto il mondo e per ogni persona, perché cerchi sempre la via del dialogo e della pace. Ma poi vivere in prima persona questo atteggiamento nei confronti degli altri, a partire da chi ci è vicino. Ciascuno di noi può mettere fine all’odio, alla violenza anche verbale contro gli altri, per testimoniare l’amore di Dio in Cristo. Diventiamo perciò profeti di pace e di speranza nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro, a scuola. Anche al bar e nei social media come Facebook o Whatsapp. Imitando Gesù, principe della pace. Come ha detto papa Francesco a Bari, mettiamo in pratica il Vangelo, che «ci impegna a una quotidiana conversione ai piani di Dio, a trovare in Lui solo sicurezza e conforto, ad annunciarlo a tutti e nonostante tutto».

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