N. 40 - 2017 1 ottobre 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Una nuova possibilità per essere tutti missionari del Vangelo

La presenza dei migranti è una buona opportunità per essere testimoni di Cristo, per manifestare la gioia e la bellezza della…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Una nuova possibilità per essere tutti missionari del Vangelo

La presenza dei migranti è una buona opportunità per essere testimoni di Cristo, per manifestare la gioia e la bellezza della nostra fede cristiana

 

Cari amici lettori, siamo arrivati a ottobre, mese mariano grazie alla festa della beata Vergine del Rosario, e mese missionario, per la celebrazione della Giornata missionaria mondiale di domenica 22 settembre. E a proposito di missione, vale la pena riflettere sulla sua centralità nella vita cristiana. Papa Francesco scrive che la missione è «al cuore della vita cristiana». Non si tratta di proporre un’ideologia o una morale, ma di portare la buona notizia della salvezza in Cristo, far incontrare tutti con il Signore Gesù. È per questo che la missione non riguarda solo coloro che partono verso terre lontane per annunciare il Vangelo. Tutti noi cristiani siamo missionari, ciascuno di noi è chiamato a testimoniare Cristo nella vita di ogni giorno, a casa, nei posti di lavoro, a scuola. Fa parte del nostro essere cristiani far conoscere a tutti la bellezza e la gioia della nostra fede. Oggi, peraltro, abbiamo una possibilità in più per essere missionari.

Si sta discutendo molto, in questo periodo, dei migranti. A molti fanno paura, creano disagio. E in parte è comprensibile in un Paese come l’Italia che da qualche anno sta soffrendo una grave crisi economica. Anche se la paura verso il migrante è spesso fomentata da spinte ideologiche sostenute da alcuni mezzi di informazione. Ma al di là di analisi socio-politiche o economiche, mi sembra importante notare l’opportunità che l’arrivo di queste persone offre per la missione. È come se non ci fosse più bisogno di partire per diventare annunciatori di Cristo. Lo possiamo fare restando a casa. Certo, una buona parte dei migranti è già cristiano, e quindi si tratta di un incontro tra fratelli, che ci arricchisce e apre le nostre menti e il nostro cuore al dialogo ecumenico. Tuttavia con tanti è un’occasione aperta a tutti per vivere la vocazione missionaria propria della nostra fede cristiana. Papa Francesco ha sintetizzato tutto questo molto bene nel discorso tenuto il 22 settembre ai direttori nazionali della Pastorale per i migranti: «Da una prospettiva missiologica, i flussi migratori contemporanei costituiscono una nuova “frontiera” missionaria, un’occasione privilegiata di annunciare Gesù Cristo e il suo Vangelo senza muoversi dal proprio ambiente, di testimoniare concretamente la fede cristiana nella carità e nel profondo rispetto per altre espressioni religiose». Il Papa ha poi concluso: «L’incontro con migranti e rifugiati di altre confessioni e religioni è un terreno fecondo per lo sviluppo di un dialogo ecumenico e interreligioso sincero e arricchente».

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