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Il cammino della Romea strata 2
Da cinque strade verso il grande fiume
Il tratto del cammino in Alto Adige, Trentino e Veneto incrocia i tracciati di diverse antiche vie e la memoria di grandi santi. Per arrivare agli argini del Po
DAL BRENNERO A VICENZA
In Trentino e Veneto la Romea strata colleziona chilometri tra natura e storia a cavallo tra antichi e moderni cammini di fede: sospesa tra la laguna di Venezia e il corso dell’Adige, tra la Riviera del Brenta e le Valli del Pasubio, intreccia le sue vie con il corso dei fiumi Piave, Livenza e Sile, passando da paesaggi lagunari all’ampia pianura ricca di canali navigabili e costellata dalle sfarzose ville venete. Gli intrecci dei vari tratti della via coprono complessivamente quasi 690 chilometri di cammino, divisi tra Brennero, Annia, Vicetia, Postumia e Porciliana.
Partendo dal Brennero, è possibile percorrere il tratto di 160 chilometri che collega l’Austria a Rovereto (Trento). Da lì si giunge in Veneto attraverso il Pian delle Fugazze, passo alpino collocato a 1167 metri sul livello del mare, punto di separazione tra le Piccole Dolomiti e il massiccio del Pasubio.
È qui che si innesta la Romea Vicetia, la seconda dei tratti veneti per lunghezza, con 109 chilometri di percorso, che dirige verso Montagnana (Padova) dall’imponente cinta muraria, dove si ritrovano le tracce del passaggio degli antichi pellegrini e della presenza dei cavalieri Templari. Ben venti località costellano il tracciato, offrendo un ampio panorama di luoghi culturali e polmoni spirituali. Presso Schio si trova il santuario dedicato a santa Giuseppina Bakhita, che ne conserva le spoglie: la santa, che conobbe la schiavitù da bambina con indicibili sofferenze, morì proprio in questo luogo nel 1947. A riportare, inoltre, alle tracce dei santi che guidarono i pellegrini fin dall’antichità, ecco il duomo di San Pietro e la chiesa di San Giacomo.
Vicenza – oltre ad essere il campo base del progetto Romea strata e ad ospitare il santuario della Madonna di Monte Berico, la chiesa di Santa Corona, la cattedrale di Santa Maria Annunziata, la basilica dei Santi Felice e Fortunato e la chiesa di San Giacomo – è anche punto di passaggio del tratto della Romea Postumia (che collegava Aquileia a Genova). Nota anche come “la città del Palladio”, Vicenza, proclamata Città europea dello sport 2017, sorge su un territorio ricco di acque, che sono state fin dall’antichità risorsa, ma anche problema e motivo di contesa.
Nella sua importante e ricca tradizione religiosa, la città vanta due martiri della prima epoca cristiana, Felice e Fortunato, decapitati ad Aquileia (con cui Vicenza ebbe sempre un forte legame) durante la persecuzione di Diocleziano: i loro corpi riposano nell’omonima basilica.
SULLA POSTUMIA
Il tratto della Postumia procede in direzione di Verona (dove si trovano l’itinerario delle chiese Minor Hierusalem e delle chiese della Misericordia), passando, tra gli altri, per Montecchio Maggiore, San Bonifacio e Soave. Borgo davvero caratteristico, quest’ultimo, con la sua cinta muraria che si arrampica sul colle e che racchiude il percorso dei Dieci Capitelli, senza dimenticare le delizie per il palato che le sue cantine possono offrire al pellegrino in transito (l’omonimo vino ne è l’esempio più apprezzato). Tra le numerose chiese del borgo ricordiamo il santuario di Santa Maria della Bassanella, eretto in seguito ad un’apparizione mariana avvenuta in Val Ponsara: gli affreschi raffiguranti san Benedetto e santa Scolastica ne testimoniano l’antica custodia benedettina, ma vi si ritrova anche san Cristoforo, che con delicatezza rinnova la sua presenza a custodia e protezione dei pellegrini.
In questo contesto è nato il «piatto della strada», ricetta che mette insieme sapori e prodotti locali con un occhio di riguardo alla semplicità, senza scordare un corretto apporto di nutrienti necessari al pellegrino che copre lunghe distanze a piedi.
DA CONCORDIA A BADIA
Il primato di estensione chilometrica, però, spetta al tratto della Romea Annia che collega Concordia Sagittaria a Badia Polesine con ben 278 chilometri di strade da percorrere: un ideale collegamento tra santo Stefano, primo martire cui è intitolato il duomo della prima, e san Teobaldo, eremita e taumaturgo che riposa nella chiesa parrocchiale della seconda. Tra questi due luminosi esempi si colloca la presenza degli apostoli Marco e Luca, rispettivamente a Venezia, nel duomo di San Marco e a Padova, nella basilica di Santa Giustina: senza dimenticare la preziosa protezione di sant’Antonio venerato nella basilica del Santo. Bellezza, suggestione ed intensa spiritualità si incontrano presso il santuario delle Sette Chiese di Monselice, che racchiude un piccolo cammino giubilare.
SULLE RIVE DELL’ADIGE
Tra Verona e Montagnana si dipanano i 76 chilometri della via Romea Porciliana, che segue l’ansa del fiume Adige e conduce il pellegrino fino alla Romea Longobarda, quindi alla via Francigena in direzione di Roma. Il paesaggio tipico della pianura padana si sovrappone alle tracce storiche, riguardanti, in particolare, le tracce dei luoghi che anticamente erano stati costruiti per ospitare i pellegrini: vale la pena segnalare la Magione templare di Pressana, la Madonna della Strà a Belfiore e il monastero di Sabbion a Cologna Veneta.
A MONSELICE IL SANTUARIO DI ROMA IN MINIATURA
A Monselice (Padova), nella zona dei Colli Euganei, sulle pendici del Colle della Rocca, sorge il santuario delle Sette Chiese, una “Città santa in miniatura”. Nel 1605 papa Paolo V autorizzò l’intitolazione delle cappelle come le sette maggiori basiliche romane, con il privilegio (unico insieme a Roma) di poter ricevere l’indulgenza plenaria. Nella maggiore, dedicata a San Giorgio, riposano le spoglie di tre martiri romani. Nelle chiesette si trovano sei tele di Palma il Giovane.
TROTA DI FIUME IN SALSA, IL PIATTO DELLA STRADA
Sulla Romea Strata non poteva mancare «Il piatto della strada». La ricetta – trota di fiume in salsa – è frutto del progetto di integrazione tra scuola e territorio «A scuola sulla via Postumia» che ha avuto come protagonisti gli studenti dell’istituto alberghiero “Angelo Berti” (con sede a Chievo e sedi associate a Caldiero e Soave, sempre in provincia di Verona). Un percorso interdisciplinare tra ricerca storica e geografica e scarpe consumate sulla strada ha permesso ai giovani allievi di studiare le antiche vie percorse dai pellegrini burdigalensi, mapparne circa 66 chilometri, studiarne l’ambiente e i prodotti tipici della zona e giungere all’elaborazione di un piatto. «Fare scuola sulla via Postumia è stato un modo originale e assolutamente interdisciplinare di fare cultura e applicarla subito alla valorizzazione turistica del territorio», spiega Antonio Benetti, dirigente scolastico, nel fascicolo del progetto. Un modo per «camminare nella bellezza» e gustarne i sapori.
NEL POLESINE SULLE ORME DI SAN TEOBALDO
Bisogna giungere a Badia Polesine, punto di arrivo della Romea Annia, per scoprire che san Teobaldo, le cui spoglie riposano nella chiesa parrocchiale, è il protettore degli organizzatori del Tour de France. Pellegrino sulle strade d’Europa, giunse dalla Francia in Veneto e si stabilì a Sossano (Vicenza). Fu indirizzato al sacerdozio e alla regola camaldolese dall’abate Pietro dell’abbazia della Vangadizza (chiusa al culto da Napoleone Bonaparte): luogo di grande suggestione, questo, ma visibile oggi soltanto dall’esterno con il suo campanile incredibilmente inclinato.
GUARITORE DEI CIECHI
San Teobaldo compì molti miracoli: è ricordato come summus oculorum reparator (sommo guaritore di occhi) per le numerose guarigioni di ciechi. La festa si celebra il 1° luglio con una solenne processione, a conclusione della quale si celebra la Messa sulla sponda dell’Adige, fiume che provocava disastrose inondazioni.
Testo di Luisa Pozzar