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Santa Caterina del Sasso

L’eremo sospeso tra lago e cielo

Aggrappato a una costa rocciosa del Verbano, l’edificio sacro, fondato dal beato Alberto Besozzi oltre ottocento anni fa, oggi torna a nuova vita spirituale con l’arrivo della Fraternità francescana di Betania

La chiesa di Santa Caterina

Tutto ha inizio con una tempesta sul Lago Maggiore, oltre ottocento anni fa. Alberto Besozzi, un commerciante che faceva anche l’usuraio, viene colto da un nubifragio mentre con la sua barca sta facendo ritorno da uno mercato. Si vede spacciato e si rivolge a santa Caterina d’Alessandria promettendo che, se si fosse salvato, avrebbe cambiato vita. E così avviene: Alberto riesce a raggiungere a nuoto la sponda lombarda del Verbano, tra Laveno e Ispra, proprio ai piedi di una parete rocciosa che si getta direttamente nelle acque. La chiamano “Sasso Ballaro” perché spesso soggetta a frane. Lì si ritira in eremitaggio in una grotta, costruisce un sacello dedicato a santa Caterina e vi rimane fino alla morte, avvenuta in odore di santità.

Le genti del lago iniziano a venerare Alberto come beato e intorno alla sua grotta si raccolgono altri eremiti. Presto sorgono i primi edifici religiosi: alcune cappelle, poi riunite in un’unica chiesa, il caratteristico campanile e un piccolo convento.

Nasce così l’eremo di Santa Caterina del Sasso, uno dei luoghi sacri più suggestivi e fotografati del Lago Maggiore, frequentato ogni anno da 200 mila visitatori. Vi si custodisce ancora il corpo del “beato” Alberto in un’urna di cristallo che nel Settecento è stata protagonista di un altro evento ritenuto miracoloso dai contemporanei. Dalla parete rocciosa sopra l’eremo si era staccata l’ennesima frana e alcuni grandi massi avevano colpito la chiesa sfondando il tetto. Ma erano rimasti sospesi proprio sopra l’urna: ancora oggi si può vedere il buco nel soffitto.

Nei secoli si alternano all’eremo diversi ordini religiosi: prima, forse, gli Agostiniani, poi i Domenicani, quindi i frati di Sant’Ambrogio ad Nemus, poi ancora i Carmelitani, fino alla soppressione del 1770.

DALL’INCURIA ALLA RINASCITA
Seguono decenni di abbandono e incuria, fino a che nel 1970 il complesso viene acquistato dalla Provincia di Varese, che inizia importanti opere di restauro. Dagli anni Ottanta la notorietà dell’eremo si diffonde, iniziano ad arrivare molti turisti, ne parlano le riviste di viaggi, nel 1989 la Rai gira qui alcuni ciak per lo sceneggiato dei Promessi sposi (pazienza se si tratta di un falso storico perché Manzoni ambienta la vicenda sul lago di Como) e anche la proposta spirituale rinasce grazie alla presenza, per un decennio, del padre domenicano Angelo Maria Caccin. Poi, dal 1996 al 2018, sono stati presenti i laici Oblati benedettini, fino a che, dallo scorso aprile, per l’eremo è iniziata una nuova fase con l’arrivo di una comunità religiosa, la Fraternità francescana di Betania, che può garantire una stabile animazione pastorale e sacramentale.

«Abbiamo accettato la richiesta dell’arcivescovo di Milano di aprire a Santa Caterina una nuova comunità perché eravamo in cerca di un luogo che permettesse, almeno nei mesi di minor afflusso turistico, un’esperienza di vita “eremitica” ma anche perché è nella missione del nostro istituto essere aperti a offrire la vita cristiana a chiunque voglia condividerne un tratto», spiega padre Paolo Crivelli, 52 anni, svizzero del Canton Ticino, superiore generale della Fraternità di Betania. «Già nei primi mesi di presenza abbiamo visto che in questo luogo, caratterizzato da secoli di vita di preghiera, si respira un forte senso spirituale e mi pare ci siano molte possibilità di annuncio ai tanti visitatori che lo frequentano».

CARISMA DELL’ACCOGLIENZA
La comunità è composta da padre Gabriele Panzeri, sorella Milena Cicoria e sorella Lucia Cane, cui si è aggiunto padre Paolo per collaborare almeno nei primi mesi all’avvio della presenza pastorale. «Il nostro», prosegue il superiore generale, «è un istituto, sia maschile che femminile, d’ispirazione carismatica, fondato nel 1982 da Padre Pancrazio, al secolo Nicola Gaudioso, un Cappuccino figlio spirituale di Padre Pio che fu molto sostenuto nella fondazione anche da don Tonino Bello. I nostri carismi sono la preghiera, la vita fraterna e l’accoglienza. Per ora ci siamo inseriti in punta di piedi: offriamo la celebrazione della Messa tutti i giorni, preceduta dal Rosario, siamo sempre disponibili all’incontro con i visitatori e alla celebrazione della Riconciliazione, abbiamo iniziato ad accogliere gruppi parrocchiali del circondario che vengono qui per ritiri e pellegrinaggi. In futuro speriamo di ricavare almeno qualche posto letto per poter dare ospitalità a preti e laici che vogliano condividere con noi qualche giorno».

OASI DI SILENZIO
Tutto intorno il paesaggio è una meraviglia: dalle logge rinascimentali aggrappate alla roccia la vista spazia su un ampio tratto del Lago Maggiore, da Angera fino al golfo delle isole Borromee. Si devono lasciare alle spalle il caos e la frenesia, perché si può arrivare all’eremo solo scendendo un ripido sentiero a picco sul lago (per chi ha difficoltà motorie è disponibile un ascensore) oppure con i battelli che approdano al piccolo pontile proprio sotto il convento. Anche quando i turisti sono tanti l’ambiente particolare aiuta tutti a rispettare il clima di raccoglimento. Nel silenzio rotto dalla risacca delle onde, si passeggia tra i diversi edifici dell’eremo che nella varietà degli stili – dal romanico al barocco passando per il gotico – rispecchiano in pieno la lunga e intricata storia del complesso sacro.

A Santa Caterina del Sasso la bellezza della natura e dell’arte è uno straordinario viatico per alzare lo sguardo verso il cielo.
  

LA SANTA VENUTA DALL’EGITTO
Santa Caterina fu martirizzata nel 305 ad Alessandria d’Egitto. In occasione di una celebrazione voluta dall’imperatore, Caterina si rifiutò di fare sacrifici agli dèi, dicendo: «Gesù Cristo con la croce ha liberato l’umanità dall’inferno». Per questo fu uccisa. Secondo la tradizione, gli angeli trasportarono il suo corpo  sul monte Sinai, dove ancora oggi è venerata da ortodossi e cattolici in un celebre monastero. Il suo culto giunse in Italia tramite i Crociati. È patrona dei filosofi, delle sarte e dei naviganti.
   

ORGANIZZARE LA VISITA
L’eremo di Santa Caterina del Sasso si trova nel Comune di Leggiuno (Varese). Dal parcheggio si accede con una ripida discesa che si può percorrere solo a piedi o con un ascensore. Accesso via lago con i battelli di linea da Stresa (www.navigazionelaghi.it). Apertura: tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30. L’accesso al complesso sacro è a pagamento (5 €) tranne per chi si reca alle celebrazioni. Messa tutti i giorni alle 18. Rosario (domenica e festivi) ore 17.30. Info su www.santacaterinadelsasso.com.
    

Testo e foto di Paolo Rappellino

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