N. 34 - 2017 20 agosto 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Nessuno è straniero di fronte a Dio, nessuno è escluso dalla sua misericordia

In questo periodo la liturgia ci invita a riflettere sul senso della nostra vita. E a capire che per camminare verso il Cielo…

Fede e tradizione

Il grande rito della penitenza

Dal 21 al 27 agosto a Guardia Sanframondi si celebrano i Riti dell’Assunta. Un’occasione di conversione che, ogni sette anni,…

Scoutismo cattolico

In vetta al Rosa per festeggiare i cento anni

Sulla strada, condividendo la fatica e la bellezza del cammino. Così l’Agesci ha festeggiato il primo secolo di attività:…

Santa Giuliana in Val di Fassa

Il Santuario dei ladini

La chiesa immersa nel panorama mozzafiato delle Dolomiti trentine è il punto di riferimento spirituale per l’antica popolazione…

Ite, missa est di Enzo Romeo

Papa Francesco e il sogno della pace in America Latina

In questo pezzo di mondo l'orologio è fermo alla baia dei Porci. La visita di Bergoglio in Colombia potrà essere contagiosa?

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Ite, missa est di Enzo Romeo

Papa Francesco e il sogno della pace in America Latina

In questo pezzo di mondo l'orologio è fermo alla baia dei Porci. La visita di Bergoglio in Colombia potrà essere contagiosa?

Ite, Missa est

Papa Francesco sta per tornare nel “suo” continente, eternamente sospeso tra guerre e pace, tra fatalismo e speranza. I cinque giorni che il Pontefice trascorrerà in Colombia (6-11 settembre) saranno una spinta a questa nazione perché esca dal suo lungo tunnel di sangue. Negli anni Cinquanta fu scontro armato tra conservatori e liberali, poi venne la rivolta marxista, infine ci fu la fase peggiore, quando la ribellione delle Farc si saldò con gli affari dei narcos. Adesso si attende la svolta definitiva, sebbene non manchino le incognite, perché la gente si è assuefatta alla condizione di instabilità e violenza. Ma se la pace in Colombia reggerà sarà un segnale importante per tutta l’America latina, a cominciare dal vicino Venezuela. Il “socialismo bolivariano” si è dimostrato un fallimento, specie nell’era del presidente Maduro. Troppe volte in Centro e Sud America alle dittature o ai governi oligarchici di destra si sono succeduti governi autoritari e liberticidi di sinistra. Siamo nel terzo millennio, eppure qui il cronometro è fermo alla Baia dei Porci e alla guerra fredda. Ecco perché il Papa argentino e la diplomazia della Santa Sede stanno provando a scongelare la storia. Lo si è visto a Cuba, lo si vedrà a Bogotà e nelle altre città colombiane. Non è un’invasione di campo: afflato religioso e destino civile sono legati in queste terre. Il Nobel per la letteratura Miguel Asturias, esule guatemalteco, scrisse nel 1964 a Genova un Credo laico che spiega bene l’animo latinoamericano: «Credo nella Libertà, madre dell’America, creatrice di dolci mari sulla terra, e in Bolivar, suo figlio, Signore nostro, che nacque in Venezuela, patì sotto il potere spagnolo, fu combattuto, si credette morto sulle Ande, resuscitò con la voce della Colombia, toccò l’Eterno con le sue mani e ora sta ritto davanti a Dio!… Noi crediamo nella resurrezione degli eroi come te, Libertador, che non muoiono, ma chiudono gli occhi e rimangono a guardare».

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