N. 41 - 2017 8 ottobre 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Non farsi traviare dalle notizie false e costruire un mondo di pace

Il tema della prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali è di grande attualità. E riguarda ciascuno di noi, non…

Il Papa a Cesena e Bologna

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Centro Giovanile Stoà

Una casa per sostenersi nel cammino

Fra catechesi, cene, mostre e lezioni di italiano per stranieri, qui i ragazzi organizzano anche le “settimane comunitarie”,…

Enrico Fagetti

Così mio figlio continua a fare del bene

Dopo la morte improvvisa di Paolo, gli amici stanno vicino ai genitori. Poi, insieme a loro, cominciano a realizzare il sogno…

Padre Franco Mella

Le mie battaglie per i diritti e la democrazia

Il missionario ha sempre lottato per gli esclusi fin da quando, nel 1974, arrivò a Hong Kong. Cortei, sit in, scioperi della…

San Bernardino a Lallio

Le immagini che parlano al popolo

Una piccola chiesetta nella Bergamasca, prima al mondo dedicata al santo di Siena, ne racconta la vita con un ciclo di affreschi…

Ite, missa est di Emanuele Fant

Lo scivoloso equivoco dell’accoglienza

Al di là delle posizioni oltranziste sui migranti, se vogliamo seguire le parole di Gesù, vanno accolti nei loro difetti.…

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Padre Franco Mella

Le mie battaglie per i diritti e la democrazia

Il missionario ha sempre lottato per gli esclusi fin da quando, nel 1974, arrivò a Hong Kong. Cortei, sit in, scioperi della fame, fra le sue “armi” anche la chitarra: «Come il mio amico Jannacci, scrivo canzoni per denunciare le ingiustizie»

Padre Mella in un villaggio rurale della Cina, assieme a un gruppo di cattolici.

«Non piangiamo perché abbiamo paura o perché ci avete fatto perdere la faccia. Piangiamo per rabbia!». Sono le parole della sua ultima canzone, proposta per la prima volta in pubblico poche domeniche fa a Hong Kong. Come sempre, parole forti, di denuncia e di protesta. A scriverle è un missionario del Pime, padre Franco Mella che, al Festival della missione di Brescia (vedi box a pagina 35), “duetterà” con il cantautore lombardo Davide Van De Sfroos. Padre Franco - 69 anni il 10 ottobre - è un personaggio a dir poco eclettico: missionario, appunto, vive tra la Cina continentale e Hong Kong dal 1974. Attivista per i diritti umani, la libertà e la democrazia, ha partecipato a tutte le più grandi battaglie che hanno attraversato questa complessa parte di mondo negli ultimi decenni. Sempre al fianco dei più poveri, marginalizzati, esclusi… E sempre ? di fondo ? con un forte anelito di liberazione e speranza. Come dice il suo nome in cantonese: Kam Chai, «dolce grande speranza».

L’ultima canzone è dedicata ai giovani della cosiddetta “Rivoluzione degli ombrelli”, un movimento di protesta che nell’autunno del 2014 ha occupato le strade di Central, il cuore finanziario di Hong Kong. Padre Franco era lì, al loro fianco, insieme a un piccolo gruppo di cattolici, per condividere le istanze dei giovani che temono un inasprirsi del controllo di Pechino su Hong Kong e una progressiva erosione delle libertà e degli spazi di democrazia. «Tre leader del movimento sono stati messi in carcere negli scorsi mesi», ricorda mentre si prepara a rientrare in Italia. «Un provvedimento ingiusto e antidemocratico. Per questo ho scritto questa canzone. Per dar voce, anche attraverso la musica, alla nostra protesta».

Amico di gioventù di Enzo Jannacci, milanese come lui, padre Mella ne ricalca lo stile, dando voce agli ultimi e agli esclusi di una megalopoli ultramoderna come Hong Kong, che nasconde al suo interno sacche enormi di povertà ed emarginazione. Ma quello che racconta è innanzitutto ciò che ha vissuto: l’esperienza di lavoro come operaio in fabbrica per dodici anni e poi i dieci trascorsi sulle barche con i boat people, cinesi del continente a cui era impedito di scendere a terra. «In quegli anni vennero a trovarci Madre Teresa e il cardinale Carlo Maria Martini e anche lo stesso Jannacci!». Con un altro missionario del Pime, padre Franco Cumbo, ha avviato agli inizi degli anni Ottanta la prima scuola popolare per i ragazzi che vivevano sulle barche e che non avevano accesso all’istruzione. Da allora, il tema dell’educazione è sempre stato un filo rosso delle sue iniziative. «L’istruzione rende l’uomo libero», dice convinto. «Per questo mi sono attivato per organizzare corsi e scuole, dalla materna all’università, dai corsi per disabili a quelli per i profughi».

Attualmente a Hong Kong porta avanti l’Università del Right of abode (diritto di residenza), riservata ai richiedenti asilo. Sono previsti corsi di lingua, ma anche di filosofia, storia, yoga, chitarra e disegno. «È una vecchia battaglia quella per il diritto alla residenza», riprende Mella, che ne è stato tra i principali promotori e sostenitori con iniziative giudiziarie, sit in e scioperi della fame. E non è finita. «Oggi ci sono circa ottantamila persone che aspettano i documenti. Ora il governo vorrebbe espellerli».

MIGRANTI, DONNE E ISTRUZIONE
Padre Mella ha esplorato anche nuove possibilità di missione con le donne filippine (che sono circa 400 mila insieme alle indonesiane), sfruttate come vere e proprie schiave nelle case dei loro “padroni”. L’impegno con le donne riguarda non solo l’accompagnamento spirituale, ma è anche un segno di rispetto e umanità nei confronti di chi non è considerato nessuno. A loro volta alcune di queste donne, che vivono recluse negli appartamenti sei giorni su sette, si impegnano la domenica a supportare il lavoro di padre Mella nelle carceri, dove il missionario visita circa 250 detenuti, molti dei quali stranieri e dunque senza nessuno che possa andare a trovarli. Poi c’è il fronte della Cina continentale. Dopo vent’anni di permanenza e cinque in cui non gli è stato concesso il visto, padre Franco è potuto rientrare in Cina nell’autunno del 2016. Le sue mete principali sono ancora oggi Kaifeng ? dove c’è un’antica tradizione di presenza del Pime ? e Xuzhou. Qui sopravvive, nonostante le difficoltà, un ostello per senzatetto. Ma l’impegno principale di padre Mella oggi è quello dell’insegnamento. «Mi dedico ai più piccoli, in una scuola materna con bambini sordomuti e ciechi e altri normodotati. È un’esperienza bella e interessante insegnare loro l’inglese: reagiscono con grande entusiasmo, specialmente quando uso le canzoni».

Ecco che ritorna la musica, una passione che unisce. Come in un recente concerto, di fronte al City Hall di Hong Kong, dove si sono esibiti un gruppo di rifugiati, alcune donne filippine, degli africani, una band di giapponesi, due arabi… e padre Mella. Un concerto in cui ciascuno ha portato le proprie istanze e tutti si sono sentiti uniti dalla passione per la musica. Ed è quello che accadrà anche al Festival della missione, quando due mondi ? quello missionario “cinese” di padre Mella e quello laico “lumbard” di Van De Sfross ? si incontreranno per un finale che promette sorprese.

A BRESCIA AL VIA IL FESTIVAL DELLA MISSIONE
Padre Franco Mella sarà uno dei due artisti cui è affidata, la sera di 15 ottobre, la chiusura della prima edizione del Festival della missione, in programma a Brescia a partire dal 12 ottobre: una serata di parole e musica che vedrà il sacerdote duettare e confrontarsi con uno dei più apprezzati cantautori nostrani, Davide Van De Sfroos. Il Festival della missione è un’iniziativa che vede riuniti tre soggetti promotori: la Conferenza degli Istituti Missionari Italiani (Cimi), Fondazione Missio della Conferenza episcopale italiana e la diocesi di Brescia. Scopo della manifestazione, che vedrà anche la partecipazione di ospiti internazionali (il cardinale filippino Luis Antonio Gokim Tagle, arcivescovo di Manila, la suora ugandese Rosemary Nyirumbe, scelta come eroe dell’anno dalla Cnn, padre Alejandro Solalinde, impegnato contro il traffico di migranti in Messico, Blessing Okoedion, nigeriana sfuggita alla tratta) è la volontà dell’universo missionario italiano di presentarsi all’opinione pubblica in forma unitaria con una serie innovativa di proposte culturali, spirituali e artistiche. Missionari e missionarie si sono resi conto che il messaggio di cui sono portatori – l’annuncio del Vangelo agli estremi confini – non scalfisce più le coscienze. Che fare allora? Provare a raccontarsi in forma nuova, sorprendente, festosa con mostre fotografiche, animazione di strada per bambini e famiglie, rappresentazioni teatrali, concerti... Ecco perché a Brescia ci sarà, ad esempio, una speciale esibizione dei The Sun, la sera di sabato 14, cui seguirà la Notte bianca della missione. Missionari e missionarie, inoltre, saranno i protagonisti degli inconsueti aperitivi che, nel tardo pomeriggio di sabato e domenica, si svolgeranno in vari locali del centro. La partecipazione agli eventi del Festival (compresi spettacoli e concerti) è gratuita. www.festivaldellamissione.it.

Testo di Anna Pozzi · Foto di Archivio Pime

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