N. 34 - 2016 21 agosto 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Lo spirito dei giochi olimpici per vincere la gara della fede

Mentre le Olimpiadi in Brasile stanno finendo, prendiamo esempio dall’impegno degli atleti per vivere secondo il Vangelo…

Padre Firas Lutfi

Sfidiamo le bombe con la gioia di vivere

La testimonianza del francescano da Aleppo, città che in questi giorni vive uno dei momenti più drammatici del conflitto…

Don Giovanni Berti

Dio ci fa sorridere come un fumetto

Il sacerdote racconta il Vangelo attraverso le vignette. «Mi piace vedere il lato ironico della vita, è un modo per comprendere…

Ite missa est di Enzo Rome

Salvare il mondo dalla barbarie

Le atrocità dello sterminio nazista ad Auschwitz: un invito a non dimenticare e a trasformare il mondo secondo lo spirito…

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Ite missa est di Enzo Rome

Salvare il mondo dalla barbarie

Le atrocità dello sterminio nazista ad Auschwitz: un invito a non dimenticare e  a trasformare il mondo secondo lo spirito del Vangelo

Ite, missa est

La Giornata mondiale dei giovani ha dato l’occasione a papa Francesco di recarsi nel luogo del grande male, Auschwitz. E quanto questo male sia ancora presente nel cuore degli uomini lo ha mostrato la serie di orribili atti compiuti nella tragica estate che stiamo vivendo, specie da chi uccide in nome di Dio. L’episodio di Rouen, alla vigilia del viaggio del Pontefice in Polonia, è stato l’apice di un crescendo d’odio e orrore. Servirebbe la fiducia di Anna Frank, morta a 15 anni a Bergen-Belsen: «Dio saprà cos’è necessario e buono per noi e noi dobbiamo vivere al meglio la nostra permanenza qui». O di suor Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein, passata per il camino di Birkenau: «Il Cielo non prende niente senza ripagare smisuratamente». Quanto sarebbe utile la consapevolezza di Etty Hillesum, costretta anche lei a fermare la sua giovane vita al capolinea di Auschwitz: «Dio non è responsabile verso di noi, siamo noi a esserlo verso di lui». E se avessimo la serenità di padre Massimiliano Kolbe, che in quel campo di concentramento si offrì di prendere il posto d’un condannato a morte e fu lasciato morire di fame in una minuscola cella. «L’essenza dell’amore scambievole», scrisse Kolbe, «non consiste nel fatto che nessuno ci rechi dispiaceri, il che è impossibile tra gli uomini, ma che impariamo a perdonarci l’un l’altro in modo sempre più perfetto, immediatamente e completamente». Ancora: «L’odio divide, separa e distrugge, mentre al contrario l’amore unisce, dà pace ed edifica». Padre Jacques Hamel, sgozzato a 86 anni mentre celebrava Messa, aveva concluso una delle sue ultime omelie con questa invocazione: «Possiamo ascoltare nel nostro tempo l’invito di Dio a prenderci cura di questo mondo, per renderlo, là dove viviamo, più caloroso, più umano, più fraterno». I giovani della Gmg di Cracovia hanno ricevuto, in fondo, proprio questo invito. Tocca a loro, sostenuti dalla fede nel Dio degli ultimi, salvare il mondo dalla barbarie.

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