N. 30 - 2018 29 luglio 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Il nostro impegno di cristiani è custodire sempre la vita. Ogni vita

Una nota della presidenza Cei sul tema dei migranti invita a vincere la paura e a dare spazio alla fraternità. evitando parole…

Attilio Fontana

San Pio mi ha conquistato, sulla scena e nella vita

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Padre Cesare Truqui

L’esorcismo non è magia, ma ministero di misericordia

Allievo di padre Gabriele Amorth, il religioso messicano esercita in Svizzera. A Credere spiega in cosa consiste la sua attività:…

Verso il Sinodo dei giovani

Tutti chiamati a diventare santi

Altro che bamboccioni, alcuni giovani di ieri e di oggi hanno fatto della loro vita una luminosa testimonianza di fede e…

Spagna

Pellegrini sui passi di sant’Ignazio

Da Loyola al santuario di Montserrat: il primo tratto dell’itinerario che il santo percorse a piedi per andare a Gerusalemme…

Ite, missa est di Emanuele Fant

Piccola storia edificante di mezza estate

Una messa organizzata all’aperto, i fedeli che collaborano all’evento, e un temporale che sembra guastare tutto. Sembra...

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Ite, missa est di Emanuele Fant

Piccola storia edificante di mezza estate

Una messa organizzata all’aperto, i fedeli che collaborano all’evento, e un temporale che sembra guastare tutto. Sembra...

Ite missa est. Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Il mio paesino è tagliato in due dalla ferrovia. La chiesa sta di qua, con la posta, il comune e la maggior parte delle case. Altre abitazioni sorgono al di là dei binari. Il mio parroco ha deciso che sarebbe stato un bel gesto di vicinanza celebrare una Messa nella metà meno servita, ma popolata densamente.

L’implacabile macchina organizzativa parrocchiale si è messa in moto per trasformare un parco pubblico in luogo adatto alla funzione: generose vecchine hanno decorato un tavolo rendendolo un altare. Valenti pensionati muniti di furgone hanno trasferito le panche arancioni pieghevoli. Un gazebo giallo limone è stato eletto a sacrestia temporanea. Tutto perfetto, in tempo da record e senza nessuna complicazione. Il sole caldo nel cielo sembrava confermare.

Il coro ha intonato il canto di ingresso e insieme ai celebranti si sono affacciate, nel cielo, alcune nuvole scure. Con l’atto penitenziale, delle grosse gocce hanno deciso di bersagliare i presenti, diffondendo una certa preoccupazione. Dentro di me ha preso avvio la consueta riflessione che faccio quando le cose sante falliscono per ragioni accidentali: «Se è Dio che regola i temporali, perché adesso non interviene, preservando questo momento di comunione?».

Mentre la mia intelligenza provava a dipanare il quesito teologico, la pioggia faceva sul serio. I pochi forniti di ombrelli, hanno iniziato ad aprirli. Come fosse naturale, hanno invitato i vicini a ripararsi con loro, condividendo lo spazio asciutto anche con quattro persone. Da una casa sono arrivati altri ombrelli per il coro e due fedeli hanno usato il loro per coprire i celebranti.

Sotto lo scroscio dell’acqua, tutti sorridevano e la Messa ha assunto un altro tono, ormai per nulla formale: celebrare caparbiamente insieme, nonostante qualcosa sembri volercelo impedire, è l’occasione che cementava anche le prime comunità di cristiani. È bello vivere in un universo non casuale, dove persino i rovesci inaspettati rispondono a un disegno provvidenziale

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

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