N. 37 - 2018 16 settembre 2018
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Monastero di San Magno a Fondi

Il porto di terra dello spirito

Luogo sacro antichissimo in provincia di Latina, bagnato dal sangue dei martiri e scrigno di preziose opere d’arte, dopo decenni di abbandono è tornato a essere un’oasi dalle porte sempre aperte per accogliere tutti

 Il monastero San Magno che si trova in via Valle Vigne a Fondi

Porto di terra. Così don Francesco Fiorillo definisce il monastero San Magno, a metà strada fra Monte San Biagio e Fondi, in provincia di Latina, ai piedi del monte Arcano. Un luogo santo perché bagnato nella seconda metà del III secolo dal sangue dei martiri come lo stesso san Magno e san Paterno, durante la feroce persecuzione dell’imperatore Decio; le cronache agiografiche medievali parlano di altri 2.597 cristiani uccisi insieme ai due santi, tutti testimoni coraggiosi della fede. Nel 522, come annota papa Gregorio Magno nei suoi Dialoghi, sorse proprio qui per volontà di sant’Onorato una comunità dedita alla preghiera e al lavoro, che successivamente abbraccerà la regola benedettina. L’ampliamento del manostero risale alla fine del Quattrocento, all’epoca dell’arrivo dei Benedettini di Monte Uliveto, che vi rimasero fino all’epoca di Napoleone, quando il monastero fu soppresso.

Negli ultimi decenni il complesso sacro ha conosciuto un lungo periodo di abbandono, durante il quale alcuni ambienti furono usati come stalla dai pastori della zona. Solo di recente, restaurato dalla Regione Lazio e affidato all’arcidiocesi di Gaeta, «è stato restituito alla sua vocazione originaria: porto di terra dove ogni viandante può dare una risposta alle domande di vita e di fede di tutti gli uomini e le donne di buona volontà», sottolinea don Fiorillo, a cui dal 2008 sono state affidate l’abbazia e la rettoria del vicino santuario intitolato alla Madonna della Rocca, oltre alla guida – da cinque anni – della parrocchia di Santa Maria degli Angeli e San Magno, sempre a Fondi.

ALLE RADICI DELLA FEDE
Durante i lavori di ristrutturazione è emersa la chiesa medievale a croce latina, con una cripta (dove fino all’847 fu sepolto il vescovo san Magno, oggi ad Anagni, di cui è patrono) e un ciclo di affreschi sulla vita di san Benedetto risalenti al XI secolo. Ma la visita del monastero parte dalla costruzione romana, sacrario del martirio di san Magno, al piano della sorgente che sgorga ai suoi piedi e conduce alla chiesa rinascimentale intitolata a San Benedetto attraverso quella medievale.

Stratificazioni storiche che diventano un percorso per riscoprire «le radici della nostra fede», fa notare don Francesco, 42 anni, sacerdote dal 2001. Una vocazione particolare, la sua: «Da adolescente ero un dj. A un rave party che avevo organizzato un amico morì di overdose da ecstasy. Per un anno non volevo più uscire, ero depresso. Poi un libretto su san Francesco mi ha aperto il cuore e ho sentito il desiderio di donarmi completamente agli altri». A 18 anni l’ingresso in seminario, una rivoluzione nella sua vita. «Mi hanno accompagnato le figure di don Pino Puglisi, don Lorenzo Milani e la testimonianza di Giovanni Bachelet, figlio di Vittorio, il magistrato e presidente dell’Azione cattolica ucciso dalle Brigate Rosse», ricorda. Dopo le esperienze come viceparroco e parroco, dieci anni fa l’approdo a San Magno, dove le porte sono sempre aperte, giorno e notte, per accogliere chiunque passi. All’ingresso, un’icona e una frase: «Entra, chiunque tu sia».

LA FORZA DEL PASSAPAROLA
«Vengono persone da tutta Italia e anche da Francia, Spagna, Germania: credenti, non credenti, fedeli di altre religioni.
Condividono con noi momenti di fraternità e preghiera. Non facciamo pubblicità: il Vangelo si trasmette per contagio, non per dottrina». Al monastero, don Francesco andava da bambino, per giocare a guardia e ladri fra i ruderi diroccati. Ora quelle pietre vedono il passaggio di tanti. «I primi ad arrivare sono stati alcuni genitori che hanno perso prematuramente i figli, con la loro rabbia e le loro lacrime. Ho detto che non avevo risposte, solo la proposta di fare un pezzo di strada insieme per non cadere nella disperazione. Si è formato un gruppo di 40 coppie che si ritrova insieme una volta al mese; alcuni sono diventati volontari che accolgono chi viene qui, danno una mano in cucina e nelle pulizie in giardino».

Con il passaparola, sono arrivati giovani alla ricerca di un senso nella loro esistenza o con problemi di dipendenze, studenti, divorziati risposati, coppie omosessuali. «Ho cominciato a proporre corsi di formazione nei fine settimana, per rispondere alla domanda di fare qualcosa. L’agenda la fanno loro, non io. È maturata l’idea di fraternità, con persone che mi danno una mano, fidandoci sempre della Provvidenza, perché se questo è un sogno di Dio lo porta avanti Lui. Ognuno ha la sua vita e poi ci ritroviamo la domenica alla Messa serale, alle 18.30 nella chiesa superiore, d’estate alle 20 e all’aperto», racconta don Fiorillo. Chi si occupa del giardino, chi dell’aranceto e delle api, chi dell’orto e dell’uliveto. Chi cerca ascolto e silenzio, anche di notte trova il cancello aperto ed entra, va in una delle cappelle per raccogliersi in preghiera. «Ho pensato che Gesù voleva la Chiesa come fraternità, accoglienza di chiunque. Vorrei che le persone qui respirassero la libertà del Vangelo, che si sentissero libere e liberanti».

DOVE DIO CONDUCE
Le proposte, con il tempo, si sono moltiplicate: dai corsi biblici, tenuti anche dal vescovo Luigi Vari, a quelli sulle emozioni tenuti da musicisti; dagli esercizi spirituali agli “eremi di lavoro” «dedicati ai giovani, che fanno l’esperienza dei contadini: si alzano all’alba per lavorare nei campi, poi momenti di condivisione e preghiera», informa don Francesco. Dal venerdì sera alla domenica a San Magno è un pullare di gente. Non manca il percorso prematrimoniale, 15 incontri che si concludono con un week end, e i percorsi per le famiglie ma anche per coloro che hanno visto naufragare il loro matrimonio. E molte altre iniziative nate via via negli anni (il calendario completo sul sito). Il filo rosso resta l’accompagnamento, «insieme al discernimento, all’accoglienza, all’ascolto. Nessuno pretende nulla. Cerchiamo solo di avere gli occhi aperti per percepire Dio che ci conduce. Con la forza del noi».

LA MADONNA DELLA ROCCA
Non lontano dal monastero di San Magno, sulla vetta del Monte Arcano, che si può raggiungere a 535 metri d’altitudine percorrendo una comoda strada, sorge l’antico santuario della Madonna della Rocca, festeggiata il 2 luglio con un pellegrinaggio notturno a piedi dal monastero, celebrazioni eucaristiche in vari momenti della giornata, veglie e incontri. Secondo la tradizione, il luogo di culto nacque durante la persecuzione di Decio, perché sul monte venivano uccisi i cristiani e per commemorarli venne eretta la chiesa, in cui si può ammirare un affresco della Vergine seduta e pensosa mentre allatta Gesù bambino, che viene fatta risalire al III secolo ed è chiamata Madonna del latte. Forse a lei si riferisce il verso in latino scolpito su pietra, recentemente ritrovato, che recita: «Qui risplende la dimora della Vergine e Madre Maria». Il santuario fu costruito dai monaci benedettini fra il X e l’XI secolo, poi ampliato con la casa per i pellegrini; l’edificio attuale risale al 1950.

ORGANIZZARE LA VISITA
Il monastero San Magno si trova in via Valle Vigne a Fondi (Latina) ed è aperto tutti i giorni, 24 ore su 24, per la preghiera personale, visite e soste. Il lunedì si chiede ai visitatori di non rimanere a dormire per lasciare questo giorno di silenzio e preghiera per la fraternità composta da don Francesco Fiorillo e dai volontari (questi ultimi non vivono in monastero). Per informazioni su accoglienza, pernottamenti e incontri: 338/4185781, segreteriamonastero@gmail.com; per prenotare i corsi: 389/1662692; per visite guidate: 328/9697354. Programmi e iniziative su www.monasterosanmagno.it.

CELEBRAZIONI E CONTATTI
Messa
alle 18,30 ogni domenica, nei mesi estivi alle ore 20. Per informazioni su accoglienza, pernottamenti e incontri: 338/4185781; per prenotare i corsi: 389/1662692; per visite guidate: 328/9697354. Ogni domenica il vicino santuario della Madonna della Rocca è aperto per la preghiera personale e visite dalle ore 10 alle 18; info: madonnadellarocca@gmail.com.

  
Testo di Laura Badaracchi - Foto di Stefano Dal Pozzolo/Contrasto

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