Gustiamo e doniamo agli altri la gioia della fede, certi che il padre ci ama come figli
Il domenicano Timothy Radcliffe ci ricorda che «Dio ama le persone gioiose». La serenità interiore propria del cristiano…
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INSIEME di don Antonio Rizzolo
Gustiamo e doniamo agli altri la gioia della fede, certi che il padre ci ama come figli
Il domenicano Timothy Radcliffe ci ricorda che «Dio ama le persone gioiose». La serenità interiore propria del cristiano nasce dall’amore di Dio e dalla comunione con i fratelli
Cari amici lettori, in questo numero vi presentiamo un personaggio straordinario, il domenicano Timothy Radcliffe. Biblista, teologo, autore di libri di successo, ma soprattutto testimone della gioia della fede (che è anche il sottotitolo della nostra rivista). Con il suo sorriso, padre Timothy fa venire in mente il suo leggendario conterraneo frate Tuck, compagno di Robin Hood, noto per la giovialità e il grande cuore. Come spiega nella nostra intervista, lo stesso Vangelo di Giovanni «inizia con le nozze di Cana, cioè con Gesù a una festa». Conclude Radcliffe: «Dio ama le persone gioiose».
La gioia cristiana è un motivo ricorrente anche nel magistero di papa Francesco. Nasce dalla fede in Cristo e non è finta come quella che ci promette il nostro mondo consumistico, ma è autentica, profonda, piena. Niente e nessuno ce la può togliere. Perché scaturisce dal sentirsi amati da Dio e dall’amare i fratelli. Lo spiega bene Gesù nel Vangelo, quando chiede ai suoi discepoli, e quindi anche a noi, di accogliere l’amore del Padre e di mettere in pratica la sua volontà. Dice infatti: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore». E aggiunge: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi». Ed ecco la conseguenza: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (vedi Giovanni 15,9-12).
Oggi si nota un grande contrasto: la pubblicità è piena di volti sorridenti e di promesse di felicità, mentre tanta gente che incontriamo per strada ha la faccia triste e tirata. Magari queste stesse persone su internet si abbandonano a insulti, a parole violente e piene di odio, dimostrando di avere il cuore appesantito, chiuso nella paura e nella solitudine. Il messaggio cristiano è una testimonianza di gioia. Il consumismo, scrive papa Francesco nella Gaudete et exsultate, «può offrire piaceri occasionali e passeggeri, ma non gioia». La gioia cristiana, invece, «è una sicurezza interiore, una serenità piena di speranza». È la gioia che «si vive in comunione, che si condivide e si partecipa, perché “si è più beati nel dare che nel ricevere” (Atti 20,35)». Cari amici, mi auguro e vi auguro di gustare sempre la gioia della fede e di testimoniarla. Nei momenti duri, nei tempi di croce, affidiamo ogni cosa al Signore. Come scrive il Papa, «niente può distruggere la gioia soprannaturale, che “si adatta e si trasforma, e sempre rimane almeno come uno spiraglio di luce che nasce dalla certezza personale di essere infinitamente amato, al di là di tutto”».