N. 35 - 2016 28 agosto 2016
Alessandro Greco

«Vi presento il disegno di Dio sulla mia vita»

Il conduttore ci confida le sue “dio-incidenze”, ovvero quanto Dio l’ha guidato nella sua esistenza, dai tre anni di castità…

INSIEME di don Antonio Rizzolo

Contro la paura e ogni scoraggiamento diventiamo testimoni di speranza

Il timore di attentati, ma più ancora le ingiustizie ai danni dei più deboli non ci devono abbattere, ma spingerci ancora…

Ite missa est di Emanuele Fant

Borgo Bello e Borgo Normale

Due comuni rivali in lotta, la vendetta... e la conclusione che la pace porta più vantaggi che la rivalità

Suor Francesca Fiorese

Una suora fra manager e operai

La religiosa è appena stata nominata responsabile dell’ufficio di Pastorale sociale della diocesi di Padova: «Il lavoro dice…

Per una lettura completa...

INSIEME di don Antonio Rizzolo

Contro la paura e ogni scoraggiamento diventiamo testimoni di speranza

Il timore di attentati, ma più ancora le ingiustizie ai danni dei più deboli non ci devono abbattere, ma spingerci ancora di più al bene, a una vita cristiana autentica

 

Cari amici lettori, vi scrivo da Camaldoli, dalla casa delle suore Pie Discepole, una delle congregazioni fondate dal beato don Giacomo Alberione. Sto per iniziare la predicazione di un corso di esercizi spirituali rivolto a un gruppo di sacerdoti, più qualche laico, e organizzato dall’istituto Gesù Sacerdote, anch’esso fondato da don Alberione. Quando riceverete la rivista il corso di esercizi sarà quasi concluso, ma vi invito comunque a pregare per me, per il gruppo degli esercitanti e soprattutto per tutti i preti. A volte ci accorgiamo di quanto siano importanti quando vengono a mancare. Anche se, più che il numero, conta che siano santi, dispensatori amorevoli dell’amore di Dio, attraverso il loro servizio di guida, l’amministrazione dei sacramenti e l’annuncio della Parola. Preghiamo per tutti loro. E preghiamo gli uni per gli altri, perché sappiamo essere sempre testimoni di speranza e di fiducia nel mondo.

Dalla quiete dei boschi di Camaldoli mi sembra di poter guardare tutto in modo più sereno. E mi rendo conto che anch’io, come forse molti di voi, sono stanco di tante notizie di violenza e sopraffazione e della paura che circola. Proprio questa mattina, un amico mi ha detto che non ne può più, che non vede più niente di positivo. Non si tratta tanto del timore, più o meno giustificato, di attacchi terroristici, ma di come gira il mondo, di come prevalgano sempre i “furbi” e gli approfittatori, di come non ci sia giustizia e i deboli vengano sopraffatti, presi in giro. Ebbene, cari amici, non lasciamoci vincere dalla stanchezza, dal disinganno, dalla paura. Il silenzio e la quiete dei boschi mi inducono a incoraggiare ciascuno di voi: come scrive san Paolo, «non stancatevi di fare il bene» (2Tessalonicesi 3,13). Anche il Signore, in un bellissimo passo del Vangelo di Luca, ci sprona a non stare in ansia: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno» (12,32). Scommettiamo anche noi, come tante persone buone di cui parliamo sulle pagine di Credere, sulla fede in Cristo, sull’amore, sull’onestà. Non lasciamoci vincere dal male ma, come dice Gesù, restiamo svegli perseverando nel bene, come quei servi che «aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito». La conclusione è bellissima: «Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli» (12,36-37).

Archivio

Vai