Credere n. 37 - 14/09/2014
Il mondo ha grande bisogno della nostra testimonianza d’amore
Cari amici lettori, è difficile oggi essere cristiani. Soprattutto nei Paesi in cui i discepoli di Gesù sono perseguitati.
«Prego Perché mio figlio non sia morto invano»
A Credere, per la prima volta dalla morte del figlio, parla Diane Foley, la mamma del reporter americano ucciso in Siria…
Caro filippo, guidaci ancora da lassù
Un anno fa moriva Filippo Gagliardi, educatore trentenne dell’oratorio di Intra. Oggi i suoi ragazzi si affidano a lui, ricordandolo…
Non mi fermo per fedeltà al Vangelo
Il fondatore del gruppo Abele e di Libera dice: le minacce dei mafiosi «significano che in questi anni si è seminato in…
Giù le mani dalla famiglia tradizionale
Mario Adinolfi, giornalista ed ex parlamentare, in un suo recente libro offre il proprio punto di vista sui temi più scottanti…
La pace inizia dal rifiutare l’aborto
Mi dispiace, sarò ripetitiva, ma per me, finché non si riapre seriamente un discorso sull’aborto, tutti i discorsi sulla…
Ite, Missa est
La pace inizia dal rifiutare l’aborto
Mi dispiace, sarò ripetitiva, ma per me, finché non si riapre seriamente un discorso sull’aborto, tutti i discorsi sulla pace e sulla guerra non hanno un gran senso. Perché una violenza si chiamerebbe diritto intoccabile, progresso e liberazione, e un’altra violenza invece sarebbe una crudeltà da combattere? Chi giudica quale violenza sia buona e quale cattiva? A parte quella per legittima difesa, tutta la violenza è cattiva (non uccidere, quinto comandamento). Allora perché dovrei indignarmi per una guerra, se c’è un genocidio consumato quotidianamente nei nostri ospedali, in un’apparente pulizia e asetticità, in cui le vittime sono i più deboli tra i deboli, i più piccoli tra i piccoli, i bambini che stanno cercando di crescere sotto il cuore della loro mamma?
Come posso appassionarmi alla proliferazione dell’orso marsicano, della foca o della balena, se in tutto l’Occidente si fanno poco più di un figlio a donna, e quindi si va verso l’estinzione? Come posso dedicarmi alla raccolta differenziata se i bambini uccisi in certi ospedali vengono buttati nei rifiuti (non in tutti: il Papa in Corea ha visitato un cimitero di bambini abortiti, ma nessun giornalone l’ha considerata una notizia degna di grande risonanza)? Come posso angosciarmi per i bambini lontani e non preoccuparmi di quelli vicini (uccisi tra l’altro anche a spese mie)?
I nostri contemporanei che hanno eliminato Dio dal loro orizzonte e che si credono padroni della vita e della morte, depositari del giudizio di quale morte sia buona e quale cattiva, non possono fare a meno di credere in qualcosa, e allora si inventano nuovi dogmi del politicamente corretto, nuove battaglie a difesa di presunti diritti che però sono fragili e, francamente, poco appassionanti.
Ripartiamo dai fondamentali. I bambini dentro la pancia della mamma. Se dovessi pensare a una cosa che può mettere tutti d’accordo, non me ne verrebbe in mente nessun’altra.
di Costanza Miriano