N. 31 - 2019 4 agosto 2019
INSIEME di don Antonio Rizzolo

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Mario Cerciello Rega è stato ucciso mentre era in servizio. aveva 35 anni ed era sposato da soli 44 giorni. Dalla tragedia…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Un giovane carabiniere pieno d’amore e animato da una fede profonda

Mario Cerciello Rega è stato ucciso mentre era in servizio. aveva 35 anni ed era sposato da soli 44 giorni. Dalla tragedia è emerso l’esempio di una persona buona, sempre al servizio dei più poveri

 

Cari amici lettori, una delle notizie che più hanno colpito l’opinione pubblica in questi giorni è l’uccisione del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, 35 anni, sposato da soli 44 giorni con Rosa Maria. Per il suo assassinio sono stati fermati due giovani statunitensi. Non mi soffermo sugli inaccettabili commenti a caldo di alcune persone, alcune con ruoli istituzionali, tra cui addirittura un’insegnante. Una buona parte degli insulti era dovuta alle prime indiscrezioni, non verificate, che indicavano come colpevoli due nordafricani.

Voglio invece puntare l’attenzione sulla figura di questo giovane carabiniere. Invitandovi a pregare sia per lui che per la sua giovane sposa. È emerso subito, dalle parole dei colleghi dell’Arma e di chi lo conosceva bene, che era una persona buona e generosa, sempre pronta ad aiutare chi aveva bisogno. Così lo ricorda il padre francescano Casimiro Sedzimir, parroco a Somma Vesuviana, suo paese di origine. L’intervista completa la trovate in questo numero di Famiglia Cristiana. Lui e Rosa Maria, dice padre Casimiro, «erano arrivati in parrocchia felici, per coronare il loro sogno d’amore e cominciare, insieme, una nuova vita. Erano pieni di speranza e Mario era davvero un ragazzo d’oro. Insieme erano una coppia quasi d’altri tempi: avevano formato una vera famiglia cristiana».

Il suo modo di agire era speciale, spiega ancora il parroco, «una cosa che oggi non è facile trovare. Lui faceva le cose con amore. Che facesse il barelliere a Lourdes o portasse i pasti ai senzatetto della stazione Termini o regalasse i suoi vestiti o anche semplicemente ascoltasse qualcuno, faceva tutto con il cuore animato dalla sua profonda fede». Una fede molto maturata dopo la morte del padre Antonio, dieci anni fa, portato via da un male incurabile. «Mario ha preso la responsabilità della famiglia», ricorda padre Casimiro, «si è preso cura di tutti, si è fatto carico del dolore, soprattutto di quello della madre che stava molto molto male per la perdita del marito. In parrocchia accompagnava sempre la sorellina più piccola per il catechismo e gli incontri. Lui stesso veniva in parrocchia tutte le volte che gli era possibile e faceva ogni cosa con grande fede».

Ecco, anche nella tragedia appare un’immagine luminosa, il volto di questo servitore dello Stato attento agli ultimi, ai poveri, guidato dalla fede e da un amore umile e concreto. Non cediamo, allora, al male e al pessimismo, ma lasciamoci stimolare dall’esempio di Mario a cercare sempre il bene.

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