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Addio a Navarro Valls, la “voce” di Wojtyla
In occasione della morte ricordiamo lo storico portavoce di Giovanni Paolo II, con il quale collaborò dando una forte impronta…
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Addio a Navarro Valls, la “voce” di Wojtyla
In occasione della morte ricordiamo lo storico portavoce di Giovanni Paolo II, con il quale collaborò dando una forte impronta a quel pontificato
Joaquín Navarro Valls è stato la voce di Giovanni Paolo II, che lo aveva scelto per svecchiare la comunicazione della Santa Sede. Entrambi erano dei moderni tradizionalisti: l’impronta polacca di Wojtyla si sovrapponeva a quella spagnola di Navarro. In fondo, Giovanni Paolo II applicava alla propria nazione, ancora sotto il tallone sovietico, l’idea di reconquista che ha marcato la fede cattolica in Spagna dopo la liberazione dai “mori”.
Sempre distinto ed elegante, Navarro Valls incuteva un certo timore reverenziale, specie ai più giovani (e io tra loro) che in quegli anni frequentavano la Sala stampa di via della Conciliazione. Le colleghe subivano tutte il suo fascino, pur sapendo che non c’era alcuna speranza di flirtare con lui, numerario dell’Opus Dei.
L’appartenenza a questa organizzazione marcò lo stile e a volte la strategia di Navarro Valls. Si trattava di battagliare contro scristianizzazione e indifferentismo religioso, che dilagavano in Occidente, a cominciare dalla nazione-madre dell’Opus, la Spagna. I risultati ottenuti non sono stati quelli sperati e oggi abbiamo la Chiesa ospedale-da-campo di Bergoglio, che cambia la prospettiva dell’annuncio: non più una riconquista di posizioni in un mondo lontano dalla fede, ma un aiuto da offrire avendo come unico vessillo la misericordia.
Tuttavia, anche un conquistador come Navarro Valls, attraverso la malattia di Giovanni Paolo II, fece l’esperienza della finitudine, insita nel credo del Dio della croce. Ricordo un drammatico viaggio in Ungheria, era il 1996: vedendo i tremori fisici del Papa, noi giornalisti al seguito incalzammo Navarro, che alla fine ammise un disturbo del Papa «alla fascia extra piramidale». Non erano altro che i segni del Parkinson.
Man mano che la malattia rendeva “muto” Wojtyla, Navarro Valls ne diveniva il megafono. Altri tempi. Anche adesso il portavoce papale è un impeccabile uomo dell’Opus Dei, l’americano Greg Burke, ma c’è poco da mediare e interpretare di fronte al linguaggio diretto di Bergoglio.
Illustrazione di Emanuele Fucecchi