N. 34 - 25 agosto 2019 18 agosto 2019
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Una storia di coraggio che ci ricorda che la vita è un dono, sempre

La morte della giornalista e conduttrice televisiva Nadia Toffa ha colpito molti. Nonostante un male incurabile non le lasciasse…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Una storia di coraggio che ci ricorda che la vita è un dono, sempre

La morte della giornalista e conduttrice televisiva Nadia Toffa ha colpito molti. Nonostante un male incurabile non le lasciasse scampo, ha dato forza a tutti con il suo sorriso, fino alla fine

Cari amici lettori, tra le vicende di cronaca dei giorni scorsi mi ha colpito la morte della giornalista e conduttrice televisiva Nadia Toffa. Tante le persone accorse al suo funerale a Brescia, il 16 agosto, provenienti da tutta Italia. Tantissimi i messaggi di cordoglio. Non solo perché era una persona famosa e aveva appena 40 anni. Forse nemmeno per il cancro che se l’è portata via, e contro il quale aveva lottato dal gennaio 2017. Quello che è rimasto impresso è il suo sorriso, ancora più forte e vero dopo avere scoperto la malattia. A ottobre dell’anno scorso ha pubblicato anche un libro, Fiorire d’inverno, nel periodo più difficile dell’anno, in cui lanciava un messaggio di speranza, nonostante tutto. Spiegava come avesse tentato di trasformare il cancro «in un dono, un’occasione, un’opportunità».

Molti l’avevano attaccata su internet per queste parole, qualcuno aveva pure insinuato che avesse inventato tutto per farsi pubblicità. Eppure, anche di fonte agli odiatori seriali del web, non aveva perso la calma e il sorriso, e aveva risposto con la stessa forza, unita alla dolcezza di sempre. Penso che la storia di Nadia debba farci riflettere. È stata una giornalista alla ricerca costante della verità, con alcune importanti inchieste: sulle truffe alla sanità, sulle slot machine, sullo smaltimento illegale dei rifiuti in Campania, sull’Ilva di Taranto, sull’infanzia violata. Ma soprattutto era capace di vera empatia con le persone.

Lo ha ricordato ai funerali don Maurizio Patriciello, il parroco della Terra dei fuochi, in Campania. «Abbiamo un debito di riconoscenza verso questa ragazza», ha detto. «Nadia, sei stata capace di mettere l’Italia sottosopra unendo il Nord e il Sud, la Terra dei fuochi con Brescia... Nadia è stata amata, non solo stimata... Hai chiamato il cancro con il suo nome dando coraggio a tutti noi. Hai raccontato le tue fragilità dandoci coraggio. Nadia ha avuto fame e sete di giustizia, è arrivata là dove la gente era bistrattata e maltrattata.. Hai gridato ai cristiani sopiti che Dio non è cattivo». E a proposito di fede in Dio, è bello ricordare quanto ha confidato in una recente intervista: «Quando mi sono sentita male per la prima volta, mi sono tornate in mente le preghierine che recitavo da piccola. Se mi hanno fatto bene? Sono state come un abbraccio. E ne avevo tanto bisogno ». Ti abbracciamo anche noi, Nadia, e preghiamo per te. Così come per tutte le persone colpite dal cancro, perché dal tuo esempio e dal tuo sorriso ricevano coraggio e vivano fino in fondo la vita, fino all’ultimo respiro.

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