N. 40 - 2016 2 ottobre 2016
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Pietro Gamba

Il medico dei campesinos

Arrivato in Bolivia come obiettore di coscienza, comincia ad aiutare i più poveri. Diventa medico e fonda un ospedale. Un “piccolo miracolo” di misericordia che festeggia i 30 anni di attività

Pietro Gamba con un paziente

In un modo o nell’altro, la fede ha sempre fatto parte della mia vita», racconta il medico bergamasco Pietro Gamba mentre il pick-up arranca sulle impervie salite di Challviri, un piccolo villaggio di campesinos a quasi 4.000 metri di quota sulle Ande boliviane, lungo le alture del Chapare. Arriviamo che è notte inoltrata. Il freddo pungente e umido penetra nelle ossa e respiriamo a fatica per l’altitudine. René ci accoglie nella sua semplice cucina fatta di paglia e fango, e ci offre delle patate bollite, tutto quello che hanno da mangiare quassù.

UN CAMMINO FECONDO
I cieli di Challviri hanno sempre avuto un significato particolare per Pietro. È qui infatti che, oltre quaranta anni fa, si è innamorato della Bolivia. Ed è proprio qui, dal cortile della casa del suo caro amico René, che tutto è cominciato. «Quando uscivo per pregare la sera rimanevo incantato davanti all’infinito manto di stelle e alla via lattea. Ho cominciato a parlare con Dio e gli ho chiesto che cosa avrei potuto fare». Quella che arrivò in seguito fu la risposta a una profonda domanda di fede: è infatti qua, su queste fredde alture, che Pietro scoprì il suo cammino.

Pietro Gamba, classe 1952, arriva a Challviri nel 1976, a soli 23 anni, dopo un mese di estenuante viaggio in nave da Genova. Originario di Stezzano, in provincia di Bergamo, dopo aver lavorato come tornitore lascia la casa di origine, la madre casalinga, il padre operaio, le sei sorelle e i tre fratelli, e parte per la Bolivia.

Ufficialmente parte come missionario laico grazie all’aiuto del suo mentore bergamasco don Giuseppe “Bepo” Vavassori, morto poco dopo la sua partenza: come obiettore di coscienza vuole sfuggire al servizio militare obbligatorio. «O il carcere o la Bolivia», mi dice Pietro ridendo mentre a mani nude tenta di sbucciare le patate bollenti di René. «Così ho accettato la sfida e sono partito, anche con un po’ di ingenuità forse: non sapevo dove andavo e cosa avrei fatto», mi racconta mentre il fuoco del forno di fango ci scalda le ossa.

I PRIMI ANNI FRA I CONTADINI
E a Challviri, tra infinita miseria e impervie montagne, Pietro rimane per tre anni ad aiutare i contadini a costruire la scuola e a promuovere la sensibilizzazione cristiana. «Ho imparato a parlare il quechua, la lingua degli indios», prosegue seduto per terra mentre davanti a René sorridente ricorda con piacere quei momenti, comunque molto difficili. «Ho anche preso la scabbia e ho mangiato solo patate per mesi».

Fu sempre qui che un’improvvisa epidemia di morbillo uccise in una notte molti bambini del villaggio, sconvolgendo gli equilibri interiori di Pietro e le sue convinzioni. «Quella sera ho chiesto alle stelle, al Signore, che cosa avrei potuto fare per aiutare davvero queste persone», prosegue Pietro.

La risposta a questa domanda arriva sei anni dopo, al Collegio universitario aspiranti medici missionari (Cuamm) di Padova, quando Pietro si laurea in Medicina con il massimo dei voti e in tempi rapidissimi.

«Ero tornato in Italia con la forte convinzione di diventare medico per aiutare i miei amici campesinos in Bolivia», dice Pietro. Detto, fatto: subito dopo la laurea in medicina, l’ormai dottor Gamba rientra in Bolivia dove pochi anni dopo, nel 1987, fonda ad Anzaldo il primo ospedale d’eccellenza della zona.

IL “SUO” OSPEDALE
Anzaldo è un villaggio sulle alture centrali delle Ande, a due ore da Cochabamba. Negli anni è diventato un punto di riferimento per la popolazione della zona, circa 12.000 persone distribuite in 79 comunità, situate su un’area di oltre 1.000 chilometri quadrati. Oggi, grazie a tre medici e quattro infermieri, nella struttura vengono operati in media 160 pazienti l’anno. E, con la collaborazione di medici e chirurghi che vengono da Cochabamba, ogni giorno il dottor Gamba visita circa 15 pazienti.

In un Paese dove quasi la metà delle persone vive sotto la soglia di povertà, grazie ai prezzi popolari Pietro Gamba ha reso le operazioni chirurgiche – che prima erano solo un sogno impossibile per i poveri contadini – una possibilità per tutti. «Attraverso la rete di donatori italiani e alla onlus Fondazione Pietro Gamba riusciamo sempre a far quadrare i conti. Non è fortuna, io la chiamo provvidenza», mi dice sorridendo mentre lo accompagno dai pazienti di Challviri per alcune visite di controllo.

IL SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA
«Dai Pietro, sbrigati, siediti e recita la preghiera, così mangiamo», lo rimprovera sorridendo “Marghe”, Margarita, la dolce moglie di Pietro, sposata nel 1991, con la quale ha avuto quattro figlie. Ci sediamo a tavola nella loro casa di Anzaldo, proprio di fronte all’ospedale. Come di consueto a pranzo e cena, Pietro, ancora in camice bianco, si siede e comincia a pregare l’Angelus con gli occhi chiusi. «È lo stesso Angelus che mio nonno recitava in latino, insieme a noi, tutti i mezzogiorno a Stezzano», racconta mentre taglia una fetta di formaggio di capra appena regalatagli da un campesino.

A maggio l’ospedale di Anzaldo ha festeggiato i 30 anni di attività. Pietro descrive cosi questi suoi anni di duro lavoro sulle Ande: «Guardare negli occhi colui che hai di fronte, fare tua la sua sofferenza, pensare alla sua fatica e al suo dolore per soffermarsi e dare il tuo tempo con dedizione e amore: questa diventa un’opera di misericordia, è questo l’aiuto che l’altro ci chiede quando si avvicina», dice il medico. «Un aiuto che migliora anche noi stessi. Trent’anni sono già passati, quello che ho davanti non lo so, ma certamente con Dio vicino il passo e la strada li sento più leggeri, colorati di emozioni e significato».

Il dotor Pedro, come viene chiamato qui, il medico dei campesinos, è soprattutto un uomo di fede, che ha fatto della provvidenza e della misericordia cristiana i suoi baluardi: i principi di vita attraverso i quali ha sempre aiutato il prossimo tentando di alleviare, con amore e sacrificio, la sofferenza della povera gente.

LA FONDAZIONE PIETRO GAMBA ONLUS
Per sostenere la Fondazione Pietro Gamba si possono effettuare versamenti sul conto corrente “Fondazione Pietro Gamba”, Iban IT08 H 05034 53570 000000008888. Per devolvere il 5 per mille alla onlus: codice fiscale 95187230164. Per saperne di più: www.pietrogambaonlus.org.

Testo e foto di Giulio Paletta

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