N. 36 - 2014 7 settembre 2014
INSIEME di don Antonio Rizzolo

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Mi ha convertito santa Brigida

Ex volto noto della tv, Daniela Rosati ha riscoperto la fede dopo un periodo difficile. Ha cambiato radicalmente vita ed è diventata terziaria brigidina. Ora dedica le sue giornate alla preghiera per l’unità dei cristiani...

 

Un’immagine di Daniela Rosati (56 anni) quando era conduttrice televisiva.

Un’immagine di Daniela Rosati (56 anni) quando era conduttrice televisiva. Foto di Ivan Pasquale/OLYCOM

«Nella mia vita ho capito che nulla accade per caso, che ogni nostro desiderio buono e ogni nostra aspirazione al bene viene da Dio e che lui dispone ogni cosa per la nostra felicità, anche terrena, se solo riusciamo ad affidarci a lui». Daniela Rosati oggi vive nel sud della Svezia, a Vadstena, in una casa accanto al convento delle suore Brigidine, la cui spiritualità ha sposato quasi dieci anni orsono. Non si è fatta suora, come a volte erroneamente si è detto, l’ex volto noto della tv per alcuni programmi di successo su medicina e benessere, in particolare, molti lo ricordano, Medicina a confronto su Mediaset e Tutto benessere alla Rai. «Appartengo al Terz’ordine delle Brigidine», chiarisce, «e quindi non sono una religiosa, anche se privatamente ho fatto i voti di povertà, castità e obbedienza».

Un percorso lungo, quello della Rosati, verso la “casa del Padre”. «Sono nata con l’amore per Gesù. Una volta, quando ero bambina, ho visto una signora incinta e ho chiesto a mia mamma perché avesse il pancione. Tornata a casa mi sono nascosta il cuscino sotto la pancia per essere io la mamma di Gesù», racconta ridendo. Di mamma romana e padre urbinate, Daniela cresce serenamente a Roma. «Papà era molto credente, ma anche loro, come tanti, a tratti si sono allontanati dalla fede».

A 19 anni anche lei lascia la pratica religiosa. Si laurea in architettura, fa teatro, diventa aiuto regista in un teatro lirico, infine presentatrice tv. Diventa una donna di successo. «Ho sempre studiato tantissimo», spiega. «Ho avuto fin da giovane la passione per l’arte e la letteratura russa, ho studiato musica, in particolare pianoforte e canto».

Da adulta, pur non sconfessando la fede cristiana, viene attratta e comincia a praticare il buddismo tibetano e comincia a interessarsi alla medicina orientale. «Lego il mio avvicinamento al buddismo al desiderio che ho avuto, fin da piccola, di aiutare gli altri. Credo che sia una disposizione del cuore, un dono del Signore, che così mi ha preparato a un futuro con lui», chiarisce, aggiungendo che nei programmi che conduceva cercava sempre di far passare l’idea, verificata scientificamente, che la fede e una vita affettiva sana rendono le persone più preparate ad affrontare la malattia.

Il futuro di cui parla arriva con la sua conversione, preparata da un episodio curioso. «Nel 2003 stavo vivendo una situazione di vita molto dolorosa. Grazie a una mia cara amica, Costanza, sono venuta a contatto a Varese con un frate francescano. Questi mi prese la mano e, stringendomela, mi disse qualche parola che mi consolò e incoraggiò molto». Qualche tempo dopo, a Roma, la folgorazione. «Entrai per caso nella chiesa delle suore Brigidine a piazza Farnese. In quel periodo stavo studiando la figura di Cristina di Svezia, una donna vissuta nel ’600, che si convertì al cattolicesimo rinunciando al trono. In chiesa c’erano alcuni pellegrini svedesi che stavano partecipando alla Messa nella loro lingua. Al termine una religiosa della comunità, suor Carla, mi avvicinò invitandomi a visitare le stanze di santa Brigida al piano superiore, dove morì e ricevette le rivelazioni mistiche. Mi avvicinai all’asse dove era solita sedersi e, all’improvviso, senza volerlo, sono caduta in ginocchio. Ho percepito chiara in me una parola: “Santità!”. Mi sono sentita illuminata come da un cono di luce e ho capito che dovevo cambiare vita».

La sua vita cambia davvero. Comincia a vivere cristianamente, a frequentare la Messa, a confessarsi spesso. «Il buddismo mi dava la serenità ma non la felicità. Solo il Risorto la dà, cosa vogliamo di più?», ripete a più riprese nel corso dell’intervista. Trova anche un direttore spirituale: «È importante avere un sacerdote che ti segua, che ti consigli, che ti faccia sentire quanto Dio ti ama». Qualche tempo dopo, focalizza la chiamata a sposare la spiritualità brigidina. «Ho capito la mia vocazione a pregare per l’unità dei cristiani», chiarisce, raccontando come a Vadstena sia diventata amica del pastore luterano e viva a stretto contatto con i fedeli luterani. Spesso dà anche la testimonianza della sua chiamata nelle loro chiese. «Chi fa la volontà di Dio è felice», dice esplodendo in un sorriso. «Ho capito che Gesù, nella sua misericordia, non ci abbandona mai, anche se in certi periodi della vita ci forgia nel fuoco. Lui mi ha sempre tenuta per mano, anche se sono una peccatrice. Per questo dico sempre a chi incontro: qualunque sia stata la tua vita, non è mai tardi per ritornare a Dio».

Oggi la donna riesce a vedere un legame tra il suo passato e il suo presente. «Il percorso che ho fatto, e che mi ha fatto incontrare nella mia vita religioni diverse dalla nostra, mi ha preparato alla mia missione di oggi, quella di pregare per l’unità. Sento che Gesù ama tutti, in modo incredibile, in un modo che cambia davvero i cuori delle persone».

La quotidianità di Daniela è fondata sulla preghiera: Messa quotidiana, adorazione eucaristica prolungata, meditazione della parola di Dio, vita di carità fraterna. La stessa delle Brigidine, sparse in 54 case in giro per il mondo dopo la rifondazione ad opera della beata Maria Elisabetta Hesselblad nel secolo scorso. Daniela, però, non ha dimenticato il suo Paese, che ama e in cui ritorna spesso. E rivolge un appello ai suoi concittadini, reso più vivo dalla crisi economica e dalla poca speranza che caratterizzano questi nostri tempi: «Amici, ringraziate il Signore che siete nati cristiani, vivete una vita santa, tornate alla preghiera, cercate la compagnia di Gesù, solo in lui c’è salvezza».

Testo di Stefano Stimamiglio

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