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I laici nella Chiesa e la corresponsabilità dell’uomo qualunque
Chiunque può dare testimonianza di santità, a prescindere dal proprio “status” ecclesiale. E tante volte, più si è anticonvenzionali,…
Ite, missa est di Enzo Romeo
I laici nella Chiesa e la corresponsabilità dell’uomo qualunque
Chiunque può dare testimonianza di santità, a prescindere dal proprio “status” ecclesiale. E tante volte, più si è anticonvenzionali, maggiore è la possibilità di essere ascoltati
Il recente riconoscimento delle virtù eroiche di alcuni laici cristiani offre nuovi spunti di riflessione sui diversi carismi e ruoli nella Chiesa. I decreti, approvati dal Papa a inizio di questo mese, riguardano un personaggio noto e affermato, come Giorgio La Pira, ma anche due adolescenti, il milanese Carlo Acutis e la spagnola Alessia González-Barros, morti rispettivamente nel 2006 e nel 1985, che hanno sublimato nella fede in Gesù le sofferenze della malattia. Il messaggio è chiaro: chiunque può dare testimonianza di santità, a prescindere dalla propria condizione ovvero proprio in forza di questa. Il laico è la persona che vive nel mondo, “compromesso” nella straordinaria avventura della ferialità.
Il libro della vita ha infinite pagine, ognuna diversa dall’altra. Allo stesso modo l’album dei santi, che non è una raccolta di immaginette, sebbene ci sia sempre la tentazione degli stereotipi. «Tutti nascono originali, ma molti muoiono fotocopie», ha detto Carlo Acutis, offrendo una stilla di saggezza nonostante la sua giovanissima età. Si può far del bene e annunciare l’amore di Dio in mille modi. Anzi, più si è anticonvenzionali maggiore è la possibilità di essere evangelicamente contaminanti. Mi ha detto tempo fa un ex consacrato che ha scelto di tornare a vivere da laico: «Hai fatto caso che, se un tema di fede è proposto da un prete, l’atteggiamento di chi ascolta è spesso improntato a scetticismo? “Dice questo perché è il suo mestiere…”. Se invece quella stessa cosa è detta da un uomo qualunque, l’attenzione cambia. Vorrei essere quell’uomo qualunque».
Certo, senza il sacerdote non è assicurata la presenza eucaristica e senza Eucarestia non c’è comunità cristiana. Ma nella Chiesa-comunione, in cui tutti i battezzati sono protagonisti, la logica “spartitoria” del potere sacro non ha più alcun senso. Le parole chiave sono corresponsabilità e pluralità, evitando di lanciare appelli alla collaborazione solo quando mancano i catechisti in parrocchia.
Illustrazione di Emanuele Fucecchi