N. 38 - 2018 23 settembre 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Cristiani con il sorriso e la mano aperta, che si mettono a servizio degli altri

Nella sua visita in Sicilia, Papa Francesco ha messo in evidenza l’esempio del beato Pino Puglisi, che ha seguito la via…

Paolo Cevoli

Nella Bibbia c’è tutta la nostra vita

«Le Scritture affrontano temi di grande attualità, dalle migrazioni al rapporto tra padri e figli», dice il comico, che ha…

L’iniziativa

Da un pasto può rinascere una nuova vita

È la scommessa dell’associazione Papa Giovanni XXIII con la campagna “Un pasto al giorno”: rispondere alla fame di cibo e…

Padre Pio

Il mistero della scomparsa delle stimmate

Perché i segni della Passione di Cristo che accompagnarono per mezzo secolo la vita del frate di Pietrelcina sparirono alla…

I figli ci chiedono

Nella mia scuola ci sono i bulli

Il bullismo è una piaga diffusa nella scuola, ma non tutti i genitori sono consapevoli di questo fenomeno

Sacro Monte di Varese

Un cammino nei misteri del rosario

La Via Sacra di 14 cappelle con statue di terracotta che mettono in scena la vita di Gesù e Maria costituisce un’intensa…

Ite, missa est di Daniele Rocchetti

Diamo visibilità all’azione degli uomini giusti

Molti esempi di custodia e cura del prossimo ci fanno sperare in un possibile futuro migliore, a dispetto delle attuali “letture”…

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Ite, missa est di Daniele Rocchetti

Diamo visibilità all’azione degli uomini giusti

Molti esempi di custodia e cura del prossimo ci fanno sperare in un possibile futuro migliore, a dispetto delle attuali “letture” pessimistiche della società

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Sono passato a trovare Claudio e Fiorenza. Lei sta affrontando un ciclo di chemioterapie per sconfiggere il male che le hanno da poco diagnosticato. Nella casa è tutto un vociare di bambini. Claudio e Fiorenza hanno tre figlie naturali, una adottata e tre in affido. La loro è una delle tante storie presenti nelle nostre comunità: un sottobosco straordinario e silenzioso di cura e prossimità che custodisce quello che don Tonino Bello chiamava «il segreto della pace». «Le guerre, tutte le guerre», amava ripetere, «trovano la loro radice nella uniformizzazione dei volti. Nella dissolvenza dei volti. Nella perdita dell’identità personale. Nell’incapacità di guardarsi negli occhi».

Le narrazioni sul nostro tempo insistono sul carattere sfilacciato dei legami, sulla fragilità delle reti sociali. Ma un occhio attento sa scorgere anche molto altro. Il coraggio di chi (r)esiste al tempo presente, la passione di chi non smette di immaginare un mondo diverso, il respiro di tanti che si ostinano a stabilire legami di cooperazione. Nell’epoca dei cocci, occorre investire su chi nel quotidiano cerca di riallacciare fili di fiducia e comincia a “pensare insieme”. Occorre dare voce a queste persone che si prendono cura dell’umano, soprattutto se fragile e non garantito. Donne e uomini che, contro la logica barbara che riduce le persone a numeri, danno nome e volto a quelli che incontrano. Donne e uomini che prendono sulle spalle la fatica e la bellezza della costruzione di una comunità più solidale.

Un racconto della tradizione ebraica narra che esistono al mondo trentasei Giusti. Nessuno sa chi sono e nemmeno loro sanno d’esserlo, ma quando il male sembra prevalere escono allo scoperto, prendono i destini del mondo sulle spalle e questo è uno dei motivi per cui Dio non distrugge il mondo. Finito tutto, hanno l’umiltà di tornare alla vita normale, non raccontando nulla di quanto hanno fatto, per un semplice motivo: ritengono d’aver fatto solo il proprio dovere, nulla di più. Se le nostre comunità hanno ancora il profilo netto di umanità è grazie a loro. A questi Giusti. Che, a ben guardare, sono più di trentasei.
  

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

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