N. 33 - 18 agosto 2019 18 agosto 2019
INSIEME di don Antonio Rizzolo

È vero figlio di Maria chi aiuta e conforta contribuendo ad una vera fraternità

Le parole di Pio XII, che ha istituito la festa della Beata Vergine Regina, ci invitano a onorare la Madre di Dio imitando…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

È vero figlio di Maria chi aiuta e conforta contribuendo ad una vera fraternità

Le parole di Pio XII, che ha istituito la festa della Beata Vergine Regina, ci invitano a onorare la Madre di Dio imitando le sue virtù. Un appello su cui riflettere in questo tempo di vacanza e di riposo

 

Cari amici lettori, Cari amici lettori, siamo giunti a metà del mese di agosto, solitamente dedicato alle vacanze. Il mio pensiero e il mio augurio è che questo sia davvero un tempo di riposo e di recupero delle forze. La situazione della nostra Italia non è delle migliori, da tanti punti di vista, ma dobbiamo guardare con fiducia al futuro, continuando a impegnarci nel bene. Un ricordo particolare va a tutti coloro che non possono permettersi una vacanza, agli anziani e ai malati, alle persone sole. Non lasciatevi abbattere, chiedete al Signore la forza e il sostegno.

Confidate anche nell’intercessione della Beata Vergine Maria. In questi giorni celebriamo la solennità della sua Assunzione e il 22 agosto la onoriamo come Regina. Talvolta accade che la vacanza diventi tempo di dissipazione o addirittura di depressione. Alzando lo sguardo verso la Madre di Dio il nostro volto si può rasserenare e noi possiamo recuperare fiducia e coraggio. È quanto invitava a fare Pio XII, che ha istituito nel 1954 la festa di Maria Regina. In un radiomessaggio di quell’anno, egli così ne spiegava il senso: «Non si possono rappresentare le maraviglie del cielo che mediante le parole e le espressioni, ben imperfette, del linguaggio umano: ma ciò non significa punto che, per onorare Maria, si debba aderire ad una determinata forma di governo o ad una particolare struttura politica». Qual è, allora, l’origine della regalità di Maria? È «il momento solenne», spiegava, «che illumina tutta la sua persona e la sua missione, quello in cui, piena di grazia, rivolse all’Arcangelo Gabriele il “Fiat”, che esprimeva il suo assenso alla disposizione divina; in tal guisa Ella diveniva Madre di Dio e Regina, e riceveva l’ufficio regale di vegliare sulla unità e la pace del genere umano».

Nell’enciclica Ad Caeli Reginam papa Pacelli traeva alcune conseguenze della venerazione per Maria Regina. Prima di tutto, scriveva, «nessuno osi pronunciare empie bestemmie, indice di animo corrotto, contro questo nome ornato di tanta maestà e venerando per la grazia materna; e neppure si osi mancare in qualche modo di rispetto ad esso». In secondo luogo, «tutti si sforzino di imitare, con vigile e diligente cura, nei propri costumi e nella propria anima, le grandi virtù della Regina celeste e nostra Madre amantissima... Nessuno si reputi figlio di Maria... se sull’esempio di lei non si dimostrerà mite, giusto e casto, contribuendo con amore alla vera fraternità, non ledendo e nuocendo, ma aiutando e confortando». Un appello di grande attualità, che apre il nostro cuore alla speranza.

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