N. 36 - 2019 8 settembre 2019
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Nella logica del Vangelo gli ultimi hanno sempre un posto speciale

I nomi dei nuovi cardinali scelti da Papa Francesco, tra i quali spicca monsignor Ramazzini, esprimono la vocazione universale…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Nella logica del Vangelo gli ultimi hanno sempre un posto speciale

I nomi dei nuovi cardinali scelti da Papa Francesco, tra i quali spicca monsignor Ramazzini, esprimono la vocazione universale della Chiesa e l’attenzione ai dimenticati della terra

 

Cari amici lettori, fra i 13 nuovi cardinali nominati domenica scorsa da papa Francesco tanti sono i nomi che spiccano. Più di tutti mi ha colpito la scelta di monsignor Alvaro Ramazzini, vescovo guatemalteco di Huehuetenango. In Italia non è molto noto, ma chi lo conosce sa che si tratta di un uomo del Vangelo, che da anni rischia la vita per difendere i più poveri, gli ultimi e i dimenticati dell’America centrale, come hanno fatto prima di lui due vescovi martiri come Oscar Romero e Juan Gerardi.

Nato in Guatemala da genitori italiani, monsignor Ramazzini è stato per molti anni vescovo della piccola diocesi di San Marcos, dove si è speso a fianco del suo popolo – composto in gran parte da indios – nella lotta per preservare l’ambiente naturale contro gli scempi prodotti dallo sfruttamento minerario. Per il suo impegno in difesa del creato, dei contadini e dei popoli indigeni ha ricevuto molti premi internazionali, ma anche decine di minacce di morte. Negli ultimi anni, poi, si è preso a cuore il destino dei migranti centroamericani, che a migliaia tentano di raggiungere gli Stati Uniti avventurandosi in un viaggio pericolosissimo in groppa alla “Bestia”, il treno merci che attraversa tutto il Messico fino a raggiungere il confine con il Rio Grande. Lo fanno per sfuggire alla miseria, alla violenza delle gang criminali e dei narcotrafficanti, alla disperazione delle bidonville in cui sono costretti a vivere. E purtroppo durante il viaggio molti perdono la vita, cadendo dal treno o vittime di predoni.

Di questi dimenticati sono in pochi a occuparsi, se non un pugno di suore e religiosi che – lungo la linea ferroviaria – hanno fondato varie “Case del migrante” che forniscono cibo, vestiti e asilo ai più disperati. E alcuni vescovi come monsignor Ramazzini. Per questo la scelta di papa Francesco di nominarlo cardinale mi è sembrata così significativa: in una Chiesa che vuole davvero seguire Gesù e il suo Vangelo, gli ultimi sono i primi e i dimenticati della storia hanno diritto a un posto speciale.

Così come nel caso di Ramazzini, anche gli altri nomi scelti dal Papa sono sorprendenti: vescovi dalle periferie del mondo, impegnati sulle frontiera del dialogo, in prima linea nella difesa dell’ambiente naturale. Ma c’è da rimanere sorpresi soltanto se ci sfugge la logica evangelica che guida Francesco. In realtà, come ha detto presentando la lista dei nuovi cardinali, la diversa provenienza geografica semplicemente «esprime la vocazione missionaria della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della terra».

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