N. 28 - 2019 14 luglio 2019
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Glorificare Dio per la creazione chiede anche di cambiare i nostri stili di vita

Nel suo messaggio alle comunità Laudato si’, Papa Francesco ci invita a guardare in modo nuovo alla nostra “casa comune”,…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Glorificare Dio per la creazione chiede anche di cambiare i nostri stili di vita

Nel suo messaggio alle comunità Laudato si’, Papa Francesco ci invita a guardare in modo nuovo alla nostra “casa comune”, mediante la lode, la condivisione, il rispetto

 

Cari amici lettori, nei giorni scorsi si sono riunite ad Amatrice le Comunità Laudato si’, un movimento di persone e associazioni nato per iniziativa della diocesi di Rieti e di Slow Food. Il loro scopo non è solo far conoscere il pensiero dell’enciclica di Francesco di cui portano il nome, ma soprattutto promuovere stili di vita personali e collettivi coerenti con questo stesso documento.

Nel messaggio che ha mandato per questo secondo forum delle Comunità Laudato si’, papa Francesco ha messo in rilievo  ’importanza del luogo scelto per il raduno. «È un segno di speranza», ha detto, «ritrovarsi proprio ad Amatrice, il cui ricordo è sempre presente al mio cuore, mettendo a tema gli squilibri che devastano la nostra “casa comune”. Non solo è un segno di prossimità a tanti fratelli e sorelle che ancora vivono nel guado tra il ricordo di una spaventosa tragedia e la ricostruzione che tarda a decollare, ma esprime anche la volontà di far risuonare forte e chiaro che sono i poveri a pagare il prezzo più alto delle devastazioni ambientali». Penso che come Chiesa, come cristiani, non possiamo più far finta di niente e pensare che le emergenze ecologiche siano la fantasia di qualche attivista o un problema da lasciare a politici e amministratori. Anche i nostri stili di vita influiscono e dovrebbero cambiare, anche inquinare o deturpare l’ambiente è un peccato da confessare, non solo perché ferisce la creazione di Dio, ma perché danneggia il nostro prossimo. Consideriamo bene queste parole del Papa: «Sono i poveri a pagare il prezzo più alto delle devastazioni ambientali».

Lo stesso Francesco, tuttavia, nel suo messaggio apre il cuore e la mente alla speranza. E lo fa con tre parole. La prima è “dossologia”. Significa “glorificare” e indica l’atteggiamento di lode da assumere davanti al bene e alla bellezza della creazione e specialmente dinanzi al bene dell’uomo, di cui anche noi siamo intessuti. La seconda parola è “eucaristia”, che indica il sacramento ma anche il rendere grazie. L’atteggiamento eucaristico ci fa capire che «ogni cosa ci viene consegnata gratuitamente non per essere depredata e fagocitata, ma per divenire a sua volta dono da condividere, dono da donare perché la gioia sia per tutti e sia, per questo, più grande». L’ultima parola è “ascesi”, cioè «saper rinunciare a qualcosa per un bene più grande, per il bene degli altri». L’ascesi, ci dice Francesco, «ci aiuta a convertire l’atteggiamento predatorio, sempre in agguato, per assumere la forma della condivisione, della relazione ecologica, rispettosa e garbata».

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