Credere n.38 - 22/12/2013
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Betlemme
La fabbrica dei presepi
Nella città della Natività i Salesiani insegnano l’intaglio professionale del legno d’ulivo ai ragazzi palestinesi, per la maggior parte musulmani. Intanto in questi giorni fervono i preparativi del Natale.
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Foto di Issam Rimawi/Apa Images/Zumapress/Corbis.
Le vie di Betlemme, fin dalle prime ore del mattino, sono invase da un intenso vociare e da un persistente profumo di falafel, le tipiche frittelle a base di legumi. I venditori ambulanti che sostano agli angoli della piazza della Mangiatoia urlano ai passanti i loro «consigli per gli acquisti», mentre gli autobus turistici provenienti da Gerusalemme scaricano frotte di pellegrini nei pressi della basilica della Natività . Nei vicoli e nel souk è tutto un fermento. Le botteghe artigiane sono ricolme di presepi in legno d’ulivo, statue di Gesù Bambino dagli occhi dolci, preziosi ricami realizzati secondo la moda palestinese. Nell’imminenza della Notte santa la grotta della Natività , a cui si accede da una stretta scalinata sotto il presbiterio dell’antica basilica bizantina, risuona a ogni ora del giorno di canti e di preghiere in tutte le lingue del mondo.
Betlemme, nella luce di dicembre, appare più che mai come la città del presepio.
Alla sommità della via Paolo VI, che dalla piazza antistante la basilica si incunea nei popolosi quartieri verso la collina di Beit Jala, si trova uno dei luoghi più singolari di Betlemme: quella che a tutti gli effetti può essere considerata come la «fabbrica dei presepi». Si tratta della Scuola salesiana, una vera e propria istituzione in città , frequentata da 160 ragazzi che qui imparano varie professioni (dall’elettricista al tornitore, dal meccanico per auto al panettiere). Dal 2005, grazie alla collaborazione con la ong Vis - Volontariato internazionale per lo sviluppo e al supporto del ministero degli Esteri italiano, è attivo anche il Centro artistico, dove si custodisce e tramanda l’antica arte d’intagliare il legno d’ulivo, offrendo così ai giovani locali nuove opportunità di lavoro. «Il Centro – spiega il direttore don Mario Murru – è l’unica scuola in Palestina che insegna le tecniche di lavorazione del legno di ulivo, della madreperla e della ceramica. I ragazzi vengono costantemente sollecitati a inventare nuove soluzioni creative e nuove iconografie, da realizzare con i materiali e gli strumenti propri della tradizione. La creatività degli studenti viene stimolata attraverso lezioni di disegno e di storia dell’arte, visite di studio presso i siti di interesse storico e archeologico del territorio, incontri e workshop con artisti internazionali e, quando è possibile, viaggi all’estero. I risultati sono spesso sorprendenti».
Tra i ragazzi alle prese con pastori, Madonne, bambini Gesù e re magi, la maggior parte è musulmana. «Non c’è da meravigliarsi», spiega don Mario. «La nostra scuola è frequentata all’80 per cento da ragazzi musulmani. Cerchiamo di offrire anche a loro un sostegno all’avviamento al lavoro attraverso l’utilizzo gratuito dei macchinari e varie forme di microcredito».
Il Centro artistico ha al suo interno due sezioni: una didattica e una dedicata alla produzione. «Vi lavorano alcuni ex studenti che effettuano un periodo di tirocinio all’interno della scuola: questo permette loro di continuare a perfezionarsi e nello stesso tempo di percepire un salario. La vendita all’estero dei nostri presepi in legno d’ulivo è importantissima, in quanto permette alla scuola di finanziarsi e ai giovani artigiani di avere un impiego stabile, che non risente della variazione dei flussi turistici in Terra Santa».
L’artigianato legato al presepe è talmente importante per Betlemme, che da qualche anno gli è stato dedicato un vero e proprio museo. Al piano terreno dell’edificio che ospita il Centro artistico sono custodite oltre 200 rappresentazioni della natività provenienti da ogni parte del mondo. «Il museo – spiega ancora don Murru – è composto da dodici sale e la sua realizzazione è stata possibile grazie alla sponsorizzazione dell’Unesco, l’agenzia dell’Onu per la cultura». Nelle teche sono in esposizione preziosi presepi in legno, in stile napoletano, sacre famiglie in cartapesta, statue rivestite di sete preziose dalle Filippine, terrecotte, porcellane finissime, austere natività africane e gioiose rappresentazioni latinoamericane. «L’ultima sala è dedicata all’esposizione di alcune delle creazioni del nostro Centro artistico. La nostra speranza è che sempre più pellegrini ci vengano a visitare e che magari si facciano conquistare da qualcuno dei nostri presepi in legno d’ulivo. Si tratta di un modo concreto per aiutare la comunità cristiana di Betlemme e di entrare in contatto, proprio nella città del Natale, con una straordinaria ricchezza d’arte e di fede».
Testo di Giuseppe Cafulli