N. 3 - 2018 21 gennaio 2018
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L’etica del sudore per garantire lavoro ai giovani

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Ite, missa est di Enzo Romeo

L’etica del sudore per garantire lavoro ai giovani

La più grande emergenza sociale di questo paese è la disoccupazione giovanile, ma la soluzione passa per necessità dallo spirito di sacrificio

Ite missa est. Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Lo si è detto tante volte: occorre un nuovo patto per il lavoro tra Stato, aziende e nuove generazioni. Non si possono sacrificare sull’altare del Pil diritti acquisiti con tante lotte sindacali e costringere i giovani a lavori precari e sottopagati. Si deve resistere alla tentazione del «massimo-profitto-nel minor-tempo» e aprirsi a una prospettiva più ampia, sapendo che alla fine paga sempre far crescere e motivare un dipendente, anziché spremerlo.

I giovani, dal canto loro, devono ritrovare l’etica del fare, liberandosi dai virtualismi dell’era digitale in cui tutto rischia d’essere intangibile. Torna in mente la frase rivolta da Dio ad Adamo: «Ti procurerai il pane con il sudore del tuo volto» (Genesi 3,19). Tradotto col linguaggio del Nuovo Testamento, si potrebbe dire: non esiste nessuna scappatoia dalla croce.

Di questa verità farebbe bene a tener conto chi si affaccia su quello che con termine orribile è chiamato il «mercato occupazionale». Non è questione di «vendere» e «comprare» manodopera o prestazioni intellettuali; si tratta di realizzare la propria vita incrociandola con un progetto di lavoro in cui si possa dare e ricevere. Ma occorre sudare. Sebbene i progressi tecnologici ci diano l’illusione che sudare non serva più, perché tutto è a portata di clic. Il religioso Carlo Carretto diceva che la cosa più deleteria per la virtù cristiana è la pigrizia, che fa ripiegare nel dolce far niente. Col sedere incollato per ore alla sedia, davanti a un computer, con levate al mattino il più tardi possibile, con giornate in cui il sacrificio è sistematicamente escluso, sarà diffi?cile costruire un futuro lavorativo stabile e gratificante.

La cosiddetta civiltà del benessere, basata sull’edonismo e sul mito dell’opulenza, ha mostrato le sue falle con la crisi sistemica di questi decenni. E i cristiani, a cui è stata tolta la prospettiva della croce – sì, ancora questa parola! – si sono ridotti a pagani battezzati. Ora evitiamo che siano i nostri figli a pagarne le conseguenze.

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

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