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Con Maria sui sentieri dell'Appennino
È stato recentemente tracciato un cammino che da Bologna al confine con la Toscana porta alla scoperta di dieci santuari,…
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La via Mater Dei
Con Maria sui sentieri dell'Appennino
È stato recentemente tracciato un cammino che da Bologna al confine con la Toscana porta alla scoperta di dieci santuari, dove il cammino e il silenzio avvicinano allo Spirito
Sono i bellissimi paesaggi dell’Appennino tosco-emiliano che molti, negli anni Ottanta, hanno scoperto grazie alle avventure dei maturandi di Una gita scolastica, uno dei film più famosi di Pupi Avati. Oggi migliaia di turisti percorrono ogni anno a piedi le tappe della Via degli dèi, il percorso di 130 chilometri che collega Bologna a Firenze, da Piazza Maggiore a Piazza della Signoria, attraverso i passi della catena appenninica. Da quest’estate, nell’incanto di quegli stessi scenari, si è aperto un nuovo cammino, che è anche un itinerario della fede.
È la Via Mater Dei, un percorso di circa 135 chilometri che collega ben dieci santuari mariani, dieci scrigni di fede e di bellezza sullo sfondo di acciottolati romani, pascoli di montagna, laghi, borghi storici, boschi incontaminati. In altre parole un cammino inedito che offre ai pellegrini la possibilità di rigenerarsi e, perché no, di ritrovare se stessi, tra fede, arte, natura, storia e cultura popolare.
Il progetto è sostenuto dalla Curia di Bologna, da Destinazione turistica e Città metropolitana, dall’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese e dall’Unione dei Comuni Savena-Idice e curato dalla Cooperativa Foiatonda. Il simbolo è una stella stilizzata, che nel cristianesimo orientale si riferisce alla Madonna.
«È anche un modo per valorizzare territori bellissimi che hanno tanto da dare anche in termini di accoglienza», spiega Walter Materassi, presidente della cooperativa Foiatonda, che si occupa dell’organizzazione e dell’assistenza ai turisti pellegrini, «e soprattutto ci consentirà di tenere aperti questi santuari e di mantenerli vivi».
Dal cuore di Bologna
Si parte da uno dei luoghi più segreti del cuore medievale di Bologna. Il santuario di Santa Maria della Vita, a pochi passi dalla cattedrale e da San Petronio. Un luogo che racconta pagine e pagine della storia cittadina, a cominciare dall’antichissimo Spedale degli Infermi, primo nucleo della sanità bolognese. Oggi la chiesa custodisce capolavori d’arte come una Madonna con Bambino attribuita a Simone de’ Crocifissi e il celeberrimo Compianto sul Cristo morto dello scultore Nicolò dell’Arca.
Una volta raggiunta Piazza Maggiore, il percorso si snoda attraverso i portici bolognesi, oggi candidati al riconoscimento Unesco, fino a raggiungere il Colle della Guardia e il santuario della Madonna di San Luca, icona mariana cui i bolognesi sono da sempre devotissimi. I sentieri collinari permettono poi di raggiungere il parco del Paleotto e la parrocchia di Rastignano, meta d’arrivo dei 17 chilometri e mezzo della prima tappa del viaggio.
La seconda tappa (più impegnativa perché parliamo di quasi 27 chilometri di strada, ma naturalmente c’è la possibilità di percorrerla in due o più giornate) si snoda lungo la ciclopedonale del fiume Savena fino a raggiungere la cittadina di Pianoro. Di qui si attraversano i vigneti del podere Riosto, terra di Pignoletto, sino a raggiungere l’antico e accogliente borgo di Ca’ di Pippo e, a due chilometri di distanza, a strapiombo su un promontorio tra la valle dell’Idice e la Val di Zena, il santuario di Santa Maria di Zena, più noto come santuario della Madonna del Monte delle Formiche. Un luogo sacro fin dall’epoca pagana. La singolarità del nome deriva da un fenomeno antichissimo e a tutt’oggi indecifrabile che si verifica puntuale ogni anno nella prima decade di settembre. Si tratta della migrazione di migliaia e migliaia di formiche alate che vengono qui per accoppiarsi e poi morire in poche ore. Dai primi di settembre, da tempo immemorabili, i fedeli dei comuni vicini raggiungono la vetta e stendono drappi sul sagrato per raccogliere le formiche che poi vengono benedette e distribuite in piccoli involucri.
Chiese da riscoprire
La terza tappa, con altri 25 chilometri, prosegue lungo la vallata del Savena da Loiano fino a Monghidoro, l’antica stazione di posta nota col nome di “Scaricalasino”. Un itinerario che costeggia luoghi di grande suggestione come il lago di Castel dell’Alpi e l’antico mulino Mazzone e conduce a diversi santuari mariani, più o meno noti ma degni comunque di essere riscoperti e valorizzati. A cominciare dal santuario della Madonna dei Boschi, a soli due chilometri da Monghidoro, che negli ultimi anni sta vivendo una grande ripresa devozionale grazie alla presenza della comunità dei frati francescani dell’Immacolata. E poi il santuario della Madonna di Lourdes, in località Campeggio, il santuario della Madonna di Pompei a Piamaggio e il santuario della Madonna della Neve, detta anche Chiesa della Madonna dei Fornelli, a San Benedetto Val di Sambro. Qui la festa più importante si celebra il 5 agosto in memoria della miracolosa nevicata avvenuta nel 1610 che portò gli abitanti ad affidarsi alla protezione della Vergine in occasione delle epidemie di peste e di colera.
Verso la Toscana
Il quarto tratto, 22,6 chilometri che vanno a incrociare il percorso della Via degli dèi, conduce a Qualto, il borgo più antico di tutto il territorio, incastonato tra castagneti secolari. Usciti da Qualto è consigliabile percorrere un tratto della Flaminia militare, l’antica strada romana che da Bologna conduce a Fiesole e che ogni anno attira migliaia di turisti. Il tratto più suggestivo si trova a circa sei chilometri da Madonna dei Fornelli sul monte Bastione. Un luogo incredibile da scoprire, immerso nel verde delle foreste di Pian di Balestra. A conclusione della tappa il santuario della Beata Vergine delle Grazie di Boccadirio, a Castiglion dei Pepoli luogo di silenzi e di natura incontaminata.
Le ultime due tappe, per un totale complessivo di una quarantina di chilometri, portano al bellissimo santuario di Montovolo, a Grizzana Morandi, che conserva la suggestiva semplicità romanica originaria, e infine al santuario della Beata Vergine della Serra di Ripoli, a pochi passi dalla stazione ferroviaria di San Bendetto Val di Sambro, fine del viaggio.
ORGANIZZARE LA VISITA
La Via Mater Dei si sviluppa in gran parte lungo sentieri Cai con segnaletica bianco rossa e anche con specifici cartelli che ne riportano il logo. Occorre esperienza e preparazione, in caso contrario si consiglia di affidarsi a guide esperte.
Prima di partire è bene organizzare con cura il viaggio e informarsi anche riguardo gli orari di apertura dei santuari.
Per tutte le informazioni su percorsi, ospitalità, orari, la cooperativa Foiatonda, promotrice del cammino, ha creato il sito www.viamaterdei.it.
Testo di Simonetta Pagnotti