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Santuari mariani in Sardegna
L’isola di Maria
È celeberrima Nostra Signora di Bonaria, il santuario di Cagliari che ha dato il nome a Buenos Aires e che è stato visitato anche da papa Francesco, ma in Sardegna ci sono molti altri gioielli di arte e fede dove tutto parla di Maria
C’è un profondo legame tra la figura della Vergine Maria e la Sardegna. Il 24 aprile del 1970 il papa di allora, san Paolo VI, dal sagrato della basilica Nostra Signora di Bonaria a Cagliari pronunciò la famosa frase: «Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a Lui ci conduce».
ARRIVATA DAL MARE
La basilica e il simulacro della Madonna di Bonaria sono patrimonio della storia della Sardegna e le visite di quattro Papi in meno di mezzo secolo (vi si sono recati pellegrini anche Giovanni Paolo II nel l’ottobre del 1985, Benedetto XVI nel settembre del 2008 e Francesco nel settembre del 2013) confermano come anche la Chiesa nutra uno speciale legame con Bonaria. In particolare papa Bergoglio ha voluto visitare il santuario cagliaritano il 22 settembre 2013, pochi mesi dopo l’elezione al soglio pontificio, perché la Madonna di Bonaria ha dato il nome alla capitale argentina: Buenos Aires, che in spagnolo significa proprio «buona aria».
Dal 1350, anno nel quale la statua della Madonna giunse sulla spiaggia all’interno di una cassa andata alla deriva, forse a seguito di un naufragio, il colle è luogo di preghiera e di ascolto, nel santuario prima e nell’imponente basilica poi: riferimento per i sardi, custodito dai religiosi dell’ordine di Santa Maria della Mercede, fondato otto secoli fa da Pietro Nolasco in Spagna. «Per noi Mercedari», dice il rettore padre Giovannino Tolu, «qui a Bonaria il lavoro non manca. Il santuario è aperto tutti i giorni: riceviamo e ascoltiamo tantissime persone, oltre ai fedeli della parrocchia. Il nostro ordine ha come missione la redenzione degli schiavi e se oggi non ci sono più episodi di schiavitù come in passato, sono tante le persone che vivono condizioni di schiavitù morali alle quali cerchiamo di dare conforto».
SANTA MARIA DE IS AQUAS
La devozione mariana in Sardegna non è solo Bonaria. Anzi l’isola è punteggiata come un manto di stelle di numerose chiese e santuari dedicati alla Vergine: Nostra Signora delle Grazie a Nuoro, Madonna delle Grazie a Sassari, Nostra Signora del Rimedio a Oristano, Nostra Signora di Valverde ad Alghero, tanto per citare alcuni dei più importanti e celebri per devozione, pur non potendoli presentare per ragioni di spazio.
A meno di 60 chilometri da Cagliari, nella pianura del Campidano, sorge invece il santuario di Santa Maria de is Aquas, titolo della patrona della diocesi di Ales - Terralba. Sorge nei pressi di un impianto termale già attivo dall’epoca romana. Nel 1200 venne edificata la chiesa gotica che ha custodito il simulacro della Vergine, scampato alle incursioni barbaresche dell’antico villaggio di Villa Abbas, è stato ritrovato poi vicino ad una fonte termale, da qui il nome di «Santa Maria de is Aquas», «delle acque».
Per evitarne il possibile furto la statua nel corso dell’anno viene custodito nella parrocchiale di Sardara, comune nel quale ricade il santuario mariano. Ma il penultimo lunedì di settembre viene trasferito in processione verso la chiesetta gotica per la festa, alla presenza del vescovo e del clero diocesano. Le celebrazioni si protraggono per alcuni giorni con la partecipazione di numerosi fedeli provenienti non solo da tutta la diocesi ma anche dalle zone dell’oristanese.
NOSTRA SIGNORA DI GONARE
Nel cuore della Barbagia sorge invece il santuario di Nostra Signora di Gonare, dal nome della località ove è ubicata la chiesa, tra i comuni di Sarule e Orani, caso più unico che raro, con le due comunità che assicurano la custodia del tempio posto sul monte omonimo. La leggenda vuole sia stato edificato in uno spuntone di roccia a 1.120 metri sul livello del mare, da Gonario II (da qui il nome del sito), giudice di Torres, nel XII secolo, dopo essere scampato a un naufragio nel viaggio di ritorno dalla seconda crociata in Terra Santa. L’impianto attuale della chiesa però risalirebbe al XVII secolo, come confermato da un documento della visita pastorale del vescovo di Alghero, monsignor Nicolò Cannavera, nel maggio 1608.
Fino al 2017 i comitati dei due comuni nuoresi gestivano in alternanza la festa che da fine agosto arriva ai primi di settembre: dallo scorso anno invece i due sodalizi si sono riuniti e hanno lavorato di concerto per assicurare che le celebrazioni mantengano la fedeltà alla tradizione. Tra le tradizioni legate al santuario di Gonare c’è la produzioni e distribuzione de «su coccone ‘e vintichimbe», il pane, al quale viene applicato il timbro con l’effige della Madonna, che viene distribuito ai pellegrini in occasione della festa a Gonare il 25 marzo, festa liturgica dell’Annunciazione.
SANTA MARIA DEL REGNO
In quella che era la residenza privilegiata del regno di Torres, Ardara, in provincia di Sassari, sorge la chiesa di Nostra Signora del Regno, una cappella palatina di straordinaria bellezza. Eretta insieme al castello nell’XI secolo, la chiesa contiene il Retablo maggiore di Ardara, polittico degli inizi del XVI secolo. Si tratta del più grande polittico cinquecentesco in Sardegna. L’opera, alta circa dieci metri e larga sei, sistemata dietro l’altare, è composta da trentuno tavole con le rappresentazioni di santi e profeti, oltre alla vita di Maria. Al centro del retablo è presente la statua di Nostra Signora del Regno, con la Madonna tiene in braccio il bambino Gesù, rivestita delle insegne regali. Il polittico è corredato da un’iscrizione con il nome dell’autore, Giovanni Muru, e l’anno di esecuzione, il 1515.
Una chiesa quella di Ardara che nel corso dell’anno vede il passaggio di non meno di 15 mila visitatori. «Si tratta», dice il rettore e parroco don Paolo Appeddu, «di persone che giungono da altre zone dell’isola ma anche di turisti provenienti dall’estero. Lo sforzo che facciamo è quello di far convivere i temi della fede, che sono centrali, e quelli della cultura e dell’arte. A luglio si rinnova l’iniziativa “All’ombra della basilica”, appuntamento culturale che, come altre iniziative, portiamo avanti con la Pro Loco, il Comune e il gruppo medievale».
Quattro santuari, quattro tappe che, aiutano il pellegrino a rivolgersi a Maria con le parole di papa Francesco a Bonaria: «Madre, donaci il tuo sguardo! Il tuo sguardo ci porta a Dio, il tuo sguardo è un dono del Padre buono, che ci attende ad ogni svolta del nostro cammino».
ORGANIZZARE LA VISITA
Per raggiungere il santuario di Bonaria a Cagliari è sufficiente, una volta sbarcati dalla nave o dall’aereo, prendere un taxi o un mezzo pubblico e in pochi minuti lo si raggiunge facilmente, visto che è posto nella zona marittimo-portuale della città. La basilica è aperta dalle 6.30 alle 19.30 (feriali) e dalle 6.30 alle 21 (festivi). Altre informazioni su www.bonaria.eu. Il santuario di Santa Maria de is Aquas è raggiungibile in auto attraverso la strada statale 131, a circa 50 chilometri da Cagliari, ed è ben segnalato. Attorno alla chiesa è disponibile un’area attrezzata per picnic. Per raggiungere la chiesa di Nostra Signora di Gonare occorre addentrarsi nelle zone interne dell’isola: una volta lasciata la statale 131 Dcn all’uscita per Sarule-Gavoi, dopo pochi chilometri si arriva a qualche centinaio di metri dal santuario, raggiungibile a piedi. Infine per visitare il santuario di Nostra Signora del Regno ad Ardara se si proviene da Olbia, sia via mare che in aereo, occorre percorrere le statali SS597 e SS729, e in poco più di un’ora si giunge alla chiesa medievale.
Testo di Roberto Comparetti