Credere n.36 - 08/12/2013
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Costanza Miriano: La bellezza di casa nostra
Non si può negare che l’antropologia cristiana paia risultare perdente, in questo momento (ma d’altra pare anche il…
Ite, Missa est
Costanza Miriano: La bellezza di casa nostra
Illustrazione di Franco Bellardi
Non si può negare che l’antropologia cristiana paia risultare perdente, in questo momento (ma d’altra pare anche il nostro Capo sembrava avere fatto una brutta fine, lì sulla croce). Non è solo la condotta delle persone, che siamo tutti peccatori si sa. Il problema è quando, come adesso, questo peccato viene chiamato diritto, e ancora peggio quando si cerca di imporlo come pensiero vincente. Di fronte a questo le strade sono due: estrarre da sotto al mantello da cavalieri Jedi la spada laser, e cominciare a menare fendenti (salvo poi chiedersi chi ci abbia investiti del compito). Oppure si può provare a mettersi a camminare a fianco di quelli che stanno sbagliando strada, cercando di riavvicinarne uno per uno, gradualmente, alla strada migliore, che ovviamente non è la nostra ma quella della Chiesa, l’unica che ha il navigatore settato sicuramente bene. Come dice un mio amico sacerdote, ci sono due modi per far capire a qualcuno dove vive. Noi cristiani abitiamo in una casa pulita, ordinata, dove si respira una buona aria, e dove tutto ha il suo posto, e tutto, anche il dolore, trova un senso. Se vediamo qualcuno che abita in una casa sporca, disordinata, maleodorante dove le cose perdono di senso, la reazione naturale non è arrabbiarsi, ma casomai dispiacersi per chi ha quella sfortuna. E casomai, se proprio vogliamo salvare il mondo, il punto non è andare a demolire quella casa, ma invitarne gli abitanti a casa nostra, in modo che assaporino la bellezza di chi vive avendo incontrato il Signore. Offrirci di andare a pulire da loro, magari, sporcandoci le mani. Quello sarebbe il massimo. A volte però siamo noi i primi a non renderci conto della bellezza, della gioia con cui siamo stati benedetti. E siamo così poco convincenti, quando diciamo che la nostra casa è bella. Non è che pensiamo che dalle altre parti sì, va bene, c’è un po’ più di confusione, ma alla fine sicuramente loro si divertono più di noi? Se pensiamo così, dobbiamo ancora fare l’incontro che cambia la vita.
di Costanza Miriano, giornalista e scrittrice