N. 35 - 2016 28 agosto 2016
Alessandro Greco

«Vi presento il disegno di Dio sulla mia vita»

Il conduttore ci confida le sue “dio-incidenze”, ovvero quanto Dio l’ha guidato nella sua esistenza, dai tre anni di castità…

INSIEME di don Antonio Rizzolo

Contro la paura e ogni scoraggiamento diventiamo testimoni di speranza

Il timore di attentati, ma più ancora le ingiustizie ai danni dei più deboli non ci devono abbattere, ma spingerci ancora…

Ite missa est di Emanuele Fant

Borgo Bello e Borgo Normale

Due comuni rivali in lotta, la vendetta... e la conclusione che la pace porta più vantaggi che la rivalità

Suor Francesca Fiorese

Una suora fra manager e operai

La religiosa è appena stata nominata responsabile dell’ufficio di Pastorale sociale della diocesi di Padova: «Il lavoro dice…

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Ite missa est di Emanuele Fant

Borgo Bello e Borgo Normale

Due comuni rivali in lotta, la vendetta... e la conclusione che la pace porta più vantaggi che la rivalità

Ite missa est

A Borgo Bello i turisti percorrevano gli stretti gradini, abbassavano la testa per non picchiare sugli archi a misura dei medievali, esploravano i portici scuri. Ne guadagnavano l’impressione di star dentro a un paesaggio incantevole, ma mancava loro la conferma della visione d’insieme.

Per questo motivo preferivano soggiornare a Borgo Normale, un villaggio senza niente di speciale, sulla sponda opposta del fiume, dal quale però le loro macchine fotografiche riuscivano a catturare le geometrie del paesino affascinante per intero.

«Così non si può andare avanti», ammise il sindaco sconsolato di fronte all’aula consiliare. Gli fece eco il capo dell’opposizione: «Il comune di Borgo Normale si arricchisce sfruttandoci come panorama». L’assessore all’urbanistica confermò, conti alla mano: «I loro introiti per le multe sono di molto superiori ai nostri. Hanno messo i semafori nuovi e hanno ripassato tutta la segnaletica orizzontale».

Ci fu un mugugno di preoccupazione. L’assessore alla cultura esplicitò il pensiero di molti: «Quello che fanno nel loro territorio non è un affare nostro. Però Borgo Bello ci appartiene, e noi possiamo modificarlo come ci pare. Mi sbaglio?».

Tutti compresero l’intenzione, e si armarono di picconi e tinta nera. Maggioranza e opposizione si lanciarono per le stradine, abbattendo i merli delle vecchie mura, calpestando le aiuole, sporcando le pareti di mattoni a vista. Entro sera la cittadina aveva assunto un aspetto desolato, da lontano restava poco da guardare. Quando i turisti si affacciarono col gelato dall’altra sponda del fiume, chiesero il conto e si trasferirono al mare. A Borgo Bello masticarono una vendetta che apparve a tutti insapore, rientrarono a testa bassa nelle loro abitazioni ridotte male. Come finisce la storia? Pare che qualcuno, da entrambi gli argini, abbia proposto di investire in canoe per la navigazione del fiume, eleggendo la montagna lì accanto a panorama comune. Da questa estate la gente ha ripreso a tornare.

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