N. 37 - 2014 14 settembre 2014
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Il mondo ha grande bisogno della nostra testimonianza d’amore

Cari amici lettori, è difficile oggi essere cristiani. Soprattutto nei Paesi in cui i discepoli di Gesù sono perseguitati.

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Filippo Gagliardi

Caro filippo, guidaci ancora da lassù

Un anno fa moriva Filippo Gagliardi, educatore trentenne dell’oratorio di Intra. Oggi i suoi ragazzi si affidano a lui, ricordandolo come un «maestro di vita e di scherzi»

 

La foto di Filippo all’oratorio San Vittore di Intra, a Verbania.

La foto di Filippo all'oratorio San Vittore di Intra, a Verbania.

Hey Pippo, ho attaccato la tua foto con la preghiera nel mio diario e di fianco ho scritto: "Sei un esempio per tutti" perché in fondo lo sei, hai
richiamato tante persone alla fede.Pippo c'è!».
I ragazzi delle superiori continuano a ritrovarsi il venerdì sera all'oratorio San vittore di intra, a verbania, sul lago Maggiore. Ma da un anno Filippo Gagliardi non è più con loro. L'11 settembre del 2013 moriva nel reparto di oncologia dell'ospedale della cittadina piemontese colpito da un raro tumore all’addome che l’ha portato via in poco più di tre settimane. ingegnere trentenne, sposato con anna, incinta del loro primo figlio, ha lasciato una traccia che nei mesi è diventata sempre più profonda: «In questi venerdì sera», ha scritto un ragazzo di 15 anni durante un incontro, «tu ci indicavi la strada verso il Signore. Ora invece guidaci verso di lui, stacci accanto come hai sempre fatto fino a ora e non abbandonarci mai, perché noi abbiamo bisogno del nostro animatore, del nostro “maestro di vita e di scherzi”, abbiamo bisogno di te!».

A ricordare Filippo nell’anniversario della morte c’è anche il vescovo di Novara, Franco Giulio Brambilla, attorno a cui si stringono centinaia di persone amiche, ma anche sconosciute. Altre decidono semplicemente di riavvicinarsi. Come Alessandra, che non vedeva Filippo da anni e, colpita dalla sua morte, quest’anno ha deciso di riprendere i contatti con l’oratorio e di sposarsi dopo un periodo di convivenza. O come le tante persone che in questi mesi hanno contattato Anna e don Fabrizio, il sacerdote dell’oratorio: «A volte è difficile ricordare», confida anna, «ma è anche bello perché so che può servire ad altri. Ieri ho spiegato brevemente quello che ci è successo a una signora che ho appena conosciuto e che mi ha chiesto se ero sposata. Dopo poco, tra le lacrime, mi ha riversato addosso tutto il suo dolore e la sua rabbia per la morte del marito, dopo 20 anni di una malattia neurodegenerativa. È stato difficile, ma mi sono chiesta perché avesse deciso di confidarsi proprio con me. Finché quello che abbiamo vissuto, la fede e la serenità con cui Filippo ha affrontato la morte, potrà servire a dare speranza a qualcuno, sono pronta a raccontarlo».

A luglio, i ragazzi dell’oratorio si sono ritrovati a Prascondù, località piemontese dove si svolgono i campi scuola. Lì hanno organizzato un week end aperto a chiunque fosse interessato, riunendo circa 200 persone, per ricordare chi in quella casa di montagna ha vissuto momenti importanti e che ora non c’è più. Tra loro, naturalmente, anche Filippo. Nella cappellina delle apparizioni che sorge sopra il santuario, hanno voluto appendere una sua immagine, con la scritta «A te mi affido». Solo un anno prima, a luglio del 2013, Filippo era andato lì insieme ad Anna per affidare il piccolo in arrivo a Maria. Un mese dopo, nei giorni della malattia, aveva ricordato quel momento scrivendo un sms a don Fabrizio: «L’ultima volta che con Anna siamo andati a trovarla (a fine luglio, in tempi non sospetti), le abbiamo chiesto aiuto perché Luca possa nascere forte e sano e perché io e Anna possiamo essere non solo genitori, ma educatori di Luca, per condurlo, accompagnato dalla preghiera e da lei, a conoscere l’amico Gesù che sta anche sui nostri anelli nuziali». 

La sua foto presiederà anche il grande cortile dell’oratorio San vittore, che sarà dedicato a lui. Attorno al progetto di rifacimento, ideato e seguito dal papà di Filippo, Alberto, si stanno riunendo le forze di chi desidera lasciare un segno in quel luogo dove Filippo accoglieva tutti con il suo sorriso. Il progetto, che prevede un campo di calcio a 7 e un altro per il calcio a 5, l’area bambini e il cortile, è stato in parte finanziato dalla Fondazione comunitaria del Vco (Verbano Cusio Ossola). Per quello che resta, ognuno contribuisce come può. Se i papà dell’oratorio si sono offerti di posare la pavimentazione dell’area bambini, a maggio 500 persone hanno partecipato alla maratona cittadina in occasione della festa patronale, il cui ricavato è stato devoluto al progetto. 

Testo di Ilaria Nava

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