N. 37 - 2019 15 settembre 2019
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Possagno (Treviso)

Una lode a Dio in stile neoclassico

Nell’aspetto è una delle chiese parrocchiali più originali d’Italia. è stata progettata 200 anni fa dal grande scultore Antonio Canova il quale si è ispirato ai templi greci e al Pantheon di Roma. Qui la purezza delle forme è immagine dell’eternità di Dio

 Il “Tempio canoviano”

«Sicuramente il Tempio incarna una bellezza che aiuta a vivere il rapporto con Dio: del resto è stato donato proprio a questo scopo, per diventare un luogo di preghiera». Si erge bianca e solenne, ai piedi delle pendici del Grappa. È la chiesa parrocchiale di Possagno (Treviso), dedicata alla Santissima Trinità, universalmente nota come “Tempio canoviano”: il dono, immenso, che Antonio Canova (1757-1822), uno dei più grandi scultori della storia, volle fare alla sua città natale. «Anche se quasi nessuno dei turisti che ogni giorno lo affollano nemmeno lo immagina», ci racconta il parroco, don Pierangelo Salviato, «il Tempio è molto di più di un monumento, è il luogo che ancora oggi ospita la vita della nostra comunità».

Del resto era proprio questo il desiderio di Canova. Il più grande interprete della bellezza neoclassica (autore di capolavori come Amore e Psiche e la Paolina Borghese Bonaparte) era già al culmine del successo, inondato di commissioni prestigiose e conteso dalle corti di tutta Europa, quando i suoi concittadini gli chiesero aiuto per restaurare la vecchia chiesa di Possagno, che stava cadendo a pezzi.

Canova era rimasto molto legato alla città che gli aveva dato i natali, nonostante l’avesse lasciata giovanissimo, per inseguire la sua arte prima a Venezia e poi a Roma. Fu così che, abbandonata definitivamente l’idea di mettere mano ai restauri, decise di finanziare la costruzione di una nuova chiesa, con un progetto del tutto inedito, per lasciare alla comunità cittadina una testimonianza di arte e di fede.

COMUNITÀ IN FESTA
Quest’estate Possagno ha rivissuto una grande festa, con l’apertura ufficiale degli anniversari canoviani, in vista del grande appuntamento del 2022, duecentesimo della morte dell’artista. La ricorrenza di quest’anno però coinvolge in particolare la comunità della cittadina trevigiana.Duecento anni fa infatti, esattamente l’11 luglio del 1819, il grande scultore volle essere presente alla posa della prima pietra del Tempio.

Un evento che vide la partecipazione dell’intera  cittadinanza. E in effetti la realizzazione dell’opera coinvolse in pieno la comunità. Nell’atto di donazione l’artista aveva sottolineato che «i materiali minuti, per tutti i muramenti che non ammettessero pietra o marmo, sarebbero somministrati dal Comune e la sabbia grossa e la calce, fino alla perfezione dell’edificio, sarebbero a carico di Possagno». Spettava a lui, invece, fornire i materiali avulsi dal territorio. Inoltre si sarebbe fatto carico dell’intero costo di costruzione mantenendo a busta paga ben 250 operai, oltre agli addetti al trasporto e agli animali da tiro.

Canova non finanziò solo il Tempio, ma anche la costruzione di ponti e strade. Fu un atto di generosità e di amore per un’impresa grandiosa, ma soprattutto un testamento artistico e spirituale. Voleva consegnare un segno indelebile di sé alla sua terra, con la finalità, espressa poi anche in punto di morte, di rendere gloria a Dio.

COME UN TEMPIO CLASSICO
Il Tempio in effetti è la più alta espressione del suo ideale neoclassico. L’artista l’ha immaginato come un connubio armonioso tra bellezza greca e praticità romana, avendo come modelli di riferimento il Pantheon, il Partenone e i templi di Paestum. Il corpo principale rotondo, a base quadrata, richiama il Pantheon mentre sul davanti il pronao, con una doppia serie di colonne doriche, recupera accorgimenti e proporzioni del Partenone. In realtà Canova non riuscì a vedere l’opera realizzata. Morirà tre anni dopo, a Venezia, il 13 ottobre del 1822, e sarà il fratellastro, monsignor Giovanni Sartori, esaudendo le sue volontà, a portare a termine il progetto. La costruzione dell’edificio infatti richiederà ben dieci anni di lavoro e la consacrazione avverrà nel maggio del 1829. Nessun tradimento però della visione dell’artista. Il Tempio canoviano di Possagno ancora oggi incarna pienamente la religione estetica del maestro ed è uno scrigno di opere eseguite dalla sua mano.

Le metope (cioè le formelle al di sopra del colonnato) rappresentano episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento. Le pareti interne sono rivestite da lastre di pietra lavorata. La cupola a rosoni dorati simboleggia il firmamento mentre il lucernario centrale permette alla luce del sole di invadere lo spazio. Sopra l’altare maggiore, collocato nella vasta abside, la pala con il Compianto di Cristo, dipinta da Canova a Possagno nell’estate del 1799.

All’interno del Tempio è collocata la tomba dell’artista con l’Autoritratto del 1812 e il ritratto del fratellastro, opera di Cincinnato Baruzzi.Monsignor Giovanni Battista Sartori, nato dalle seconde nozze della madre, fu nominato dallo scultore erede ed esecutore testamentario. Ricevendo così l’onore e l’onere di «compiere ed abbellire in ogni sua parte, senza il minimo risparmio e nel più breve tempo possibile, il Tempio di Possagno».

COME ROBIN HOOD
Ancora oggi l’affetto dei cittadini di Possagno per la chiesa è palpabile. «Il Tempio è cosa loro», spiega il sagrestano, a disposizione anche per le visite guidate, che nel biglietto da visita si firma solo Gianni. «È il loro emblema, una cosa che li rende riconoscenti e insieme orgogliosi». E non solo perché il Tempio attira ogni anno dai 60 mila ai 90 mila turisti. «Quanto a me, Canova mi ha letteralmente conquistato», conclude, «lo vedo non solo come un grande artista, ma come un novello Robin Hood che prende i soldi dei ricchi e dei potenti, con le sue commissioni, e poi li utilizza per il bene della sua gente».
   

ORGANIZZARE LA VISITA
Il “Tempio canoviano”, chiesa parrocchiale della Santissima Trinità, sorge a Possagno (Treviso) in via Stradone del Tempio. L’ingresso è libero, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Info: www.tempiocanoviano.it. Imperdibile per chi si reca a Possagno la visita alla Gypsoteca e Museo Canova (biglietti: 10 euro) che custodisce i gessi originali dei capolavori del maestro. Fino al 13 ottobre il museo ospita una mostra dedicata alla genesi del Tempio, Un tempio per l’eternità. Info: www.museocanova.it.
   

Testo di Simonetta Pagnotti

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