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Se a far scandalo è il pudore
Si considera un’oscenità che una donna vada in spiaggia ben vestita, ma a nessuno viene in mente di protestare per un topless
Ite, missa est di Enzo Romeo
Se a far scandalo è il pudore
Si considera un’oscenità che una donna vada in spiaggia ben vestita, ma a nessuno viene in mente di protestare per un topless
Nel mondo alla rovescia in cui ci troviamo a vivere scandalizza l’innocenza mentre la volgarità è ben accetta.
Un esempio viene dall’ambiente dei massa media, specie televisivi, dove il politically correct impedisce di mostrare in volto i bambini. I piccoli sono ormai un tabù e per proteggerli li abbiamo fatti sparire. La Carta di Treviso del 1990, più volte aggiornata, prevede – sotto pena di provvedimenti disciplinari – che i giornalisti debbano garantire l’anonimato del minore coinvolto in fatti di cronaca «potenzialmente lesivi della sua personalità».
La norma è sacrosanta, ma c’è da chiedersi: quali sono questi “fatti”? Per prudenza si è data al termine un’interpretazione estensiva, in cui rientra tutto. Lo abbiamo visto con la narrazione del terremoto in Centro Italia, quando in tv sono comparsi bambini col viso oscurato mentre giocavano in una tendopoli o mentre erano in braccio alla propria mamma. Ma perché, allora, non diciamo nulla delle ore e ore di talk-show in cui si rimesta il dolore delle vittime colpite dalla tragedia? Non dovremmo sentirci molto più offesi quando percepiamo che sofferenza e lacrime sono usate come propellente dell’audience?
Qualcosa di simile è accaduto quest’estate in Francia con la vicenda del burkini. Si considera un’oscenità che una donna, in nome delle proprie convinzioni religiose, vada in spiaggia ben vestita, mentre a nessuno viene in mente di protestare per un topless o un perizoma. Ci vorrebbe, quanto meno, reciproca tolleranza, a prescindere dalla sentenza del Consiglio di Stato francese, secondo cui il divieto emesso da alcuni sindaci della Costa Azzurra dell’uso del costume da bagno integrale è «una violazione grave e apertamente illegale delle libertà fondamentali, di movimento, di coscienza e personale».
Come sarebbe bello se il semplice buon senso venisse prima di decreti e ordinanze.