N. 37 - 2018 16 settembre 2018
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Don Giacomo Perego

Una domenica per lasciarsi cambiare dalla Parola

Parrocchie e gruppi si preparano a vivere la seconda edizione della Domenica della Parola, un’iniziativa lanciata lo scorso anno dalla Famiglia Paolina e dalla Comunità di Sant’Egidio sull’onda dell’invito di Papa Francesco

 Lettura della Bibbia

«Sarebbe opportuno che ogni comunità, in una domenica dell’anno liturgico, potesse rinnovare l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo». Lo scriveva papa Francesco nella sua lettera apostolica Misericordia et misera, al termine del Giubileo della misericordia, il 20 novembre 2016. L’anno successivo, il 24 settembre, si è tenuta per la prima volta la Domenica della Parola: non solo nelle parrocchie, ma anche in altri luoghi, come il carcere e l’ospedale.

L’appuntamento, giunto alla seconda edizione, quest’anno cadrà il 30 settembre, memoria — non a caso — di san Girolamo (347-420 ca.), che alla Bibbia dedicò tutta la sua vita, studiandola, traducendola e divulgandola.

Don Giacomo Perego, biblista e sacerdote della Società San Paolo, ha seguito fin dall’inizio la genesi di un’iniziativa che vuole riportare al centro delle comunità cristiane la lettura della Bibbia.

Come nasce la proposta di dedicare una domenica alla parola di Dio?

«L’intuizione di partenza nacque durante il centenario di fondazione della nostra Società San Paolo, nell’anno 2014, quando in occasione della distribuzione gratuita della Bibbia in piazza San Pietro, in tutta Italia venne celebrata la Festa della Bibbia. La sera, nella basilica di Santa Maria in Trastevere, all’apertura di un evento di musica, danze e testimonianze sulla parola di Dio, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, esprimemmo il desiderio che alla Parola potesse essere “donata” una domenica dell’anno liturgico. Due anni dopo, quasi raccogliendo quell’auspicio, papa Francesco lanciò l’invito a tutta la Chiesa nella lettera Misericordia et misera».

Perché la Domenica della Parola cade a settembre?

«In molti Paesi, sia in Oriente sia in America latina, settembre è considerato da lunga tradizione il “mese della Bibbia”. Non solo. Durante questo mese si ricordano figure come l’evangelista Matteo (21 settembre) e san Girolamo (30 settembre) che alla Parola hanno donato la vita. Settembre per noi è anche il mese che segna l’avvio dell’anno catechistico: cosa c’è di meglio se non iniziare alla luce della Parola?».

A un anno dal “lancio” di questa proposta, che bilancio se ne può fare?

«Siamo solo alla seconda edizione dell’iniziativa. Lo scorso anno c’è stata un’accoglienza inattesa da parte di parrocchie e gruppi e anche quest’anno le richieste non mancano. Ma, oltre ai numeri, c’è un bilancio più importante che spesso sfugge: l’intreccio che la Parola ha con la vita delle persone quando entra nel cuore e plasma l’esistenza. Una cosa sicuramente positiva è l’attenzione che la Parola sta ricevendo presso i singoli e presso le comunità».

Ci sono eventi legati alla lettura della Bibbia in comunità che l’hanno colpita in modo particolare?

«Mi ha molto toccato l’iniziativa organizzata nella comunità pastorale di Lainate e in una parrocchia di Bergamo dal titolo Prepara una copertina al Vangelo: i ragazzi si sono impegnati a predisporre una copertina a un’edizione dei quattro Vangeli, spiegando poi alla comunità cosa volevano esprimere, cosa era per loro il Vangelo. Ne è nato non solo un incontro affollato, ma soprattutto bello, intenso e particolarmente profondo sulla forza della Buona notizia. Altre iniziative molto belle sono state le rappresentazioni teatrali: una parabola, la storia di un profeta, le possibili finali di un racconto biblico rimasto in sospeso. Chiaramente, l’impatto è stato forte nella misura in cui la preparazione è stata accurata, ma è stato bello vedere il coinvolgimento di genitori e figli, di bambini e adulti attorno alla Parola. C’è stato anche chi ha proposto una processione della Parola lungo le vie della parrocchia, con canti, lettura integrale di un libro biblico, testimonianze. Insomma: la creatività non è mancata… La Bibbia più che un libro è stata accolta come la rivelazione di un Padre che dialoga con i suoi figli».

Lei coordina anche le iniziative bibliche della sua congregazione a livello internazionale. Cosa vede da questo osservatorio?

«Ci sono aree del mondo in cui la relazione con la Bibbia è estremamente viva: in America latina ci sono corsi di formazione biblica interattivi, unici nel loro genere; nelle Filippine si tiene un quiz biblico nazionale televisivo dai numeri impressionanti, per non parlare poi di concorsi nella realizzazione di cortometraggi biblici e di canti di ispirazione biblica. A emergere in modo chiaro è, però, il bisogno di testimonianze di vita che attestino come la Parola consola, illumina, conforta, cambia… In tal senso, i nostri fratelli protestanti hanno molto da insegnarci».

Quali sussidi sono a disposizione di chi vuole vivere la Domenica della Parola?

«Come lo scorso anno, le Edizioni San Paolo mettono a disposizione un sussidio di 64 pagine che ha lo scopo di stimolare e promuovere la Domenica della Parola. Raccogliendo quanto realizzato in diverse parrocchie lo scorso anno, la nuova edizione del sussidio propone materiali per la pastorale che possono essere valorizzati e adattati dai singoli fedeli e dalle comunità. Ogni anno infatti, invitiamo quanti organizzano eventi o momenti di approfondimento a condividerli, in modo da metterli a disposizione di altri. Il gruppo editoriale San Paolo accosta al sussidio anche una collana di dieci volumetti che aiutano a meditare la Parola durante tutti i tempi dell’anno liturgico: vi partecipano firme di rilievo come Enzo Bianchi, Ermes Ronchi, MichaelDavide Semeraro, Giuseppe Forlai, Marco D’Agostino. Penso però che il contributo più prezioso sia quello di mettere a disposizione le nostre persone e le nostre presenze sul territorio nazionale e internazionale per accompagnare, sostenere, aiutare chi vuole organizzare nella propria parrocchia la Domenica della Parola».

Da papa Francesco è arrivato un incoraggiamento a proseguire in questa iniziativa?

«Certamente. Molto significativo è stato il telegramma che ci ha fatto pervenire il 18 maggio scorso, in cui auspicava che “questi giorni di riflessione e condivisione sulla Sacra Scrittura offrano l’opportunità di approfondirne e diffonderne maggiormente il valore e la bellezza”. In tal senso incoraggiava la promozione della Domenica della Parola e di altre iniziative “volte ad attirare i tanti assetati di oggi alla ricchezza sorgiva della Parola di Vita”. È evidente che la cosa gli sta a cuore e che la segue».

BIBBIA E CINEMA. QUEI SET CON DON GIACOMO ALBERIONE E GOLIA
Divulgare la parola di Dio attraverso il grande schermo. Nel 1937 don Giacomo Alberione aveva dato vita alla Romana Editrice Film (Ref), diventata dopo la guerra San Paolo Film. E negli anni Sessanta, il fondatore della Famiglia Paolina aveva immaginato un piano di produzione cinematografica che andasse a coprire le parti più rilevanti della narrazione biblica. «L’idea era quella di rendere accessibili a tutti, in Italia, le narrazioni bibliche», racconta don Roberto Diodato. «I film ebbero una buona diffusione nelle sale parrochiali e nei cineclub, ma le difficoltà impreviste non permisero il proseguimento del progetto sul grande schermo». Furono prodotti tre film monumentali: I Patriarchi (1965) su creazione, diluvio universale e fino a Giacobbe, Saul e Davide (1964), I grandi condottieri (1965), con storie dal libro dei Giudici, (tra cui Sansone e Gedeone).

L’OPERA. LA PAROLA DI DIO NELLE LINGUE DEL MONDO
Nell’arco di 40 anni, dal 1973 al 2013 ha editato, prodotto e diffuso in tutto il mondo oltre 67 milioni di copie della Bibbia. La maggioranza in lingua spagnola per l’America latina, ma anche in mandarino (500 mila copie diffuse in Cina), russo, polacco e in lingue native come il quechua, parlato in Perù e Bolivia, il tagalog e il cebuano delle Filippine e l’alari dell’Uganda. La Società biblica cattolica internazionale (Sobicain), voluta da don Giacomo Alberione e riconosciuta dalla Santa Sede con atto ufficiale di papa Giovanni XXIII, è un’opera della Società San Paolo che risale al 1924 e che fin dall’inizio vede la collaborazione delle Figlie di San Paolo, con l’obiettivo di diffondere la parola di Dio in tutto il mondo a costi accessibili e nel maggior numero di lingue. Info: www.sobicain.org


Testo di Emanuela Citterio

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