La felicità si trova quando si ascolta la parola e la si mette in pratica
Questa domenica celebriamo insieme la Domenica della Parola, voluta da papa Francesco. per imparare a vivere ogni giorno…
Grazie ai migranti possiamo convertirci
Venticinque anni fa ha fondato il Centro Balducci: da allora il sacerdote accompagna famiglie straniere nel cammino d’integrazione.…
Le Sacre Scritture come un murale
Con il progetto Una Bibbia a cielo aperto le vie di un paese friulano si sono ricoperte di opere d’arte che narrano episodi…
Il borgo rinato grazie all’accoglienza
Un paesino in Campania ospita famiglie di rifugiati in collaborazione con la Caritas. Un modello di integrazione ora oggetto…
Fede e cultura al servizio della città
La basilica bolognese conserva le spoglie del fondatore dei frati Predicatori e ancora oggi i Domenicani vi animano un importante…
Ecco di cosa è capace l’educazione
Imparare è rimuovere, più che ricordare: mandare in frantumi il cannocchiale stretto del sapere ereditato
INSIEME di don Antonio Rizzolo
La felicità si trova quando si ascolta la parola e la si mette in pratica
Questa domenica celebriamo insieme la Domenica della Parola, voluta da papa Francesco. per imparare a vivere ogni giorno secondo il Vangelo
Cari amici lettori, siamo arrivati al 24 settembre. Un giorno importante per noi Paolini perché, insieme con la Comunità di Sant’Egidio e tutta la Famiglia paolina, celebriamo per la prima volta la Domenica della Parola, indetta da papa Francesco alla fine del Giubileo. Pur non indicando una data precisa, il vescovo di Roma ha voluto che ci fosse una domenica in cui ogni comunità potesse rinnovare «l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura» (Misericordia et misera n. 7). Di questo evento abbiamo parlato più volte sulla rivista. Abbiamo anche realizzato un fascicolo che aiuti a prepararne la celebrazione.
È un’iniziativa a cui crediamo molto, perché la diffusione della parola di Dio è sempre stata fondamentale nell’impegno di evangelizzazione di noi Paolini. Non basta però far arrivare a tutti il Vangelo e la Bibbia, e nemmeno celebrare la Domenica della Parola. La parola di Dio va ascoltata e messa in pratica. Un ascolto è qualcosa di più della semplice lettura. È fare propria la Parola, farla calare nel nostro cuore perché ci illumini, ci trasformi, ci dia il coraggio di metterla in pratica. C’è un’immagine che mi ha sempre affascinato del pensatore danese del XIX secolo Soeren Kierkegaard. Egli scriveva nel suo diario, prendendo spunto da un passo della lettera di Giacomo (1,22-25), che la Parola è come uno specchio, davanti al quale l’unica cosa decisiva è «cambiarsi come lo specchio esige». Infatti «in tutto quel che leggi è a te che sempre si parla: è a me che si parla, è di me che si parla». In altri termini, la Parola ci interpella e ci chiede di cambiare la nostra vita secondo il Vangelo.
A questo proposito Kierkegaard confessava: «Non sono i punti oscuri della Bibbia che mi fanno paura, sono i suoi punti chiari». Ed è proprio così. Prendiamo, ad esempio, il Vangelo di domenica scorsa. Pietro chiede a Gesù quante volte dovrà perdonare il proprio fratello: «Fino a sette volte?». Sette è un numero simbolico per dire sempre. Spesso è difficile perdonare anche una sola volta. Gesù risponde: «Fino a settanta volte sette». Che è un «sempre» all’ennesima potenza. La successiva parabola del re che condona un debito spropositato a un suo servo, il quale a sua volta è spietato contro un compagno che gli doveva pochi spiccioli, ribadisce il concetto del perdono in modo inequivocabile. E, davvero, la chiarezza di questo passo evangelico «fa paura». Eppure è qui la chiave della felicità. Come scriveva san Giacomo nel passo già citato, se uno fissa il suo sguardo nello specchio della Parola «come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla».