n. 31 - 2016 31 luglio 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

La vita contemplativa, il cuore orante di cui oggi abbiamo bisogno

Il Papa ha scritto un documento dedicato alle monache di clausura. La loro vita e la loro preghiera ci ricordano il senso…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

La vita contemplativa, il cuore orante di cui oggi abbiamo bisogno

Il Papa ha scritto un documento dedicato alle monache di clausura. La loro vita e la loro preghiera ci ricordano il senso della nostra vita: cercare il volto di Dio

 

Cari amici lettori, questo numero nel gergo dei giornali è chiamato «cieco». Infatti, è stato chiuso in redazione lunedì 25 luglio e ha la data di domenica 31. Non possiamo parlare della Gmg e del viaggio di papa Francesco in Polonia perché quando scriviamo non sono ancora iniziati, mentre quando la rivista arriva a voi lettori gli eventi sono in pieno svolgimento o già finiti. Sono i limiti di un settimanale. Ma non temete: sul n. 32 ci sarà un bel resoconto del Giubileo dei giovani di Cracovia. Intanto, su questo numero, vi presentiamo uno dei gruppi di musica cristiana più famosi al mondo, il Gen Rosso, che sarà tra i protagonisti proprio alla Gmg.

Approfitto, però, di questo «numero cieco» per raccontarvi di un recente documento magisteriale di papa Francesco, dedicato alle suore di clausura e intitolato Vultum Dei quaerere («La ricerca del volto di Dio»). Forse vi chiederete che interesse possiamo avere noi per le suore di clausura. Anzi, forse per qualcuno di voi la loro è una vita sprecata. Lo pensava anche il grande scrittore francese Victor Hugo, che nel suo peraltro bellissimo romanzo I miserabili descrive i conventi femminili come un realtà austera e cupa, perché senza libertà. Anche se gli appare «venerabile» chiunque si esili nel chiostro «in quest’ora in cui tanti uomini hanno la fronte bassa e l’anima poco alta, tra tanti viventi che hanno come unica morale il godimento e che si occupano delle cose brevi e difformi della materia».

In realtà, come ricorda il Papa, le suore di clausura sono il «cuore orante» della Chiesa, «custode di gratuità e di ricca fecondità apostolica». Vengono in mente le parole di santa Teresina: «Compresi che la Chiesa ha un cuore, un cuore bruciato dall’amore. Capii che, spento questo amore, gli apostoli non avrebbero più annunziato il Vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue...». Nel nostro mondo, dove sembrano contare solo il potere, l’avere e l’apparire, abbiamo bisogno di qualcuno che ci ricordi ciò che conta davvero, che ci richiami il valore del silenzio, dell’ascolto, della fraternità. Come scrive Francesco, queste sorelle hanno un ruolo fondamentale. «Pregate e intercedete», le esorta, «per tanti fratelli e sorelle che sono carcerati, migranti, rifugiati e perseguitati, per tante famiglie ferite, per le persone senza lavoro, per i poveri, per i malati, per le vittime delle dipendenze... Attraverso la preghiera voi, giorno e notte, avvicinate al Signore la vita di tanti fratelli e sorelle che non possono raggiungerlo per fare esperienza della sua misericordia risanatrice, mentre lui li attende per fare loro grazia».

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