N. 31 - 2017 30 luglio 2017
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Sardegna

Il cammino di Santu Jacu

L’antico legame dell’isola con la Spagna emerge dalle numerose chiese dedicate a san Giacomo, l’apostolo dell’itinerario che giunge a Santiago de Compostela. Ora quattro percorsi uniscono queste località sarde per andare alla scoperta di veri tesori di fede, arte e natura

La basilica della Santissima Trinità di Saccargia

Oltre cento Comuni sui 377 della Sardegna sono interessati al cammino di Santu Jacu. Basterebbe questo dato per capire quali potenzialità può avere il percorso che, da nord a sud e da est a ovest della Sardegna, porta il nome di san Giacomo, l’apostolo venerato nella cattedrale spagnola di Santiago de Compostela. La storia isolana è fortemente caratterizzata dalla presenza catalano-aragonese, visti gli oltre quattro secoli di dominio sulla Sardegna, con le tradizioni della fede che hanno necessariamente un riferimento alla penisola iberica: un lascito particolare è quello di san Giacomo, il cui culto è diffusissimo nell’isola, con decine di chiese a lui dedicate.

COME IL CAMMINO DI SANTIAGO
Per questo già dal 2007 a Mandas, comune a una cinquantina di chilometri da Cagliari, che ha una splendida chiesa dedicata all’apostolo, ci si è mossi per dare vita ad un cammino simile a quelli di grande successo che caratterizzano la Spagna, visto anche il crescente numero di sardi che da tempo intraprendevano il cammino di Santiago.

Così nel 2009 si inizia a delineare il possibile avvio del cammino sardo, il cammino di Santu Jacu appunto, con un gruppo di volontari che ha dato vita prima agli “Amici del Cammino”, trasferendo poi tutto su una pagina Facebook, quest’ultima curata da Fabio Valibero, responsabile anche del sito. «Il pellegrino è colui che, affrontando pericoli e percorrendo terre a lui sconosciute, trasforma le sue esperienze in conoscenza e saggezza, vivendo fuori dai canoni “normali”. Da qui lo stupore e talvolta l’ammirazione di gente che viene a sapere che hai marciato a piedi per giorni interi», racconta Valibero.

A Mandas nasce anche il primo ostello che diventa base d’appoggio e di supporto, grazie al sindaco di allora, Umberto Oppus, che si impegna a sostenere l’opera dei volontari attivando anche contatti con la Regione per dare gambe al progetto.

Il cammino pian piano cresce a piccoli passi con i volontari che presentano questa nuova opportunità in Italia e nel resto d’Europa. I primi pellegrini giungono in Sardegna e sono loro a fare da cassa di risonanza a questa nuova opportunità che si apriva per gli appassionati dei cammini. È il passaparola a richiamare i primi escursionisti e pellegrini.

QUATTRO PERCORSI
Quattro le direttrici lungo le quali il cammino di Santu Jacu si dipana. La prima è un asse centrale che da Cagliari attraversa l’isola da sud a nord. Dalla chiesa di San Giacomo nello storico quartiere di Villanova a Cagliari alla cattedrale dell’antica diocesi di Dolia a Dolianova, accanto alla splendida chiesa di San Giacomo a Soleminis. Ci si addentra poi nelle zone interne, scarsamente popolate ma ricche di segni della fede come la chiesa di San Giacomo a Goni, per arrivare quindi a Mandas e alla sua parrocchiale dedicata al santo, visibile dalla pianura della Trexenta.

Il cammino prosegue poi nelle zone della Barbagia toccando centri come Nugheddu Santa Vittoria e Noragugume, due piccoli paesi che conservano splendide chiese dedicate a San Giacomo, fino ad arrivare a Ozieri, sede vescovile, per poi fare tappa nella celebre basilica di Saccargia, nel territorio di Codrongianus, e giungere così a Porto Torres, meta finale di questo asse.

C’è poi la variante ovest che da Noragugume porta a Oristano, attraversando ancora la Barbagia, l’altopiano di Abbasanta per poi spostarsi sulla costa e arrivare nell’antica capitale giudicale, mentre la variante est porta i pellegrini lungo due rotte da Ozieri a Orosei e da Orosei a Olbia, attraversando territori splendidi dal punto di vista naturalistico, costellati da piccole chiese campestri, spesso al centro di festeggiamenti molto sentiti dalle popolazioni locali.

Suggestivo invece il percorso nel sud ovest della Sardegna, che tocca il Sulcis delle miniere e il relativo arcipelago. Partendo da Cagliari, attraversando anche zone montuose, si giunge a sant’Antioco, centro che conserva catacombe di epoca romana e la basilica con il santo patrono della Sardegna, sant’Antioco martire, uno dei tanti cristiani giunti in Sardegna come condannati ad metalla (cioè ai lavori forzati nelle miniere) per la loro fede. Il percorso è davvero particolare tra i monti, accanto ai siti minerari con le loro piccole chiese, e la costa, con la possibilità di camminare per 60 chilometri sull’isola di San Pietro, colonia ligure dove è venerata una polena con il titolo di Madonna dello Schiavo.

La particolarità di questi percorsi è che possono essere attraversati nei due sensi: ciascuno può scegliere da dove partire e dove arrivare, dai cinque punti di partenza e di arrivo: Cagliari, Porto Torres, Olbia, Oristano, le isole del Sulcis.

UN CAMMINO IN CRESCITA
Le potenzialità ci sono tutte. Si tratta di avviare un percorso di consolidamento dell’esistente. Una strada che Mandas, Comune capofila del cammino, sta percorrendo.

Spiega il sindaco Marco Pisano: «Stiamo lavorando di concerto con la Regione, per arrivare a definire tutti gli aspetti inerenti la struttura del cammino e ci auguriamo che a breve si possa presentare un progetto organico».

OCCASIONE PER SCOPRIRE UNA SARDEGNA DIVERSA
Grazie al cammino di Santu Jacu è possibile scoprire una Sardegna che spesso non appare sulle riviste patinate o negli itinerari “mordi e fuggi”. Il comune capofila del cammino è Mandas, nel Sarcidano, a pochi chilometri dalla réggia nuragica di Barumini unica al mondo. Percorrendo il tratto di cammino che attraversa il Sulcis, con le relative isole, ci si immerge nella secolare cultura delle miniere, luogo di condanna per vescovi e cristiani dei primi secoli, ma si visita anche un’isola linguistica genovese come Carloforte dove, da quasi 300 anni, si è insediata una colonia ligure proveniente da Tabarka in Tunisia e che fu protagonista di uno degli ultimi episodi di schiavitù nell’epoca moderna, alla fine del Settecento. Il più lungo itinerario del cammino di Santu Jacu è quello che porta da un capo all’altro dell’isola, da nord a sud per oltre 400 chilometri, dove tra pianure e monti ci si immerge in panorami unici e irripetibili, nei quali spiccano le chiesette campestri, spesso isolate, unico retaggio di tanti villaggi che nel corso del tempo sono scomparsi.

ORGANIZZARE LA VISITA
Grazie al web è relativamente semplice addentrarsi nel cammino di Santu Jacu. Il riferimento Facebook è «Amici del cammino di Santu Jacu», mentre tutte le informazioni si trovano sul sito www.camminando.eu/wordpress/in-italia/il-cammino-di-santu-jacu. Qui è possibile anche reperire la cartina. Disponibili anche le tracce Gps.

CREDENZIALI E ALLOGGI
Per quanto riguarda le credenziali, nello stesso sito si trovano i riferimenti così come gli alloggi nei quali i pellegrini che percorrono il cammino possono trovare ospitalità: accanto all’accoglienza spartana nelle parrocchie, in strutture comunali o presso privati, sono disponibili convenzioni con strutture alberghiere e B&B. Anche in Sardegna è operativo il «Testimonium» (l’attestato di fine cammino) grazie al quale gli organizzatori possono anche contare le presenze.

Testo di Roberto Comparetti

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