N. 37 - 2019 15 settembre 2019
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Tutti i popoli hanno diritto alla pace: ecco la via per costruirla ogni giorno

Nel suo viaggio apostolico in Africa Papa Francesco ha invitato alla speranza e alla concordia, alla ricerca del bene, vincendo…

Roberta Cortella

Il mio cammino con i ragazzi del carcere minorile

La regista ha promosso la prima esperienza italiana di “cammino giudiziario” e con sei giovani detenuti ha percorso la Via…

Benedetta Bianchi Porro

La fede era la sua luce

Il 14 settembre nel duomo di Forlì viene proclamata beata la studentessa di medicina colpita da una malattia degenerativa…

Valdenia Aparecida Paulino

L'avvocata che difende gli ultimi dell'Amazzonia

Candidata al Nobel per la pace, ha speso 30 anni a fianco dei più poveri nelle favelas. Oggi, nel polmone verde del Brasile,…

Possagno (Treviso)

Una lode a Dio in stile neoclassico

Nell’aspetto è una delle chiese parrocchiali più originali d’Italia. è stata progettata 200 anni fa dal grande scultore Antonio…

Ite, missa est di Chiara Amirante

La meravigliosa esperienza della misericordia

«Abbiamo scoperto che Dio è amore perché ci ha accolti e ci ha perdonati»

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Ite, missa est di Chiara Amirante

La meravigliosa esperienza della misericordia

«Abbiamo scoperto che Dio è amore perché ci ha accolti e ci ha perdonati»

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

La stupenda parabola del figliol prodigo - meglio ancora: “del Padre buono” - è un po’ il racconto della nostra vita. Il Padre ci invita a rimanere nel suo amore e se noi rimaniamo nel suo amore, partecipiamo alla vita della Trinità, alla vita del cielo e quindi viviamo un goccio di beatitudine celeste eterna già su questa terra; però il più delle volte nella nostra presunzione, nel nostro egoismo, nel nostro peccato, che facciamo? Facciamo come il figliol prodigo e diciamo: «Senti, papà, dammi un po’ di quello che mi spetta, che me ne voglio andare a fare un bel giro, a fare quel che dico io!».

Così quell’invito: «Se osserverete i miei comandamenti» (Giovanni 15,10) lo sopportiamo male. Più che vedere i comandamenti come dei suggerimenti del Padre per la pienezza della nostra felicità, li vediamo come restrizioni, ostacoli che ci impediscono di fare come vogliamo, e con la superbia che troppo spesso ci caratterizza diciamo: «Mi prendo tutto e ora faccio di testa mia!».

Come per il figliol prodigo, magari c’è stato pure un periodo che ce la siamo passata bene, ci sembrava di stare una meraviglia perché ci divertivamo, facevamo come dicevamo noi (il “fa’ ciò che vuoi”, l’ozio, il piacere, lo sballo, il sesso e chi più ne ha più ne metta), e abbiamo sprecato tutto il tesoro grande di essere figli di Dio, che ci appartiene perché siamo creati a immagine e somiglianza di Dio.

Abbiamo sperperato e ci siamo trovati in mezzo ai porci. E nel momento in cui ci siamo ritrovati a mangiare con i porci e forse a trasformarci quasi in questi animali, anche noi, per un dono di grazia gratuito dell’amore di Dio, con tremore e timore abbiamo provato a riavvicinarci a Lui. Ed è l’esperienza più commovente, più profonda, più bella, che segna la vita di ciascuno di noi: l’esperienza della misericordia del Padre, nella quale ci si sente rinascere. Un Papà che non solo non condanna, ma ci abbraccia teneramente e addirittura fa festa per noi. Ed è bello allora fare festa e condividere questa festa con più persone possibili!
   

llustrazione di Emanuele Fucecchi

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