N. 28 - 2018 15 luglio 2018
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Madonna dell’Umiltà a Pistoia

La Vergine che piange per il suo popolo

Per custodire l’immagine di una miracolosa lacrimazione avvenuta nel 1490, i pistoiesi costruirono una chiesa che svetta su tutta la città. Ma il messaggio del santuario, di recente affidato alle Fraternità di Gerusalemme, è un invito a riscoprire l’umiltà del Magnificat

La cupola della Madonna dell’Umiltà, imitazione di quella del duomo di Firenze, sovrasta i tetti del centro di Pistoia, come a voler vegliare sulla città.

Mancavano due anni alla scoperta dell’America e nella città di Pistoia infuriava un’aspra lotta tra due potenti famiglie: i Panciatichi e i Cancellieri. Un caldo giorno d’estate, il 17 luglio, alcune persone che partecipavano alla Messa nella chiesetta di Santa Maria Forisportam si accorsero con stupore che un’immagine della Madonna con il bambino, affrescata sulla parete, stava trasudando gocce di liquido rosso. Il fenomeno inspiegabile, proseguito per mesi, fu osservato anche dal vescovo Niccolò Pandolfini, dal podestà, dal capitano del popolo e da altre autorità civili e fu interpretato come miracolo: la Vergine piangeva per mostrare il suo dolore davanti alle diatribe che infiammavano la città, le cui conseguenze di malgoverno, come sempre avviene, erano patite soprattutto dalla povera gente. La lacrimazione della Madonna ebbe un temporaneo effetto di pacificazione e così l’immagine miracolosa divenne oggetto di devozione da parte di tutti i pistoiesi. E già cinque anni dopo i fatti del 1490 fu posta la prima pietra del grande santuario a base ottagonale, dominato dalla grande cupola che ancora oggi sovrasta l’intera città.

LA CUPOLA “IMITATA”
I lavori procedettero a rilento e solo nel 1563, quando oramai Pistoia era stata annessa al dominio dei Medici, si arrivò all’impostazione della cupola, la cui progettazione fu affidata dal granduca Cosimo all’architetto aretino Giorgio Vasari, il quale realizzò una chiara imitazione di quella del Brunelleschi per il duomo di Firenze. Sebbene meno ardita del modello fiorentino, la cupola mostrò presto segni di cedimento, tanto che per scongiurarne il crollo fu necessario l’intervento di un altro architetto, Bartolomeo Ammannati, che ideò uno speciale rinforzo con cerchi di metallo, simile a quelli che tengono insieme le doghe delle botti, ancora oggi ben visibile dall’esterno. Non tutti i lavori della chiesa furono completati (tuttora non c’è una vera a propria facciata), ma nel 1585 fu officiata la consacrazione.

Oggi la basilica della Madonna dell’Umiltà è il santuario più amato dai pistoiesi. A garantire l’animazione pastorale sono i monaci e le monache delle Fraternità apostoliche di Gerusalemme, una giovane realtà ecclesiale cui il vescovo ha recentemente affidato la basilica e altre due chiese del centro cittadino, le parrocchie di San Paolo e San Bartolomeo. «La nostra vocazione è portare delle oasi di preghiera nella città e condividere la vocazione monastica in mezzo alla gente», spiega suor Daniela Fusco, 35 anni, una delle sorelle della Fraternità. «Alla Madonna dell’Umiltà tutti i giorni alle 12.30 celebriamo l’ora media, interamente cantata, e tutti i fedeli che lo desiderano possono partecipare», aggiunge la suora. «Il sabato, giorno dedicato a Maria, si svolgono in santuario anche le lodi e i vespri, mentre la domenica i vespri sono seguiti da un’ora di adorazione eucaristica». Particolarmente partecipate sono la Messa speciale che si celebra ogni anno il 31 maggio, festa della Visitazione, «per le mamme che aspettano un bambino o che chiedono alla Madonna la grazia di avere un figlio» e la benedizione che viene impartita agli ammalati dopo la Messa del terzo sabato del mese.

MODELLO DI UMILTÀ
Il cuore del santuario è l’immagine miracolosa, che fu trasportata sull’altare maggiore nel 1579 e sulla quale s’intravede ancora il segno della lacrimazione. Viene chiamata Madonna dell’Umiltà perché la Vergine è raffigurata mentre allatta il Bambino seduta a terra su un cuscino, segno di vicinanza alla gente comune. «Il messaggio della Madonna di questo santuario», spiega suor Daniela, «richiama a vivere la virtù dell’umiltà, un atteggiamento decisamente controcorrente nella nostra società in cui l’unico “valore” sembra sia l’imporsi sugli altri per schiacciarli. Maria, come recita il Magnificat, ci ricorda invece che noi non siamo Dio ma povere creature e che solo Dio ci esalterà se ci abbandoniamo a lui con fiducia». Non a caso i dipinti del Settecento che decorano il monumentale vestibolo della basilica rappresentano esempi di umiltà esaltata e orgoglio punito, come la maledizione di Caino dopo l’uccisione di Abele e le apparizioni di Maria a san Francesco d’Assisi e sant’Antonio di Padova.

Nella sacrestia (purtroppo visitabile solo in occasioni speciali) è custodito un vero tesoro di ex voto, paramenti e arredi liturgici. Particolarmente preziosa è la reliquia del «capello della Madonna», donata alla sua città dal papa pistoiese Clemente IX (Giulio Rospigliosi) e ora racchiuso in un bel reliquiario.

LA MADONNA DEI PISTOIESI
La Madonna dell’Umiltà è compatrona di Pistoia e la sua ricorrenza del 17 luglio è una festa per tutta la città. «La sera della vigilia, alle 21, proporremo una veglia mariana», spiega suor Daniela, «e il giorno della festa verrà il vescovo a celebrare la Messa». Nei giorni precedenti (dal 13 al 15 luglio) le Fraternità di Gerusalemme saranno impegnate in una missione di evangelizzazione per le vie del centro (con chiese aperte la sera, adorazione eucaristica, incontro a tu per tu con le persone…). In quel periodo la città toscana è traboccante di turisti per il Pistoia Blues Festival, evento di musica che attrae migliaia di appassionati. Quale miglior occasione per portare il lieto annuncio?

LA FRATERNITÀ DI GERUSALEMME
Il santuario dell’Umiltà dal 2014 è affidato alle Fraternità apostoliche di Gerusalemme. Le Fraternità sono comunità che riuniscono monaci, monache e laici desiderosi di condividere la spiritualità del vivere «nel cuore delle città e nel cuore di Dio». Nata a Parigi, subito dopo il concilio Vaticano II per iniziativa di padre Pierre-Marie Delfieux, cappellano all’universita della Sorbona, la Fraternità monastica di Gerusalemme, presto si è quindi diffusa in Francia, Belgio, Germania, Italia e Canada. Accanto al ramo maschile è poi sorto quello femminile: entrambi sono dediti prevalentemente alla preghiera (in Italia sono presenti alla Badia Fiorentina, all’eremo di Gamogna sull’Appennino Tosco- Emiliano e a San Sebastiano di Roma). In anni più recenti hanno preso vita anche le Fraternità laiche e le Fraternità apostoliche. Queste ultime esercitano il loro apostolato nelle parrocchie, con diretto impegno pastorale. A Pistoia le due Fraternità apostoliche sono costituite da 8 fratelli (tutti italiani, uno dei quali sacerdote) e da 6 sorelle (provenienti da tutt’Europa).

ORGANIZZARE LA VISITA
La basilica-santuario della Madonna dell’Umiltà si trova in centro a Pistoia, in via della Madonna. Il santuario si trova all’interno della Ztl (zona a traffico limitato) e quindi non si può raggiungere in auto. Ci sono alcuni parcheggi “di scambio” (Stadio, Pertini e Cellini), con possibilità di bus navetta verso il centro. Per contattare il santuario: tel. 0573/22045.

ORARI E CELEBRAZIONI
La chiesa è aperta da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 18, il sabato dalle 7.30 alle 19.30 e la domenica dalle 8.30 alle 19.30. Nei giorni feriali si celebra la Messa alle ore 10.30, nei prefestivi e festivi alle 17. Dal martedì al sabato celebrazione cantata dell’ora media alle 12.30; il sabato alle 8 lodi e alle 19 vespri. La domenica solo i vespri alle 19. Adorazione eucaristica la domenica dalle 18 alle 19.

LA FESTA DEL 17 LUGLIO
Il 17 luglio, festa della Madonna dell’Umiltà, il vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli, celebrerà la Messa in santuario alle ore 18.

Testo di Paolo Rappellino

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