N. 32 - 2018 12 agosto 2018
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Ite, missa est di Emanuele Fant

Se lo Spirito fa strani giri

Le rovine di un glorioso monastero possono far presagire un futuro senza cristianesimo, ma forse siamo noi a non percepire…

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Ite, missa est di Emanuele Fant

Se lo Spirito fa strani giri

Le rovine di un glorioso monastero possono far presagire un futuro senza cristianesimo, ma forse siamo noi a non percepire le forme della sua presenza

Ite missa est. Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Sognavo da tempo di visitare Cluny, la maggiore abbazia del Medioevo cristiano. Mi affascinava la sua straordinaria parabola: fondata nel 910 da religiosi benedettini, fu in grado di estendere la sua influenza amministrativa dalla Polonia al Portogallo.

L’ineguagliabile successo di questa multinazionale dello spirito aveva il suo riflesso nella sede principale: la chiesa nel paesino di Cluny. La sua architettura lasciava senza fiato i pellegrini: volte di 30 metri, eccezionali capitelli istoriati, sculture lignee di valore enorme.

Peccato che di tanti sublimi prodotti dell’ingegno cristiano, io abbia visto solo l’8 per cento. È questa la sconfortante quantità di rovine sopravvissute all’avanzata del tempo. Alla spinta propulsiva iniziale sono seguiti secoli di decadenza, ai quali la Rivoluzione francese ha dato il colpo di grazia: il terreno dell’abbazia fu venduto e i suoi muri trasformati in una cava di pietre.

Ho lasciato il sito incantato dai pochi frammenti, ma accompagnato da una vaga inquietudine: stiamo percorrendo un cammino che polverizzerà in questo modo tutto l’Occidente cristiano? Guidando soprappensiero per tornare in albergo, ho notato una indicazione stradale: Taizé. Conoscevo di nome la comunità francese fondata negli anni Quaranta da frère Roger, ma non immaginavo che si trovasse tanto vicino al famoso monastero. Ho scalato con l’auto una piccola collina e, sulla cima, mi aspettava uno spettacolo a dir poco vitale: centinaia di ragazzi da tutta Europa, alloggiati nelle tende, intenti a rassettare gli spazi comuni, altri impegnati in discussioni.

Al suono di una campana, tutti sono sciamati nella vasta chiesa simile a un capannone con la moquette. Hanno levato le scarpe, e hanno iniziato a cantare. Una lunga fila di monaci ha fatto il suo ingresso al centro dell’assemblea e io, confortato, ho capito che forma avevano preso i cappucci estinti nella sontuosa abbazia lì vicino. A volte lo Spirito fa strani giri, rispettando, curiosamente, la geografia dei suoi semi.

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

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